“Qohelet,
piccolo gioiello della letteratura biblica,
è un medico che si fa vicino ai suoi lettori
per dare un nome alle malattie che, più o meno
impreviste,
minacciano il senso dell’esistenza umana sotto il sole, giorno dopo giorno”
minacciano il senso dell’esistenza umana sotto il sole, giorno dopo giorno”
(Gianfranco Ravasi)
Recensione. |
Breve recensione/sintesi dell’agile
volumetto del Card. Gianfranco Ravasi, Qohelet
e le sette malattie dell’esistenza (Qiqajon, Comunità di Bose, Magnano,
2013, 5° ristampa).
Il Qohelet (L’Ecclesiaste)
raccoglie le meditazioni di un aristocratico intellettuale ebreo del III sec.
a.C. E’ un libro, variamente interpretato, che
“scuote profondamente chi accetta di ascoltarlo”, perchè enigmatico, inquietante,
problematico. Qohelet è l’uomo
dell’oscurità o della gioia? L’interpretazione di Ravasi si pone all’interno di un “singolare intrico di luce e
tenebra, o meglio di luce dalla tenebra”, in un percorso di sette malattie che
minacciano ogni giorno l’esistenza umana.
Le malattie che minacciano l'esistenza umana...
(Johann Heinrich Füssli, Silenzio).
|
1. La malattia che mina la
parola.
“Tutte le parole sono logore e l’uomo non può più usarle” (Qo.1,8).
Sintesi della nostra odierna malattia della comunicazione, che si vale spesso
di parole senza significato, “chiacchiera ostentata”. Il rimedio è
nel ritrovare la parola efficace, la voce “che inquieta e tormenta”.
La malattia della comunicazione ... (Johann Heinrich Füssli, Autoritratto) |
2. La malattia che riguarda
l’agire.
“Quale valore-senso ha faticare per il vento?” (Qo. 5,15).
La
nostra frenesia produttiva e consumistica non è che inconsistenza e tentativo
di stordirci e sfuggire l’angoscia che ci abita. L’invito è quello di stare in
guardia dall’alienazione del fare: fermiamoci a pensare, meditare,
contemplare (un tramonto, un fiore, suggerisce Ravasi…).
La malattia dell'agire ... Johann Heinrich Füssli, Donna seduta. |
3. La malattia che concerne
l’intelligenza.
“Ho consacrato il mio cuore a ricercare e ad esplorare
con sapienza tutto ciò che accade sotto il cielo.[…] Ho visto tutte le azioni
fatte sotto il sole: ecco, tutto è vuoto e fame di vento… Grande sapienza è
grande tormento: chi più sa, più soffre” (Qo. 1,13-14,18).
Volere capire la
realtà e comprendere il mistero della vita è l’autentico segno
della dignità umana, ma è fonte di sofferenza e di lacrime, perché
comporta la scoperta del negativo, della finitudine, del male. Solo con
la sapienza ci si riconcilia con l’intelligenza.
La malattia dell'intelligenza ... Johann Heinrich Füssli, Autoritratto. |
4. La malattia relativa al
tempo.
“Tutto ha la sua stagione, ogni evento il suo tempo sotto il
cielo; il tempo di nascere e il tempo di morire, il tempo di piantare e il
tempo di sradicare…” (Qo. 3,1-8).
La pagina di “questa eloquente
litania dei tempi dell’esistenza umana” è costituita da 14 coppie di
polarità, 28 elementi scomponibili in due totalità simboliche, “il 7 della
pienezza dell’essere ed il 4 dei punti cardinali”. L’invito - rivolto ad ogni
uomo e donna, immersi nell’esperienza indecifrabile della ripetizione - è
quello di imparare a vivere un atteggiamento di umiltà nei confronti del
proprio tempo e spazio, smitizzando ogni luogo comune di celebrazione del
ciclo della storia.
