“Bisogna
salvarsi insieme; bisogna arrivare insieme dal buon Dio,
bisogna
presentarsi insieme; non bisogna arrivare a trovare il buon Dio
gli
uni senza gli altri. Dovremo tornare tutti insieme nella casa del padre.
Bisogna
anche pensare un poco agli altri;
bisogna
lavorare un poco gli uni per gli altri.
Che si
direbbe se arrivassimo, se tornassimo gli uni senza gli altri?”
(Ch . Péguy, Il mistero della
carità di Giovanna d’Arco, AVE, Roma, 1066, pag. 35:
parla Alvietta, la piccola amica di Giovanna).
parla Alvietta, la piccola amica di Giovanna).
Insieme ... |
Auguri di Buona Pasqua a tutti:
- A tutti coloro che ogni giorno si sforzano di rinascere a
nuova vita, con l’augurio sincero di una festa domenicale che sia riposo
autentico dalle fatiche feriali, ri-scoperta di sé e della propria identità,
ri-creazione e gioia fatta di affetti familiari, di incontri privilegiati
di condivisione e convivialità, di tutte le modalità
“belle” del nostro essere al mondo.- Ai credenti cristiani che, in questi giorni, celebrano il Mistero più alto e più profondo della loro fede.
- A tutti proponiamo due lievi favole - due racconti, due
percorsi opposti -, la cui interpretazione è lasciata al discernimento, alla
sensibilità e responsabilità di ognuno.
Che cosa può salvare? |
C’era una
volta una donna “cattiva” che morì, senza lasciarsi dietro nemmeno un’azione
virtuosa. I diavoli l’afferrarono e la gettarono in un lago di fuoco. Ma
il suo angelo custode era là e pensava: “Di quale sua azione virtuosa mi posso
ricordare per dirla a Dio?” Se ne ricordò una e disse a Dio: “Ha sradicato una cipolla
nell’orto e l’ha data a un mendicante.” E Dio gli rispose: “Prendi dunque
quella stessa cipolla, tendila a lei nel lago, che vi si aggrappi e la tenga
stretta, e se tu la tirerai fuori del lago, vada in paradiso; se invece la
cipolla si strapperà la donna rimanga dove è ora”.
L’angelo
corse dalla donna, le tese la cipolla: “Su, donna, - le disse - attaccati e
vieni”. E si mise a tirarla cautamente. L’aveva già quasi tirata fuori, ma gli
altri peccatori che erano nel lago, quando videro che la traevano fuori,
cominciarono ad aggrapparsi tutti a lei, per essere anch’essi tirati
fuori. Ma la donna era “cattiva” e si mise a sparar calci contro di loro,
dicendo: “E’ me che si tira e non voi, la cipolla è mia e non vostra”.
Appena ebbe detto questo, la cipolla si strappò e la donna ricadde nel lago …
L’angelo si mise a piangere e si allontanò.
(cfr. F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, vol. II, Garzanti, Milano 1981, pp. 375-376).
(cfr. F. Dostoevskij, I fratelli Karamazov, vol. II, Garzanti, Milano 1981, pp. 375-376).
Chi può salvarsi? |
* C’è poi un
secondo racconto…
C’era una volta un cammello cieco che aveva smarrito la sua carovana. Sospirava e si lamentava, perché la cecità gli avrebbe impedito di raggiungere i suoi compagni. Ad un tratto si avvicinò una pecora zoppa che aveva perduto il gregge. Sospirava e si lamentava, perché la lentezza le avrebbe impedito di tornare all’ovile del paese prima di notte. Passò di là un vecchio eremita: “Smettetela di commiserarvi! Il cammello potrà caricare sulle spalle la pecorella: l’uno metterà le gambe, l’altra metterà gli occhi.” E fu così che in meno di un’ora il cammello e la pecora raggiunsero la meta desiderata.
(cfr. Le parabole di Anthony de Mello, a cura di Elsy Franco, Piemme).
C’era una volta un cammello cieco che aveva smarrito la sua carovana. Sospirava e si lamentava, perché la cecità gli avrebbe impedito di raggiungere i suoi compagni. Ad un tratto si avvicinò una pecora zoppa che aveva perduto il gregge. Sospirava e si lamentava, perché la lentezza le avrebbe impedito di tornare all’ovile del paese prima di notte. Passò di là un vecchio eremita: “Smettetela di commiserarvi! Il cammello potrà caricare sulle spalle la pecorella: l’uno metterà le gambe, l’altra metterà gli occhi.” E fu così che in meno di un’ora il cammello e la pecora raggiunsero la meta desiderata.
(cfr. Le parabole di Anthony de Mello, a cura di Elsy Franco, Piemme).
Da che cosa dobbiamo salvarci? |
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