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sabato 24 febbraio 2018

La poesia dell'olio, Giorgio Barbarìa.

Presentazione di libro di Giorgio Barbarìa, "E' l'olio bellezza. Viaggio letterario nelle culture dell'olivo".
Post di Gian Maria Zavattaro 
Immagini di alcune opere del pittore ligure Domenico Guerello (Portofino 1891- Portofino 1931), tutte con scorci di ulivi (sito di riferimento: Istituto documentazione arte ligure e Presentazione dello storico d'arte Franco Dioli).

 “E’ l’olio, bellezza. L’Olio! e tu ci puoi far tutto. Tutto!
Oleum effusum nomen  tuum: aroma che si effonde è il tuo nome”
“Olio e poesia abbracciano tutto  il bello della vita”.
(Giorgio Barbarìa, E’ L’OLIO BELLEZZA 
viaggio letterario nelle culture dell’ulivo,
ed. Olio Officina, Mi, 2017, pagg.13 e 184).


Domenico Guerello, Calma argentea,
Ritratto di Alma Fidora, particolare, 1922
(Galleria d'Arte Moderna, Genova)
🌟L'olio e l'identità plurale, frutto delle molteplici generazioni mediterranee.
Volete addentrarvi nelle meraviglie e segreti dell’olio e delle culture  dell’olivo, nei labirinti degli innumeri simboli che rappresentano, nei meandri della loro viva e feconda storia che accompagna ed insieme si fonde da millenni nella nostra storia? Allora prendete in mano il libro di Giorgio Barbarìa e sono sicuro che finirete per concordare con lui: la storia dell’olio come microstoria delle generazioni che nelle terre mediterranee l’hanno coltivato, documento non marginale della loro e nostra cultura, del multiforme uso negli ambiti più disparati della vita quotidiana, dei risvolti economici e relazioni commerciali, delle consuetudini culinarie, del  modo di celebrare feste e momenti salienti della vita individuale e collettiva; non ultimo, segno di apertura alla trascendenza nelle simbologie religiose e nei riti sacri. E sullo sfondo uomini e donne in carne ed ossa, giovani ed anziani tra povertà ed abbondanza, successi e fallimenti, speranze e travagli che sono il mondo di ieri e quello di oggi.
Domenico Guerello, 
[Portofino] , 1929
Storia singolare, diversa dai soliti percorsi agiografici e seriali, anzi dichiaratamente “viaggio in tre universi culturali” (greco-romano, ebraico-cristiano, ligure) alla riscoperta della strada dell’olio” a tal punto che, leggiadramente guidato da Barbarìa, vedi l’ulivo e l’olio non più come scontati arredi del paesaggio ligure e mediterraneo, ma li “osservi” con la folgorazione dello sguardo nuovo: riserva misteriosa e sconfinata di dovizie prima non considerate, da cui Barbarìa attinge di volta in volta con versatile competenza pagine di storia archeologia geografia agronomia botanica, esplorando e selezionando una miriade di documenti, molti dei quali solitamente trascurati, che in sé  possono  dire tutto e niente  ma che diventano fonte in ragione degli interrogativi  che pone a quel passato.

🌟La poesia dell'olio.
La sua ricerca paziente e certosina va ben oltre la pur ammirevole cura dell’erudito: su tutto s’impone l’umanista con il suo appassionato amore per la poesia e con la sua decisiva domanda e chiara risposta¹
”Cosa dunque unisce tra loro olio e poesia?”
  “Il legame è talmente stretto che non è affatto azzardato parlare di
“poesia dell’olio
” 
Domenico Guerello, 
Il porto fra gli ulivi, Portofino, 1930
(Collezione privata)
Ed allora ecco il duetto continuamente riproposto di olio e poesia. Ma non lasciatevi ingannare, non è solo  trascrizione di selezionati frammenti poetici di Omero e di tutti gli altri: la poesia traspira nella passione amorosa per l“ulivo gentile”, la “tranquilla oliva” che “ha il sapore e il profumo dell’eterno”, per l’“oro liquido” annoverato “tra le cose più necessarie alla vita dell’uomo[…] tra le cose più belle della vita”².
Perché? Perché la poesia trionfa nel dire con amore: atto supremo dell’attenzione alla vita, alla vicenda dell’uomo e dei popoli, forma ultima del nostro linguaggio che non comunica solo significative conoscenze ma sentimenti altrimenti indicibili. La poesia - poiesis dal verbo greco poieo,ci ricorda Barbarìa - crea parole e mondi e non casualmente richiama la narrazione biblica della creazione, dove il verbo greco  è proprio poieo  e la creazione di Dio “la sua poesia?”³.