La malattia del tempo ... Johann Heinrich Füssli, Artista commosso dalla bellezza di antichi frammenti ... |
5. La malattia che tocca la
società.
“Io mi sono messo a considerare tutte le violenze perpetrate
sotto il sole: eccole le lacrime delle vittime da nessuno consolate, da nessuno
consolate contro il forte potere dei violenti” (Qo. 4,1-2).
E’ la
rilevazione della violenza ed ingiustizia, della solitudine delle vittime,
della strutturale fragilità della condizione umana. In 4,13-16 Qohelet
tratteggia una spietata critica di ogni forma di potere, che prima
o poi finisce per riproporre l’oppressione. “La cecità di chi è al potere
innalza gli stupidi nelle alte cariche” (Qo. 10, 5-6).
La malattia della società ... Johann Heinrich Füssli, Soldati che combattono. |
6. La malattia più radicale
che infetta l’esistenza umana.
“Il destino degli uomini e il
destino delle bestie è un unico destino. Come muoiono queste, così muoiono
quelli, in tutti c’è un unico alito di vita. L’uomo non è superiore alla
bestia. Sì, tutto è vuoto!” (Qo. 3, 19-20).
E’ la lezione durissima sulla
nostra strutturale caducità e finitudine. Tutta la realtà e noi stessi
siamo hevel, termine ebraico usato da Qohelet 38 volte su 73
totali della intera Bibbia ebraica. Difficile la resa nella traduzione: vanità,
fumo, niente, miseria, vuoto. Insomma realtà inconsistente, esistenza
priva di senso. L’ultima pagina, forse la più nota, è un “addio alla vita”,
degno suggello all’intera opera. Riporto nelle pagine di questo blog il testo,
piuttosto lungo, che merita di esser letto per intero.
La malattia della finitezza ... Johann Heinrich Füssli, Le Parche. |
7. La “malattia teologica”.
“Quando pronunci parole davanti a Dio, non essere precipitoso
con la bocca e frettoloso col pensiero: Dio è nei cieli e tu stai sulla
terra… Perciò, poche parole!” (Qo. 5,1–4).
Il pudore verbale e
il rispetto di Dio (mai indicato come Jhwh, al più come Elohim o “il Dio”)
è l’atteggiamento essenziale che colloca il Creatore e la creatura
nelle loro posizioni esatte. Abbandoniamo i luoghi comuni, non moltiplichiamo
le parole inutili su Dio, sradichiamo la tentazione del “Dio
tappabuchi” (Bonhoeffer), perché – commenta Ravasi citando Is, 55,8 - “i
miei pensieri non sono i vostri pensieri, le vostre vie non sono le mie vie –
oracolo del Signore”.
La malattia teologica ... Johann Heinrich Füssli, Tiresia preannuncia il futuro ad Odisseo. |
Il Qohelet è parola di Dio?
Secondo Origene “il vero Ecclesiaste è Cristo il quale essendo in forma
di Dio, ha svuotato se stesso, assumendo la forma di servo”. Qohelet ci
aiuta a comprendere l’incarnazione di Dio all’interno della storia ed i
limiti dell’uomo.
...dentro l'incertezza... |
...dentro il vuoto... |
Conclude Ravasi: “In Qohelet,
parola di Dio nella crisi dell’uomo, la desolazione del non senso è fecondata
ed irradiata e nelle sue riflessioni è già all’opera il germe segreto e
nascosto della redenzione, come nella notte che contiene in sé l’alba della
Pasqua”.
... dentro le malattie di oggi ... |
Il pittore e disegnatore di cui
abbiamo riportato le opere è Johann Heinrich Füssli. Vissuto tra il
1741 e il 1825, di origine svizzera, ha svolto la sua attività prevalentemente
in Gran Bretagna.
Pubblichiamo nelle “pagine”, segnalate a lato destro di ogni post, una nuova “pagina”
relativa a Qohelet, complementare al presente articolo e contenente il citato “addio
alla vita”.
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