La dimensione normale della quotidianità... (Carl Larsson, Cucina). |
Normalità è la vita
quotidiana e la vita quotidiana non è da
confondere né con la banalità né con
l’agire stereotipo né con l'impulso-coazione a fare sempre le stesse cose. Neppure va
identificata con tutto ciò che è irrilevante dal punto di vista della storia
personale e sociale. Al contrario la normalità della nostra vita quotidiana appartiene profondamente alla storia personale
ed interpersonale di ognuno di noi, anzi è la prospettiva a partire dalla
quale va analizzata ed interpretata.
Nella normalità quotidiana vive il travét come me, il presidente Renzi o il presidente Obama. Intere
generazioni e milioni di persone sono vissute e vivono nella normalità della loro vita come in una atmosfera naturale
e non viene minimamente loro in testa di chiedersi quale avventura più o meno
sensata dovrebbe sconvolgerla.
La vita normale è innanzitutto organizzazione giornaliera
dell'esistenza individuale degli uomini e delle donne. La ripetizione delle azioni
quotidiane - categoria cara a Kierkegaard - è virtù della durata, è fedeltà ai compiti ed ai doveri liberamente assunti nella distribuzione feconda del tempo giornaliero. Non va
pensata in contrasto con gli eventi considerati eccezionali,
che anch’essi a ben vedere fanno parte della vita normale, un pulsare
continuo di alti e bassi, di avvenimenti previsti ed imprevisti, di traumi
lancinanti e gioie sconfinate. E’ nella quotidianità che un soggetto umano si autocostruisce assumendo
la sua specifica identità, le sue capacità,
le competenze atte ad interpretare e
cambiare la realtà. Il normale quotidiano
è appunto il tempo-luogo nel quale e attraverso il quale si formano e si
interiorizzano valori e saperi abituali che ci permettono di comprendere la
realtà che ci circonda e di interagire con essa.
Ecco allora il senso
del coraggio della normalità: non
qualche estemporaneo atto eroico, ma coerente virtù della durata, fedeltà ad una tensione permanente verso la
propria ed altrui liberazione.
Luciano Manicardi in “CORAGGIO, NON TEMERE”(ed. Qiqajon, Comunità di Bose) ci
ricorda due valenze del coraggio della normalità:
- quello che fa i conti
con “il clima sociale ammorbato dall’illegalità diffusa, dalla volgarità
imperante, dalla furbizia eretta a sistema, dal carrierismo che non si fa
scrupoli di scalzare altri, dalla logica del profitto a ogni costo,
dall’asservimento al potente di turno”. Nei tempi bui come il nostro il coraggio della
normalità, “esposto cioè alla derisione e al disprezzo, all’incomprensione
e all’emarginazione” rischia di essere considerato addirittura eroico, quando semplicemente si esprime nel compiere il proprio dovere, nel resistere alla corruttela, nel non essere mai servo o servile...
La normalità della vita quotidiana prescinde dall'età ... (Carl Larsson, ragazza). |
... dal mestiere... (Lo scrittore Oscar Levertin raffigurato da Carl Larsson) |
... dal prestigio ... (Carl Larsson, Autoritratto) |
... è indipendente dal rango sociale.. (Carl Larsson, Karin - moglie di Larsson - sul lido) |
... è la normalità - comune a tutti - dello scorrere dei giorni, delle stagioni, degli anni... (Carl Larsson, Vigilia di Natale) |
... è la normalità delle nostre attività... (Carl Larsson, Piselli da sgranare) |
...della risoluzione dei problemi quotidiani ... (Carl Larsson, Falegname ed imbianchino) |
... è la normalità del riposo ... (Carl Larsson, camera) |
... della cura dei bisogni più elementari ... (Carl Larsson, Lisbeth - figlia di Larsson - prepara un bagno) |
... è nel quotidiano che apprendiamo... (Carl Larsson, Karin che legge) |
... è nel quotidiano che lavoriamo ... (Carl Larsson, Estate) |
... è nel quotidiano che compiamo i nostri doveri ... (Carl Larsson, Karin - moglie di Larsson - sbuccia le mele) |
... adempiamo i nostri compiti ... (Carl Larsson, Officina) |
-
quello legato alla nostra finitudine: il coraggio di
esistere, di affrontare le fatiche, le difficoltà ed i rischi del
vivere, "sopportando l’opacità e la
ripetitività del quotidiano senza vedere niente di straordinario all’orizzonte.
Anzi, sapendo che l’orizzonte ultimo della vita è la morte”. Il coraggio della normalità è trascorrere i nostri giorni nell’impegno a vivificare la nostra vita e l'altrui esistenza “facendo
dell’amore e della giustizia l’azione perseverante quotidiana.”
Meraviglioso coraggio!
Meraviglioso coraggio!
Il coraggio della normalità ... del perseverare nel nostro impegno... (Carl Larsson, Fiori alla finestra). |
.... il coraggio di affrontare la gioia e la fatica del vivere .... (Carl Larsson, Piccola colazione nel parco, Esbjörn, figlio di Larsson, particolare) |
Carl Larsson
è stato un pittore svedese vissuto tra il 1853 e il 1919. Si può considerare il
cantore della quotidianità dal momento che, nelle sue opere, ha prevalentemente
rappresentato, spesso con fine ironia, scene di vita domestica e figure di
familiari (la moglie Karin, i figli …).
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