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mercoledì 7 febbraio 2018

Tempo senza scelte, Paolo Di Paolo.

Riflessione sulla possibilità di scegliere e agire, a partire dal saggio di Paolo Di Paolo, "Tempo senza scelte".
Post di Rosario Grillo
Immagini di Duy Huynh (qui il sito).


Paolo Di Paolo, 
Tempo senza scelte
Siamo davanti ad un fenomeno!
Consultate la biografia di Paolo Di Paolo e vi trovate davanti una vita ancora giovane (nasce nel 1983) e un curriculum denso e notevole.
Un impasto di interessi, organici al tema centrale: quello letterario.
Scrivere... scrive bene!
Il libro del quale vi parlo: Tempo senza scelte  è un mini saggio, ricco di spunti e gravido di rimandi: alla letteratura, alla filosofia, al teatro e alla poesia, alla Cultura in formato maiuscolo.
Personaggio principale: il Tempo. Soprattutto il tempo di oggi, frullato dal turbo della comunicazione globale ed immediata. Con il rischioso effetto di una standardizzazione, alla quale si può - e si deve! - reagire prendendosi un respiro di coscienza morale e - en passant - una pausa di riflessione.
Comincio con il dire - è il mio approccio al tema! - che per sfuggire alla morsa del Tempo Divoratore, incalzante e determinista, bisogna introiettarlo. Solo così si può avere confidenza con il Tempo e conservare la propria autonomia: la Libertà e quindi la possibilità di Scelta.
Altrimenti: all’insidia dell’Istante (Kierkegaard), alla spada di Damocle della chiamata al Dovere (P. Gobetti), agli scherzi dell’omino gobbo (W. Benjamin), non c’è scampo.
Duy Huynh, 
Contando sul cosmo
Tra i personaggi richiamati da Di Paolo, A. Camus, evocato per resistere alla 'fascinazione della Gorgone politica': “E, del resto, questa fuga sarebbe perfettamente vana: voltate le spalle alla Gorgone, e lei si mette in cammino…
Qual è, insomma, l’oggetto di ogni artista che crea? Dipingere le passioni del suo tempo. […] La creazione artistica, lungi dall’allontanarci dal dramma della nostra epoca, è uno dei mezzi che ci sono dati per avvicinarlo. I regimi totalitari lo sanno bene, giacché ci considerano come i loro principali nemici” (citazione Camus a p. 81).

Duy Huynh, Ricominciare
Avvicinamento è sinonimo di partecipazione. Senza voler enfatizzare la sostanza di tale partecipazione, anzi respingendo la banalizzazione implicita all’esclamazione del “che sarà mai!”.
Il “ritornello” dello scetticismo davanti all’engagement, davanti al buonismo, davanti a I care.
Duy Huynh, 
Studio di un sogno ricorrente
La vita activa, per tornare alle pagine di Arendt, ha confini molto stretti. La concreta possibilità di agire - fuori da un’illusione eroica, titanica - è limitata. È nella verifica e nell’accettazione di questo limite che Arendt trova l’alimentazione per ulteriori risorse morali. Dove fallisce l’homo faber, benché animato dalle ambizioni più nobili, forse trova spazio chi contempla, giudica, narra. Chi osserva, immagina, critica il ‘cuore intelligente’, comprensivo, che non solo riconosce - come vuole il Calvino delle Città invisibili  - ‘chi e cosa, in mezzo all’inferno, non è inferno’, ma continua a tenere gli occhi ben aperti sull’inferno, a testimoniare e giudicare ‘il mare di dolore passato e presente’ ” ( p. 65).
In questa strettoia, la testimonianza del nostro gioire e dolere, del nostro sentimento della prossimità, della nostra cura degli altri, conserva tutto il suo valore.
Quale emozione nell’approdo di un barcone a Pozzallo, nel pieno di una spiaggia affollata di bagnanti!!

Duy Huynh, 
Contemplando la differenza 
tra pazienza e attesa, particolare

6 commenti:

  1. Tempo senza scelte! Spero che siano tanti a leggere il tuo post, come ho cercato di fare io: con l’inquietudine che sa che il tempo è “divoratore” e solo la confidenza con lui garantisce e stimola ad essere liberi (libertà come continuo anelito di liberazione corale). E allora parole come “engagement (Mounier!), I Care, gioia e dolore, prossimità, cura degli altri, valori” diventano pregnanti urgenze all’azione. Azione! “Fare ed osare non una cosa qualsiasi, ma il giusto/non ondeggiare nelle possibilità, ma afferrare coraggiosamente il reale/non nella fuga dei pensieri, solo nell’azione è la libertà. Lascia il pavido esitare ed entra nella tempesta degli eventi/sostenuto solo dal comandamento di Dio e dalla tua fede/e la libertà accoglierà giubilando il tuo spirito (D. Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà). Un grato abbraccio.

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  2. Che sostegno dalle tue parole e che vita activa la tua! Illuminata da una fede “ in uscita”, “ in cammino”.
    Grazie a te per la fiducia, un grazie speciale a Rossana, che si applica sempre con amore, e riesce ad arricchire il mio post💐🌈

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  3. Non conosco l'urgenza dell'azione, solamente, messo davanti alla contestazione, seppure involontaria, di queste posizioni il rammarico di sentirla estranea. Sto sulla prua,ancora emersa, scomodo.
    O forse molto comodo.
    Mi piace molto cercare di immaginare l'arrivo del barcone sulla spiaggia affollata. Una mano l'avrei data. Non c'è da pensare.
    https://www.youtube.com/watch?v=l-tUQpJPeF8

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  4. Caro Gianni, nell’attesa della risposta del nostro comune amico Rosario, dopo aver guardato il link da te suggerito – terribile il fatto che ormai gli sbarchi e soprattutto il loro tragico esito rischiano di lasciarci indifferenti o rassegnati! – sono d’accordo con te che si può stare “sulla prua, ancora emersa, scomodo o forse molto comodo”: penso - così interpreto il tuo pensiero – che dipenda se la prua sia quella in senso figurato dell’Italia lacerata o dell’ Europa che affonda oppure sia di un reale barcone che brulica di donne e bambini migranti e stia proprio affondando. E allora, hai ragione, “non c’è da pensare”: insieme ti avrei dato anch’io una mano, io che non sono capace di nuotare… Perché è l’ora di fare: “fare - scriveva Bonhoeffer che poco dopo veniva impiccato dai nazisti - ed osare non una cosa qualsiasi, ma il giusto” e “lasciare il pavido esitare ed entrare nella tempesta degli eventi”. Oggi credo che questi eventi siano emblematicamente rappresentati dai migranti “sbarcati” e dal lavoro diuturno e silenzioso di migliaia di volontari (anch’io da qualche anno ne faccio parte) che in Italia si prodigano nell’integrazione (parola equivoca, se non si aggiunge “reciproca e paritetica”, nel rispetto della nostra cultura che li ospita e delle leggi e norme della nostra società). Un saluto affettuoso e buona domenica.

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  5. Grazie dell'interessante suggerimento bibliografico. Titolo segnato nel mio taccuino. Una persona illuminata - il prof.Giovanni Salonia, psicoterapeuta della Gestalt - distingue il tempo "divoratore", cronos, dal tempo vissuto con intenzionalità, tempo di "costruzione" sociale, scopòs, e dal tempo vissuto come momento opportuno di grazia e relazione umana, kairòs. Grazie anche a Rossana delle belle illustrazioni. Buona giornata.

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    1. Grazie a te Maria per la tua visita qui e per l'opportuna distinzione tra le varie modalità di vivere e sentire il tempo. Buona serata.

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