🌟Viaggio in tre universi culturali. 
Limitandomi a brevissimi cenni e qualche nota, per non privare il potenziale lettore del gusto della lettura, iniziamo allora il viaggio, “prendendo a compagni Greci e Romani”. Guidati da Barbarìa, sentiamo vediamo tocchiamo odoriamo e gustiamo la presenza viva dell’olio e dell’ulivo in ogni momento del dispiegarsi della mitologia, nelle vicissitudini degli dei e degli eroi omerici, nelle reali vicende di uomini e donne, nella narrazione di filosofi, scrittori, poeti… L’olio è veramente tutto sia per gli dei sia per gli uomini “E’ l’olio, bellezza. L’Olio! e tu ci puoi far tutto. Tutto!”.
Domenico Guerello, 
"Rosita", 1926
Il viaggio prosegue “alle sorgenti della Bibbia ebraica e cristiana”, iniziando da Minucio Felice, per il quale anche l’ulivo è prova convincente dell’esistenza di Dio. Barbarìa, da buon spigolatore, raccoglie ulive e olio sparso in ogni libro della Bibbia, riportandone i brani salienti e le più poetiche espressioni, da cui scaturiscono la sacralità dell’olio, la sua identità di bene essenziale, la manna pane all’olio, l’olio per la menorah, l’olio della pace della gioia della dolcezza dell’amicizia della misericordia, le unzioni sacre dei re di Israele e più avanti degli imperatori. Centellinando, a partire  dalla leggenda della Santa Ampolla, il Nuovo Testamento e gli autori cristiani dei primi secoli e del Medio  Evo, ci fa toccare con mano il Cristòs, l’Unto del Signore; ci fa vedere e sentire la peccatrice ai  piedi di Gesù,  l’olio del  buon samaritano, ”l’olio del legno della misericordia”; l’olio dei sacramenti dal battesimo all’unzione dei malati con le argomentazioni di san Tommaso d’Aquino; l’olio balsamo per ferite e per ogni cimento spirituale; l’olio interiore e l’olio da lucerna; Pietro e Paolo emblematici alberi d’ulivo e lucernari; infine “l’olio interculturale” del  Corano.  
Il viaggio virtuale culmina “tra storici, archeologi, geografi, botanici, agronomi, pittori e poeti di Liguria” dove contempliamo  l’olio signore de “il golfo di ulivi”, la terra ligure, tra mille sguardi e carezze poetiche.

🌟Memoria e humanitas.
Domenico Guerello, 
Villa Carnavon - Primavera, 1924
E’ l’apologia  della memoria in un mondo, il nostro, dove si è sbiadita, oltre il senso del passato, la percezione di vivere in una realtà che già esisteva prima che noi venissimo al mondo e che durerà anche dopo la nostra morte.
Se tacito è il monito, l’invito è palese, rivolto a noi donne ed uomini della società liquida, del consumismo, del “non ho tempo”, delle vite di corsa a guardare nel profondo oltre le apparenze le cose che fanno parte del nostro quotidiano, a non cedere all’assuefazione del non vedere, ma invece praticare il  senso profondo dell’humanitas: la "contemplatio" latina, la "theoria" nel senso greco originario. Non lo sguardo distratto e superficiale, ma critico ed amoroso: un atteggiamento, un "osservare", una presenza "pienamente presente" che sa  disvelare ciò che era celato e nascosto (a-letheia) alle nostre vite di corsa.

