Riflessione sulla possibilità di scegliere e agire, a partire dal saggio di Paolo Di Paolo, "Tempo senza scelte".
Paolo Di Paolo, Tempo senza scelte |
Consultate la biografia di Paolo Di Paolo
e vi trovate davanti una vita ancora giovane (nasce nel 1983) e un curriculum
denso e notevole.
Un impasto di interessi, organici al tema
centrale: quello letterario.
Scrivere... scrive bene!
Il libro del quale vi parlo: Tempo senza
scelte è un mini saggio, ricco di spunti e gravido di rimandi: alla
letteratura, alla filosofia, al teatro e alla poesia, alla Cultura in formato
maiuscolo.
Personaggio principale: il Tempo.
Soprattutto il tempo di oggi, frullato dal turbo della comunicazione globale ed
immediata. Con il rischioso effetto di una standardizzazione, alla quale si può
- e si deve! - reagire prendendosi un respiro di coscienza morale e - en
passant - una pausa di riflessione.
Comincio con il dire - è il mio approccio
al tema! - che per sfuggire alla morsa del Tempo Divoratore, incalzante e
determinista, bisogna introiettarlo. Solo così si può avere confidenza con il
Tempo e conservare la propria autonomia: la Libertà e quindi la possibilità di
Scelta.
Altrimenti: all’insidia dell’Istante (Kierkegaard),
alla spada di Damocle della chiamata al Dovere (P. Gobetti), agli
scherzi dell’omino gobbo (W. Benjamin), non c’è scampo.
Duy Huynh, Contando sul cosmo |
Qual è, insomma, l’oggetto di ogni artista
che crea? Dipingere le passioni del suo tempo. […] La creazione artistica,
lungi dall’allontanarci dal dramma della nostra epoca, è uno dei mezzi che ci
sono dati per avvicinarlo. I regimi totalitari lo sanno bene, giacché ci
considerano come i loro principali nemici” (citazione Camus a p. 81).
Duy Huynh, Ricominciare |
Avvicinamento è sinonimo di
partecipazione. Senza voler enfatizzare la sostanza di tale partecipazione,
anzi respingendo la banalizzazione implicita all’esclamazione del “che sarà
mai!”.
Il “ritornello” dello scetticismo davanti all’engagement,
davanti al buonismo, davanti a I care.
Duy Huynh, Studio di un sogno ricorrente |
In questa strettoia, la testimonianza del
nostro gioire e dolere, del nostro sentimento della prossimità,
della nostra cura degli altri, conserva tutto il suo valore.
Quale emozione nell’approdo di un barcone
a Pozzallo, nel pieno di una spiaggia affollata di bagnanti!!
Duy Huynh, Contemplando la differenza tra pazienza e attesa, particolare |
Tempo senza scelte! Spero che siano tanti a leggere il tuo post, come ho cercato di fare io: con l’inquietudine che sa che il tempo è “divoratore” e solo la confidenza con lui garantisce e stimola ad essere liberi (libertà come continuo anelito di liberazione corale). E allora parole come “engagement (Mounier!), I Care, gioia e dolore, prossimità, cura degli altri, valori” diventano pregnanti urgenze all’azione. Azione! “Fare ed osare non una cosa qualsiasi, ma il giusto/non ondeggiare nelle possibilità, ma afferrare coraggiosamente il reale/non nella fuga dei pensieri, solo nell’azione è la libertà. Lascia il pavido esitare ed entra nella tempesta degli eventi/sostenuto solo dal comandamento di Dio e dalla tua fede/e la libertà accoglierà giubilando il tuo spirito (D. Bonhoeffer, Stazioni sulla via della libertà). Un grato abbraccio.
RispondiEliminaChe sostegno dalle tue parole e che vita activa la tua! Illuminata da una fede “ in uscita”, “ in cammino”.
RispondiEliminaGrazie a te per la fiducia, un grazie speciale a Rossana, che si applica sempre con amore, e riesce ad arricchire il mio post💐🌈
Non conosco l'urgenza dell'azione, solamente, messo davanti alla contestazione, seppure involontaria, di queste posizioni il rammarico di sentirla estranea. Sto sulla prua,ancora emersa, scomodo.
RispondiEliminaO forse molto comodo.
Mi piace molto cercare di immaginare l'arrivo del barcone sulla spiaggia affollata. Una mano l'avrei data. Non c'è da pensare.
https://www.youtube.com/watch?v=l-tUQpJPeF8
Caro Gianni, nell’attesa della risposta del nostro comune amico Rosario, dopo aver guardato il link da te suggerito – terribile il fatto che ormai gli sbarchi e soprattutto il loro tragico esito rischiano di lasciarci indifferenti o rassegnati! – sono d’accordo con te che si può stare “sulla prua, ancora emersa, scomodo o forse molto comodo”: penso - così interpreto il tuo pensiero – che dipenda se la prua sia quella in senso figurato dell’Italia lacerata o dell’ Europa che affonda oppure sia di un reale barcone che brulica di donne e bambini migranti e stia proprio affondando. E allora, hai ragione, “non c’è da pensare”: insieme ti avrei dato anch’io una mano, io che non sono capace di nuotare… Perché è l’ora di fare: “fare - scriveva Bonhoeffer che poco dopo veniva impiccato dai nazisti - ed osare non una cosa qualsiasi, ma il giusto” e “lasciare il pavido esitare ed entrare nella tempesta degli eventi”. Oggi credo che questi eventi siano emblematicamente rappresentati dai migranti “sbarcati” e dal lavoro diuturno e silenzioso di migliaia di volontari (anch’io da qualche anno ne faccio parte) che in Italia si prodigano nell’integrazione (parola equivoca, se non si aggiunge “reciproca e paritetica”, nel rispetto della nostra cultura che li ospita e delle leggi e norme della nostra società). Un saluto affettuoso e buona domenica.
RispondiEliminaGrazie dell'interessante suggerimento bibliografico. Titolo segnato nel mio taccuino. Una persona illuminata - il prof.Giovanni Salonia, psicoterapeuta della Gestalt - distingue il tempo "divoratore", cronos, dal tempo vissuto con intenzionalità, tempo di "costruzione" sociale, scopòs, e dal tempo vissuto come momento opportuno di grazia e relazione umana, kairòs. Grazie anche a Rossana delle belle illustrazioni. Buona giornata.
RispondiEliminaGrazie a te Maria per la tua visita qui e per l'opportuna distinzione tra le varie modalità di vivere e sentire il tempo. Buona serata.
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