"La
gratuità prende tutto...
come un oceano infinito nel quale l'essere vive,
respira, si bagna di gratuità...
è la gratuità che presiede alla vita...”
(Luisito Bianchi, Dialogo sulla gratuità).
Il romanzo di don Luisito Bianchi... |
Don Luisito Bianchi (per le
essenziali note biografiche si può vedere il nostro post del 25.04.14 ”Luisito
Bianchi e la Resistenza”) è conosciuto soprattutto per il suo romanzo sulla resistenza
“La messa dell’uomo disarmato”. La lettura di questo libro è stata per
noi un incontro casuale (grazie all’amico Gianni Peirano), subito
trasformatosi in avvenimento e grazia. E poiché con gli amici si
condividono le cose belle e soprattutto i bei libri, incontrare questo libro bellissimo non poteva non significare amarlo e
condividerne i contenuti con tutte le persone desiderose di essere
responsabili delle bellezze del mondo.
... un dono da condividere... |
Siamo a lungo rimasti indecisi, mia
moglie ed io, se ripresentare come post quell’analisi: lunga (più di
dieci cartelle!), articolata (ripercorre tutte le 850 pagine!) ed accorata (è
lo sguardo di chi cerca di capire e si interroga, di chi guarda con amore
il creato ed ogni creatura, per cogliere la verità che è “a-letheia”, non
nascondimento). Dunque un viaggio che non cede alle lusinghe del “mordi e
fuggi”, tipiche del viaggiare in internet. Infine abbiamo deciso di
riproporlo proprio il giorno della festa della Liberazione, il 25 aprile: una
sfida che gli amici che ci leggono potranno liberamente, ed “eroicamente”,
raccogliere, se riterranno che ne valga la pena.
... un testo che si presta a vari livelli di lettura e approfondimento... |
In ogni caso mi permetto
di tracciare un breve quadro del “romanzo sulla resistenza” (così Luisito lo definisce),
come premessa alla lettura diretta della "messa" o come modesto succedaneo all’analisi che
verrà pubblicata il 25 aprile.
Il libro non è solo un romanzo
sulla resistenza, ma anche un’elegia della vita contadina, un’autobiografia
spirituale. Non solo tratta precisi eventi storici, ma descrive volti, persone,
gesti. Libro scomodo, disturbante, senza cedimenti al revisionismo: il modo
migliore di celebrare il 25 aprile, dove la potenza della memoria è
ricordo ma insieme attualità e responsabilità, è passato ma nel contempo
presente.
... viaggio della memoria che conferisce luce al presente... |
C’è una convinzione comune in tutti
coloro che hanno letto il libro ed in tutte le recensioni che abbiamo avuto
la ventura di scorrere: si tratta di un’opera sulla resistenza diversa da tutte
le altre, evento che mancava nella vicenda letteraria nazionale, libro singolare in cui, pur nella manifestazione disumana del male della
guerra, c’è un effondersi dell’amore che filtra, pervade, intride di sé
personaggi, paesaggi, gesti, dialoghi, pensieri.
... opera che ricostruisce la resistenza in modo del tutto singolare... |
Molti hanno parlato e parlano di
capolavoro letterario. Sicuramente si è trattato di un autentico caso
editoriale. Il romanzo circolò in edizione autoprodotta ed autofinanziata
tra il 1989 e il 1995. L’editore Sironi si imbatte casualmente in quest’opera e
decide 13 anni fa di ristamparla, rendendola così disponibile al grande
pubblico.
... da molti ritenuto un capolavoro. |
La vicenda narrata comincia nella
primavera del 1940. Il protagonista Franco, sulla via di diventare monaco
benedettino, se ne torna dai suoi nella campagna cremonese alla cascina
Campanella. Il fascismo entra in guerra, alleato dei nazisti. Piero, il
fratello, sarà in Grecia a buscarsi un congelamento, mentre altri giovani del
paese partono per la campagna di Russia. La svolta storica avviene l’8
settembre del 43: è la scelta tra libertà e schiavitù, tra dignità e servilismo,
bene e male. Sullo sfondo liturgico delle stagioni della terra, tra semine,
raccolti, vendemmie e sagre, si innestano i riti cruenti degli uomini in
lotta fratricida. L’intreccio di invenzione letteraria, ricerca
spirituale e ricostruzione storica è articolato in tre tempi, quasi un
itinerario liturgico: il gemito della Parola – il silenzio della Parola -
lo svelamento della Parola.
Nel libro si intrecciano la ricostruzione storica, l'invenzione letteraria, la vicenda umana e spirituale... |
Non so in quale fase oggi don Luisito
porrebbe questi nostri giorni. Certo la figura dell’autore e la sua
biografia spirituale sono riflessi in molti personaggi del libro: in Franco,
che esce dal monastero e torna a fare il contadino nel paese di campagna; nel
fratello Piero che non si reputa cristiano ma che spende la vita per gli altri;
in don Luca-Benedetto, monaco del monastero che si aggrega ai partigiani sulle
montagne; in Giuliano, Rondine, Stalino. il giovane Balilla, tre figure di umili che non si
dimenticano facilmente; nell’arciprete del paese, uomo colto e vicino alla
gente; nel Professore, in Cecina e suo marito, nella madre; nell’abate del
monastero, figura forse modellata su Aureli Escarrè, l’abate di Montserrat
fuggito dal regime franchista e morto proprio a Viboldone, dove don Luisito
risiedeva.
... e i personaggi escono vivi dalla pagina ... |
Perché un prete sente il bisogno di
scrivere “un romanzo sulla resistenza” (è il sottotitolo)? Don Luisito
vede una straordinaria connessione tra la parola dell’Avvenimento, la
Parola di Dio, la parola laica della Resistenza. Parola che si fa cultura nella
misura in cui ti fa appartenere alla gente; diventa ricerca, poesia,
bellezza, promessa e riconciliazione, amore disarmato e gratuità. La
resistenza allora assume un doppio significato: da una parte racconto della
lotta partigiana; dall’altra categoria spirituale che indica la capacità
di riconoscere la presenza di Dio, della Parola, anche in fatti tragici e
violenti.
“Se la Parola non era presente anche in quei fatti drammatici, allora era vero che Dio era morto dopo Auschwitz”.“Quegli uomini che lasciarono tutto, casa, famiglia, figli, lavoro e andarono a combattere sulle montagne per liberare la patria dall’invasore e conquistare la libertà furono l’esempio più bello di gratuità che si potesse pretendere. Fu la testimonianza di come tanti uomini erano pronti a dare la propria vita per la costruzione di un mondo nuovo. E capii anche che quel sangue, gratuitamente versato, non era stato vano, perché ogni volta che ne facciamo memoria, come ho tentato di fare ne “La messa dell’uomo disarmato”, lo attualizziamo. Esattamente come accade nella Messa, quando facciamo memoria del sacrificio di Cristo”.
... e immettono in un mare di significati... |
... sulle tracce di un mondo da rinnovare ... |
...proiettati in un orizzonte di libertà. |
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