🌟Cultura.
Il nostro virtuale viaggio infine - “continuum” di  erudizione mai fine a se stessa e di poesia -  rivela il suo vero volto: si chiama cultura. E’ - cito H. Gadamer - parola della domanda  (“parola inquieta, che va dal piacere di porre domande dei Greci fino alla sete di sapere della ricerca scientifica che progredisce senza limiti”), parola della poesia e dell’arte (“tutto ciò che, senza essere utile  a qualcosa, si raccomanda da sé, talché nessuno chiede a che cosa serve e che nel momento in cui viene partecipato appartiene a tutti”), parola della  promessa, della riconciliazione e del perdono (“che è come una prima e ultima parola”)¹⁰.
Domenico Guerello, 
La punta di Portofino, 1924
L’olio è elemento che unisce, non divide: non solo è un continuum diacronico tra generazioni ma, ieri come oggi, sincronico tra cielo e terra: garante di una concorde discordia tra negotium e otium, tra utile-interesse-bisogni necessari  e ascesi spirituale, ansia di pace interiore e di concordia interculturale. E’ la sua  completezza.


🌟Cammino generativo.
Ha ben ragione Barbarìa quando conclude “più che un congedo, un invito”: “l‘autentica“strada dell’olio” è più che altro un viaggio culturale, nel doppio senso della cultura dell’ulivo e della cultura dell’olio, ma anche un cammino attraverso le diverse culture che hanno intrecciato relazioni millenarie gustando sapori e profumi di pace e umanità”¹¹. Paradigmatico cammino che allude alla fraternità  alla quale ognuno di noi è invitato, conversando di umanità, respirando sentimenti che creano comunità. 
Domenico Guerello, Calma argentea, 
Ritratto di Alma Fidora, 1922
(Galleria d'Arte Moderna, Genova)
Cammino generativo, alla scoperta o riscoperta della natura piena di vita, del genius loci di ogni territorio, come ci ha invitato a fare l’amico Rosario Grillo nel suo ultimo post pubblicato proprio in questo blog il 15 febbraio scorso (Genius Loci)  di cui riporto la citazione finale: “Possiamo definire generative le pratiche che sono capaci di mobilitare il desiderio delle persone e il genius loci del territorio, valorizzandone bellezza, profondità, emozione, autenticità”.
Esattamente ciò che ha fatto Giorgio  Barbarìa.

