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sabato 9 ottobre 2021

Orientarsi e dis-orientarsi.

Orientarsi, dis-orientarsi, costruire mappe.

Post di Rossana Rolando

 “Lo spazio mi ha sempre reso silenzioso”
(Jules Vallés).
 
Paul Klee, Murale del tempio della nostalgia. Là. 1922
Mi interessa l’espressione “orientarsi” e il suo contrario “dis-orientarsi”: meglio di altri opposti può indicare, in ogni momento dell’esistenza, il nostro collocarci “nello spazio dell’altrove”.¹
 
💥Orientarsi: Oggi il termine è ricondotto entro limiti ristretti al breve futuro - come quando si parla di orientamento scolastico o universitario - oppure è identificato con le tendenze proprie di ciascuno - nel caso in cui si riferisca all’orientamento sessuale - o infine viene usato per denotare la capacità di orientarsi geograficamente - per esempio all’interno di una città o nei percorsi di montagna.
Eppure, il significato è potenzialmente più vasto, aperto ai grandi spazi della vita e del pensare, collegato ad un senso più globale dell’esistere e dello stare al mondo. Sì, perché la parola orientamento richiama la capacità di seguire una via, di avere un sole, una luce che illumina il cammino e guida nella direzione. Il contrario – disorientamento – individua la perdita di ogni riferimento, la situazione di smarrimento richiamata nella celebre immagine dei “sentieri interrotti”.²
 
Paul Klee, Uccello che cade, 1919
💥Dis-orientarsi
è termine sicuramente meno usato. Lo trovo in un capitolo di Mindscapes (Psiche nel paesaggio) – libro del 2017 scritto da Vittorio Lingiardi - che ha proprio questo titolo.³ Esso non richiama semplicemente la situazione del disorientamento che tutti abbiamo qualche volta subito, quando ci siamo sentiti confusi, perduti, “avvolti in una spessa notte”, ma evoca il comportamento attivo di chi abbandona presunti punti cardinali, dis-orientandosi volutamente per ricercare altre possibili rotte.
E’ significativa, a questo proposito, l’ultima intervista rilasciata da Edgar Morin, quella in cui il filosofo invita a “cambiare via” e non semplicemente a “cambiare vita”. La seconda formulazione (cambiare vita) rimanda alle cose che si fanno o non si fanno, la prima (cambiare via) allude all’individuazione di ciò che per noi ha primaria importanza. Infatti, nel contesto della pandemia e della lezione che dovremmo averne tratto, Morin afferma, per esempio: “Bisogna non solo rinunciare al consumo di oggetti futili, dal valore puramente immaginario, ma bisogna anche ritornare all’essenziale, a ciò che è umano, ossia le relazioni, lo stare insieme. C’è una riforma della vita che dovrebbe essere attuata e che, purtroppo, ancora non lo è.”
Ecco, la via (l’orientamento di fondo) riguarda il modo in cui si pensa la vita e l’essere uomini, il paradigma, l’idea di civiltà, “l’altrove” da cui l’agire può solo discendere come conseguenza. 
 
Paul Klee, Freccia in giardino, 1929
💥Costruire mappe.
Secondo un sorprendente aneddoto ricordato dallo stesso Vittorio Lingiardi, sempre nel capitolo “Dis-orientarsi”, solo un orientamento può permettere di evitare la perdita di sé, la dispersione e la dissipazione delle proprie energie. Credo sia questo il senso del racconto di Miroslav Holub, dal titolo Breve riflessione sulle mappe che riporto qui:
Un giovane tenente di una piccola unità ungherese sulle/Alpi/inviò una squadra di ricognizione sui ghiacci./Improvvisamente/si mise a nevicare, nevicò per due giorni e la squadra/non fece ritorno. Il tenente era angosciato: aveva/mandato/i suoi uomini a morire./Ma il terzo giorno la squadra di ricognizione tornò/ indietro./ Dov’erano stati? Come erano riusciti a ritrovare la/ strada?/ Be’, spiegava l’uomo, pensavamo senza dubbio di/esserci/persi e aspettavamo la nostra fine. Quando d’un tratto/ uno dei nostri/ trovò in tasca una mappa. Ci sentimmo sollevati./ Preparammo un bivacco, aspettammo che smettesse di/ nevicare, e poi con la mappa/ trovammo la direzione giusta./Ed eccoci qui./ Il tenente chiese di vedere quella mappa straordinaria/ per poterla/ studiare. Non era una mappa delle Alpi/ ma dei Pirenei.
Paul Klee, Strada principale e strade secondarie, 1929
Il finale lascia interdetti. Basta avere una mappa per non perdersi, anche quando non è la carta giusta rispetto al luogo in cui noi siamo e alla direzione che dovremmo prendere? Non si rischia di arrivare in un posto totalmente sbagliato, orientando malamente tutte le nostre fatiche? Evidentemente non è questo il messaggio che vuole dare l’autore (e lo stesso Lingiardi). Sembra piuttosto suggerire questo: senza una mappa non c’è direzione, senza punti cardinali – sempre eventualmente da rivedere dis-orientandosi per ri-orientarsi – non c’è nessuna via (né giusta, né sbagliata), ma solo un vuoto sentirsi persi aspettando la fine.
 
