Violenza che colpisce... (M.K. Čiurlionis, Fulmine) |
... violenza che deve essere espiata... (M.K. Čiurlionis, Diluvio) |
Devono prima trascorrere un anno nel Tartaro, in preda alle onde della marea, per poi essere ricacciati fuori lungo i fiumi Cocìto e Piriflegetonte. Così come si sono lasciati prima trascinare dall’onda dell’impulso, ora sono condannati ad essere sbattuti dai flutti del Tartaro e dalle correnti dei due fiumi inferi, ritorcendosi su di loro tutta la violenza che hanno versato sugli altri.
...violenza che si ripercuote... (M.K. Čiurlionis, Sonata del mare) |
...la volontà di espiazione e di rinascita... (M.K. Čiurlionis, La creazione del mondo) |
... la ragnatela che imprigiona.... (M.K.Čiurlionis, Sonata finale) |
Ma può anche
essere un passaggio provvisorio. Ed è il momento più interessante di tutto il
brano: i carnefici chiedono di essere accolti dalle proprie vittime, invocano, domandano
e ridomandano. Sorprende anzitutto il
fatto che la richiesta del perdono non sia rivolta alla divinità, ma indirizzata a chi ha subito l’offesa; colpisce
inoltre la cocciutaggine di chi richiede:
“gridano e invocano”, “pregano e supplicano”… L’unica via per liberarsi
davvero, per riemergere dall’inferno del proprio abisso viene da Platone
sospesa alla volontà di coloro che sono stati umiliati e oltraggiati. La pena si
estingue soltanto con il gesto liberatore dell’altrui perdono: è l’altro che
decide se la condanna può essere tolta, è la vittima che può permettere di attraversare
l’immobilità di un tempo altrimenti fissato alla colpa - la palude del racconto
- e tornare ad una nuova vita. Senza
quel “dono” - perdono - il colpevole è
destinato a rimanere morto dentro il suo inferno interiore ed esteriore.
Ed ecco
quindi l’altro lato del discorso che in Platone risulta appena accennato: la
vittima vuole o può per-donare? Perché dovrebbe perdonare?... Certo si può
evincere, dalla ridondanza della supplica,
che il perdono è un gesto raro e difficile, frutto di un lungo lavoro
della mente, e si può desumere, dalla possibilità che non venga accordato, che non
è mai un atto dovuto, obbligatorio, imposto, ma un movimento gratuito e imprevedibile,
che si inscrive in un orizzonte di libertà …
Oltre, con questo suggestivo passo del Fedone
platonico, non possiamo andare.
... la gratuità del gesto... (M.K. Čiurlionis, Amicizia). |
Mikalojus Konstantinas Čiurlionis è un compositore
di musica e un pittore lituano vissuto tra il 1875 e il 1911. Nelle sue opere è
percepibile lo stretto legame tra pittura e musica, tra uso del colore –
soffuso e nebuloso – ed espressione psicologica di stati d’animo, tra raffigurazione
appena accennata di elementi della natura e trasfigurazione onirica. Per
questa visionarietà che sempre più esce dai confini della pittura naturalistica
per avvicinarsi a forme astratte e simboliche Čiurlionis suscitò grande
interesse in Kandinskij.
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