"Linee" è una raccolta di pensieri in cui l'artista Fausto Melotti si rivela anche nella veste di scrittore e getta luce - con la parola scritta - sulla complessità umana e "filosofica" della sua opera.
Post di Rossana Rolando
Immagini delle opere fotografate
all’interno della bella mostra allestita a Pinerolo “Fausto Melotti. Quando la musica diventa scultura” (aperta fino all'11 febbraio 2018), presso il castello di Mirandolo (qui il sito).
“La melanconia è l’anima stessa
dell’opera d’arte,
perché testimonia melanconicamente
la nostra perduta armonia”
(Fausto Melotti, Linee, Adelphi, Milano 1981, p. 39).
La tensione dell’arte – di tutta l’arte
- verso la musica è testimoniata nell’intera opera artistica di Fausto Melotti
ed è teorizzata in lampi di riflessione all’interno dei suoi aforismi, raccolti
nel libro “Linee”, uscito nel 1981 per Adelphi.
“Lo stesso ineffabile senso della
composizione
che costituisce l’impalcatura della cattedrale dei suoni,
da Monteverdi a Strawinsky,
che costituisce l’impalcatura della cattedrale dei suoni,
da Monteverdi a Strawinsky,
è vivo in trasparenza nell’ordito
delle opere plastiche durature,
da Giotto a Matisse”
(op. cit., p. 23).
Fausto Melotti, Contrappunto piano (1973), ottone |
“La divina prospettiva di Piero
della Francesca e di Paolo Uccello, la prospettiva aerea di Leonardo, il
barocco,
sono lampi di genio;
sono lampi di genio;
‘le fughe’ dei Bibbiena, le ombre
trasparenti del Seicento, il rococò,
sono delle ‘trovate’;
l’impressionismo è un lampo di genio, il divisionismo una trovata,
il cubismo un lampo di genio…:
oggi gli scaffali dell’arte sono
pieni di trovate e trovatine
gabellate per lampi di genio”
(op. cit., p. 24).
“La parola azzeccata è diversa
dalla parola giusta.
E questo avviene nelle traduzioni”
(op. cit., p. 71).
L’ironia, il sorriso e lo scherzo, il
gioco e l’arguzia accompagnano profondità e acutezza del pensiero, riuscendo
così a mettere insieme gli aspetti contraddittori del vivere, in una forma sempre
dinamica, viva e coinvolgente.
“Da cosa nasce cosa, da una macchia
nasce una rosa:
rosa di macchia” (op. cit., p. 61).
“Se Giotto rinascesse, il mercato lo condannerebbe a ripetere sempre il suo O” (op. cit., p. 76).
rosa di macchia” (op. cit., p. 61).
“Se Giotto rinascesse, il mercato lo condannerebbe a ripetere sempre il suo O” (op. cit., p. 76).
“Nel mondo le cose belle sono tante, ma
i mali del mondo sono tanti e tanti che per equilibrare la bilancia dobbiamo
gettare nel piatto la nostra fede, chiudendo gli occhi, abbandonandoci nelle braccia
di Dio, per le cose tremende e orribili che non trovano giustificazione” (op. cit., p. 22).
I suoi aforismi sono lame che colpiscono,
piccole schegge luminose che si conficcano nella mente e la portano a pensare.
“Il gioco è libertà ma la libertà non è
un gioco” (op. cit., p. 49).
“La prepotenza è la colla del gregge”
(op. cit., p. 51).
“I più poveri di tutti sono gli stupidi”
(op. cit., p.57).
“La dialettica dei millenni è
punteggiata di scintille” (op. cit., p. 52).
Amante della vita e per questo intento continuamente
a meditare sulla morte, ci consegna alcuni frammenti di lode al prodigio continuo dell’esistenza.
“Ogni giorno moriamo. L’uomo è felice di
dormire e si rigira nel letto in cerca del sonno. Forzando, si direbbe ch’egli
cerchi di essere morto. E al mattino, triste o lieto, il risveglio è una
piccola resurrezione” (op. cit., p. 41).
Non so se sbaglio, ma a me queste installazioni ( sculture ) ricordano Calvino.
RispondiEliminaUn intreccio di leggerezza, fantasia, tecnica, ordine( nel senso di misura).
Brava Rossana!
Grazie Rosario per questo acuto collegamento "tematico" tra le due ispirazioni artistiche (leggerezza, esattezza, molteplicità)che trova conferma nella biografia: Italo Calvino fu conquistato dall'opera di Melotti a tal punto da voler inserire sulle copertine dei suoi libri, editi da Mondadori, immagini dell'artista e scultore. Eccone alcuni esempi:
Elimina[img]https://images-na.ssl-images-amazon.com/images/I/41SQHn35hrL.jpg[/img]
[img]http://2.bp.blogspot.com/-oQHR0N2Tikk/UrdAW3i4CdI/AAAAAAAAAHA/HtQNo6hejNo/s1600/DSCN3572.JPG[/img]
[img]http://www.mondadoristore.it/img/Le-citta-invisibili-Italo-Calvino/ea978880442554/BL/BL/01/NZO/?tit=Le+citt%C3%A0+invisibili&aut=Italo+Calvino[/img]
[img]https://img.ibs.it/images/9788804401681_0_0_2032_75.jpg[/img]
Grazie ancora. Un grande abbraccio.
Aggiungo questa citazione di Italo Calvino: "C’è stato un momento in cui dopo aver conosciuto lo scultore Fausto Melotti, uno dei primi astrattisti italiani, che solo nella vecchiaia è stato scoperto e valutato secondo il suo merito, mi veniva da scrivere città sottili come le sue sculture: città su trampoli, città a ragnatela" (Italo Calvino, Le città invisibili, in Romanzi e racconti, vol. II, I Meridiani, Mondadori, Milano 2014, p. 1363).
RispondiEliminaAl MART di Rovereto sono stato alla presenza dei "Sette Savi" alcune volte: catturato e stranito. La fisicità, la materia delle installazioni sprigiona senso muto.
RispondiEliminaCi volevano gli aforismi, belli.
Grazie.
Grazie a te caro Gianni, appassionato cultore di arte e prezioso interlocutore. Suggestive le espressioni che introduci: "catturato e stranito", "senso muto". In effetti l'opera da te citata la dice lunga sulla complessità del pensiero di Fausto Melotti che, negli aforismi, emerge in forma più diretta. Un abbraccio e buona domenica.
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