🌟NOTE
(1) o.c., pag. 19.
(2) rispettivamente pp. 140, 20 e 22, 15 (espressione coniata dai Fenici), 18.
(3) cfr. pag. 20.
(4) “prendendo a compagni Greci e Romani”  (pp. 15-79) è il titolo del secondo capitolo con il quale inizia il viaggio virtuale che ci presenta  l’olio e l’ulivo nelle loro vesti molteplici e nel succedersi delle generazioni, spaziando da Atene ad  Olimpia Creta Cipro Spagna  Gallia Roma...: unguento che seduce; “fragrante” e “fluido olio” che onora gli eroi morti,  protegge il corpo degli atleti,  rivela la splendente bellezza di Odisseo e degli eroi omerici; re della cucina;  profumo, balsamo e lenimento; l’ ulivo “grande segreto“ del talamo di Penelope,  albero sacro nel parco di Academo, da cui si ricava l’olio raffinato destinato agli atleti vincitori delle annuali Panatenee e ad Olimpia nelle gare olimpiche il ramo piegato a cerchio, la corona, per i vincitori; l’oliva pacifera e la pax romana; l’olio condimento  per “cibi di liquor d’ulivi”; insomma cura del corpo e dello spirito.  Il tutto attraverso l’intreccio di citazioni di poeti (Omero, Orazio, ecc), filosofi (Talete, Platone, ecc.), storiografi e scrittori vari (Aristeo, Catone, Apicio, ecc.)  nella  dialettica  tra povertà ed abbondanza e nei rituali celebrativi delle feste religiose e secolari.
(5) pag.13.
(6) “Alle sorgenti della Bibbia ebraica e cristiana” (pagg. 60-128)è il terzo capitolo inizia presentandoci  la prima apparizione dell’olio nella Bibbia ebraica  all’interno  di un’azione liturgica (l’olio sacro di Giacobbe) e prosegue spigolando la Genesi, Siracide, Proverbi, Gioele, i Libri dei re, Giobbe, Numeri, Deuteronomio, Isaia, Tobia, Esodo, i Salmi, Samuele, Isaia, Sapienza, Qohelet, Daniele, Giuditta, Ester…. 
(7) cfr. pag. 125.
Domenico Guerello, 
[Ritratto femminile]
(8) “Tra storici, archeologi, geografi, botanici, agronomi, pittori e poeti di Liguria” è il quarto capitolo (pagg.129-178) che  ci documenta la cultura dell’olio  tra i liguri romanizzati; ci parla dell’olio medievale di Albenga, della riviera “abondante di olio”(Petrarca), la taggiasca “ulivo gentile”; ci trasporta  tra gli ulivi di Geno; ci rende edotti circa i saggi di economia olearia di Giovanni Piccone e delle statistiche di Giorgio Gallesio; ci intrattiene sul patriottico olio  di Giovanni Ruffini, patriota mazziniano,  nel suo romanzo storico Il dottor Antonio; e ancora la gita pedestre del lombardo Antonio Annoni da Ventimiglia alla Spezia, per poi contemplare con tenera passione egli ulivi di Boine, l’olio di Novaro, “i bidoni d’olio” di Calvino, gli ulivi”scheletriti”  e “il golfo d’ulivi” di Biamonti e quelli “evanescenti” di Oscar Saccorotti….
(9) Basta consultare la ricchissima bibliografia in coda ad ogni capitolo, rinvenibile in ben 358 note!  
(10) H. Gadamer, Elogio della teoria, Discorsi e saggi, Guerini e Associati, Milano, 1990,  pagg. 23 – 27. Così continua: E’ grazie ad essa che “la diversità, l’inestricabile alterità che divide l’uomo dall’uomo, si fa superabile, anzi viene sublimata  nella prodigiosa realtà di un vivere e di un pensiero comuni e solidali” (p. 27).
(11) G. Barbarìa, o.c., pag. 182.

8 commenti:

  1. Risposte
    1. “Tutte le cose belle sono anche sacre” è il motto di questo blog, che si addice all’olio, magari (l’olio!) al superlativo: laicamente sacro (venerando, benefico) perché capace, in chi vuole e sa vedere, di mobilitare e valorizzare “bellezza, profondità, emozione, autenticità”. Buona domenica.

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  2. SAE Segretario Attività Ecumeniche24 febbraio 2018 alle ore 09:09

    Bella prospettiva ripensandosi da Sud.

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    1. GENIUS LOCI DI TANTE REGIONI ITALIANE, ISOLE COMPRESE. Buona domenica.

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  3. Avevo già messo un commento durante la giornata, ma qui non lo ritrovo. Non conta!
    Bello,bello ed ancora bello! Magistrale nella scelta, nella conduzione e nella fattura.
    Denso di rinvii e quindi lievito di altri approfondimenti.
    Olio come pane... e non a caso si combinano a creare il piatto più semplice e gustoso.
    Grazia di Dio!

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    1. Caro Rosario, ricordo anch’io nella mia infanzia (e non solo…) il pane con l’olio (di ulivo, non altro olio!) e vedo ogni giorno – io ligure di adozione e piemontese di nascita e di cultura – quanti “genius loci”, inesplorati o non ancora convenientemente e sufficientemente esplorati, attendano pratiche “generative”.

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  4. Una delle attività che mi danno gioia è, a novembre, raccogliere le olive che mi regalano gli undici alberelli generosi, in un paesino a 90 km da Palermo. Un anno tale raccolta ha fruttato 30 litri di olio prezioso, saporito e genuino. Saluti cordiali dal cuore del Mediterraneo!

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  5. Grazie per questa bella immagine degli "undici alberelli generosi... dal cuore del Mediterraneo", segno del legame che unisce le nostre terre alla catena delle generazioni e delle culture. Buona serata.

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