Non è facile capire, nel nostro mondo dominato dall'homo oeconomicus, l'utilità dell'inutile (Nuccio Ordine).
Post di Rossana Rolando.
La lezione di Nuccio Ordine |
L’utilità dell’inutile è, infatti, il suo libro più famoso, tradotto in 32 lingue. Per una strana coincidenza, l'ultimo giorno di scuola (il 9 giugno) ho affidato proprio questo testo ai miei alunni di quarta liceo classico, perché lo leggano nell'estate. Probabilmente non sapranno della morte dell'autore, ma per me, che ne sono invece colpita, la concomitanza è particolarmente significativa.
Il tema centrale del saggio – come si comprende già dal titolo – è l’utilità dell’inutile, rappresentato quest’ultimo da tutte quelle forme di conoscenza (poesia, arte, filosofia, ricerca…) che non servono a raggiungere uno scopo immediato o semplicemente un profitto, ma che sono tanto più utili perché permettono di diventare migliori, capaci di pensare autonomamente e di dare un senso alla vita e alla convivenza umana. E' dunque il richiamo alla necessità di coltivare il sapere fine a se stesso, al di là della logica puramente utilitaristica che finalizza lo studio all’ottenimento di un diploma o di una laurea e quindi alla specializzazione e all'abilitazione professionale.
Dietro questa tesi di fondo vi è una precisa visione della scuola e dell’insegnamento, del tutto in controtendenza rispetto alle scelte dell’ultimo decennio nel campo della istruzione. Nella seconda parte del libro si trovano, infatti, la critica alla trasformazione degli studenti in clienti da attirare e accontentare; la denuncia della burocratizzazione dell’insegnante e della perdita del suo ruolo di intellettuale; la visione miope del taglio di finanziamenti statali all’istruzione o, come accade oggi, dell’uso copioso degli stessi a servizio di interessi economici che nulla hanno a che vedere con un reale incremento della cultura e della qualità dell’insegnamento (la massiccia digitalizzazione, l’introduzione di nuovi arredi, l’invenzione di figure superflue quali tutor e orientatori).
Leggiamo in L’utilità dell’inutile:
“Studiare (spesso si dimentica che un buon professore è soprattutto un instancabile studente) e preparare le lezioni diventano ormai un lusso da negoziare ogni giorno…” (p. 116).
«Proprio quando la crisi attanaglia una nazione è necessario raddoppiare i fondi destinati ai saperi e all’educazione dei giovani, per evitare che la società precipiti nel baratro dell’ignoranza: “qual è il grande pericolo della situazione attuale? L’ignoranza. L’ignoranza più ancora della miseria”» (p. 121).
“Ognuno di noi ha potuto sperimentare quanto l’inclinazione per una specifica materia sia stata, molto spesso, suscitata dal carisma e dall’abilità di un insegnante. L’insegnamento, infatti, implica sempre una forma di seduzione. Si tratta di un’attività che non può essere considerata un mestiere, ma che nella sua forma più nobile presuppone una sincera vocazione” (p. 142-143).
Il messaggio di Nuccio Ordine non dovrebbe cadere nel vuoto. Il profondo disorientamento che la scuola sta attraversando dovrebbe essere scosso dal richiamo profetico di questo professore per “vocazione”. Il suo impegno nelle aule universitarie, per testimoniare la fecondità del gratuito, durante le sue appassionate e affollatissime lezioni, è il suo vero testamento spirituale.
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Maestri di vita più che professori, da professare qualcosa. R. Pucciarelli
RispondiEliminaE' vero. Nel video che ho inserito sotto, il professor Ordine dice esplicitamente di aver imparato, fin da giovane, da Giordano Bruno, che "il vero filosofo deve essere coerente tra quello che pensa e quello che fa." E aggiunge: "La filosofia deve essere una maniera di vivere. Per me insegnare è la mia vocazione".
EliminaCredo che questo ne faccia un maestro.
La tua passione per il sapere, per la scuola “ fucina del sapere” e “luogo della formazione”, ti hanno portato ad incalzare con i post, richiamando la lezione di Nuccio Ordine, recentemente scomparso. L’estratto, che poi evidenzi, rimanda alle figure degli “intellettuali”; figura ormai desueta, dopo che una cultura materiale dell’utile e del piacere individuale ha perforato le coscienze, tanto da permettere l’espressione: “ con la cultura non si mangia”. Opportuna e doverosa la battaglia per contrastare tale andazzo, soprattutto quando compromette la scuola : la sua separatezza dal contingente, la pluralità delle presenze con la miscela delle diversità. Convintamente con te e Gian Maria! Rosario ✨🌹☮️🤗
RispondiEliminaGrazie Rosario. Per me, l'ascolto del professor Nuccio Ordine sul tema dell'insegnamento e del sapere fine a se stesso, come via per la formazione dell'uomo, è anche una consolazione, perché è la scuola in cui credo, in cui ho sempre creduto e che, oggi, vedo esposta ad un serio pericolo di estinzione.
RispondiEliminaCondivido in pieno questo discorso sull'utilità dell'inutile che hai illustrato con grande chiarezza, sottolineando la necessità che a scuola si coltivi il sapere senza piegarsi alla logiche del profitto o del riscontro immediato.
RispondiEliminaI tuoi allievi sono molto fortunati.
Grazie di cuore, cara Rossana, e un abbraccio grande!
Grazie Annamaria, il tuo amore per la musica e l'arte appartiene all'inutile, come inteso da Nuccio Ordine e dalla lunga storia della filosofia e delle letteratura. Ci muoviamo in un orizzonte comune. Un grande abbraccio, Rossana.
RispondiEliminaCara Rossana, acquisterò il testo del professore Ordine e spero di recensirlo. Sarà il mio modo per onorare il suo impegno e mantenere viva la memoria. Grazie sempre. Un abbraccio.
RispondiEliminaCiao Maria! Sono sicura che ti piacerà molto il libro di Nuccio Ordine! Grazie a te. Un abbraccio grande.
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