💥Note.
1. Gaston Bachelard, La poetica dello spazio, Dedalo, Bari 2015, p. 218. La citazione in limine è tratta da J. Vallés, Il ragazzo, Feltrinelli, Milano 1973.
2. Celebre espressione heideggeriana, titolo di un testo pubblicato nel 1950.
3. Vittorio Lingiardi, Mindscapes. Psiche nel paesaggio, Raffaello Cortina Editore, Milano 2017, pp. 203 e seg.
4. Espressione utilizzata da Immanul Kant nel suo Che cosa significa orientarsi nel pensiero, contenuto in Questioni di confine, Marietti, Genova 1990, p. 7.
5. La citazione è tratta da qui.
6. Vittorio Lingiardi, Mindscapes, cit. pp. 216-217.
 
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7 commenti:

  1. Voglio fare un commento di primo acchito, senza rimuginare sul contenuto. Trovo il testo pieno di al-lusioni, non di il-lusioni. Ora, se procediamo per via di etimo, prendiamo la differenza tra al e il; dal primo ricaviamo la radice di al-terita’. È una banalità, ma il percorso corre sul sentiero di diversità componibili e rispettabili. La mappa ( e la mappa, di qualsiasi tipo, perché i primi naviganti si davano, per navigare, la mappa costiera, occorre sempre ) dell’orientamento è punteggiata di al-lusso i, dunque. Altra nota : orientamento avrà a che vedere con oriente, dal quale sorge il sole. Tu , Rossana, no lo hai voluto esplicitare : i punti cardinali ci richiamano le virtù cardinali. Stupendo!🌹🤞

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    1. Annamaria Pagliusano9 ottobre 2021 alle ore 11:01

      La mappa, come si sa, non è il territorio, ma aiuta ad esplorarlo, navigando fra le asperità del concreto e le idealità dell' astratto...

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    2. Grazie Rosario! Le parole - anch'esse - segnano direzioni. Gian Maria ama dire che la cultura è, tra altre cose, possesso della parola... Inizialmente volevo citare una poesia di Borges dal titolo, appunto, "L'Oriente". Un grande abbraccio.

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  2. Grazie e ancora grazie, cara Rossana! Trovo interessantissimi questi spunti di riflessione sul dis-orientamento fino al racconto finale così meravigliosamente spiazzante!
    Ma quello che mi ha più colpito è il testo di Luzi..."Che fai? Aggiungo olio alla lucerna". Certo, anche in tempi difficili e soprattutto in tempi difficili!
    Un abbraccio e un augurio di buo weekend!

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    1. Sì, la poesia di Luzi è molto suggestiva. Trovo molto belli anche i versi conclusivi:
      "L’uomo del faro esce con la barca,
      scruta, perlustra, va verso l’aperto".
      Andare verso l'aperto...
      Un grande abbraccio e buona domenica!

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  3. Grazie, Rossana. Avevo bisogno di rileggerti/vi. Da questo scritto ho tratto spunti di bellezza, energia e speranza. Un abbraccio grato. A presto rileggerti.

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    1. Grazie, cara Maria. Anche per me, per noi, è sempre con-fortante leggerti e sapere che ci sei. Un grande abbraccio, Rossana.

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