La Natura raccontata dalla poesia, dalla letteratura e della memoria di luoghi cari a ciascuno... l'anima della Natura.
Post di Rosario Grillo
Immagini dei dipinti del pittore svizzero Augusto Giacometti (1877-1947).
Augusto Giacometti, Bolla di vetro |
Cartesio
ha inventato il genietto maligno
facendone il responsabile degli inganni gnoseologici, che egli era costretto a
“sospendere” con il dubbio metodico (Discorso
sul metodo e Meditazioni metafisiche).
L’idea
del genio non era nuova in
filosofia, perché essa fin dai Greci aveva concepito un daimon, che, presente nell’uomo, guidava verso il destino.
Da
Socrate a Platone, sappiamo che destino ha il senso di fine soprannaturale (dottrina
della metempsicosi).
Lo
spunto serve per osservare che genio
o demone non è qualcosa di satanico
e tentatore, ma è elemento connaturato che parla - o invita a - di qualcosa di
intimo ed eterno.
Augusto Giacometti, Il cerchio dei pianeti |
Andando
al sodo, ciò è dovuto alla concezione animistica che gli antichi, dai Greci ai
Romani, avevano della Natura.
Del
resto Platone aveva esteso al Cosmo il concetto di anima, partorendo l’Anima mundi, che tanta influenza ebbe nella lunga storia del
neoplatonismo.
Nella
direzione del panteismo, questa concezione aiutò ad innalzare la Natura sopra
il piano fenomenico per cogliervi, immanente ad essa, la Divinità.
Comunque
una Natura non ridotta alla categoria fisico-meccanica dello Spazio, bensì una
Natura piena di Vita.
Nell’esigenza
di costruire il paradigma meccanicistico della Natura, si rese dunque
necessario abbandonare questa visione, assieme alla fisica qualitativa che la
corredava.
Restava
inespressa l’attenzione di chi la Natura interrogava in tutt’altra maniera.
Più
avanti dalla terza Critica kantiana,
quella del giudizio, al Romanticismo, si ricreò lo stupore verso tale risvolto
della Natura.
E,
da allora, con alterna fortuna, non è raro incontrare il concetto di genius loci: specificità pregnante di
un luogo (ambiente: foresta-sorgente-riva et caetera).
Augusto Giacometti, Arcobaleno |
Più
importante è constatare che nel mondo della poesia e del romanzo è diffuso il
sentimento della Natura vivente (1).
Il
concetto di sublime, il panismo, la figura retorica della
onomatopea sono spie e rinviano ad una empatia con la Natura: oggetti, corpi,
suoni, versi, animali.
Sono
le lenti di uno sguardo entusiasta, di una emozione che rappresenta
partecipazione d’animo e/o immedesimazione.
Ma
quel che mi preme cogliere è la spinta!
Dal genius loci diparte una voce, un
richiamo, un invito.
In
questa misura ce ne parla Jung: “Ci si lega spiritualmente a luoghi, persone o
cose che si incontrano sul proprio cammino perché marcano momenti particolari
del proprio divenire”.
La
scuola junghiana, e James Hillman in ispecie, ha portato avanti questa traccia.
Ed
oggi si osserva una dilatazione, che giudico positiva. Ne parlano diverse
scienze, umane e non.
Augusto Giacometti, Musica |
L’assorbenza
del concetto è tale da convincere anche il mondo economico, dove si
sperimentano produzioni, in ispecie quelle agroalimentari, e colture, in
sintonia con il genius loci.
Riferimenti poetici.
Augusto Giacometti, La notte |
2.R.M. Rilke in Elegie duinesi “Non soltanto tutti i mattini dell’estate, non
soltanto/ come si fan giorno e come raggiano prima/Non soltanto i giorni teneri
e delicati intorno ai fiori/ e su,/ intorno agli alberi formati, forti e
possenti. Non soltanto la devozione di queste forze spiegate/ non soltanto le
vie, non soltanto i prati di sera/ non soltanto dopo un temporale tardato, il
respiro/ della chiarità/ non soltanto quell’assommarsi e quel presentire, di
sera…/ma le notti! Ma le notti alte dell’estate,/ma le stelle, le stelle della
terra/Oh essere morto una volta, o saperle all’infinito/ tutte le stelle perché
come, come, come dimenticarle!”
Concordo pienamente.
RispondiEliminaHo scoperto e aderito allo stesso pensiero studiando architettura, e il concetto di "topos"dei Greci. In filosofia, il neoplatonismo e l'anima mundi. In psicologia, Jung e Hillman, e il concetto di psicometria d'ambiente, per finire con l'astrologia, che studio da quarant'anni, dove il legame tra l'uomo e il cosmo è espresso attraverso un sistema simbolico di grande effetto.
Ecco chi è già su questa strada e da’ testimonianza della sua fecondità, del senso di serenità che reca, io credo. Grazie! 👋
EliminaRiflessioni intense: dovremmo sentire più spesso la voce del buon "daimon" che abbiamo accanto o che abita nei luoghi in cui dimoriamo. Grazie. Molto belli i dipinti di Giacometti.
RispondiEliminaGrazie Maria, concordo sull'intensità di questo post di Rosario che mi auguro abbia trovato nelle immagini di Giacometti una sua con-sonanza. Un caro saluto.
EliminaIl tuo, caro Rosario, mi sembra un invito fantastico: scoprire la natura vivente e il genius loci nel proprio territorio e riscoprire nel contempo lo stupore della natura vivente, il suo panico sublime, riconciliare otium et negotium e porre a braccetto pure la scienza e la poesia. Non solo: l’amore e l’attenzione al genus loci non sono forse potenzialmente generativi per quel che concerne anche il mondo globale, il macrocosmo? E allora ogni momento della giornata, dall’alba al meriggio alla sera alle notti da non dimenticare, non potrebbe essere segnata da una continua spinta, “una voce, un richiamo, un invito”, ad abitare la terra, la casa di tutti, “valorizzandone bellezza, emozione, profondità, autenticità”? Grazie e che sia la tua una notte da non dimenticare.
RispondiEliminaCompendio assoluto, il tuo. Gratificazione di una giornata “ mio” positiva, arricchita dall’ascolto della parola del card. Martini.
EliminaNe approfitto per omaggiare, ringraziando, il lavoro di arricchimento, sempre stupendo, di Rossana.☄️