(George Lilanga,
definito il
“Picasso africano”)
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In questi giorni i media sono a buon diritto centrati sulle vicende dei fuggitivi nelle terre d'Europa. Eppure ogni giorno i “paesi del Sud”, in particolare l’Africa, sistematicamente sono violentati dalle infinite guerre regionali, dalle tragiche morti di persone che fuggono altrove, dalle violenze sulla popolazione, specie donne e bambini, vittime di sopraffazione, oppressione, sfruttamento.
Le nostre coscienze sono senza scampo interpellate e
non possiamo starcene fuori solo perché ognuno di noi sa fin troppo bene di
essere impotente nella sua singolarità. La storia, implacabile, non farà sconti
alla nostra generazione.
Hi-Zerbo (1922-2006) - originario del Burkina Faso,
militante politico, insegnante, padre della storiografia africana, uno
dei maggiori intellettuali africani del 900 - ha pubblicato numerosi saggi (tradotti
da Einaudi, Jaca Book, EMI) ritenuti fondamentali per le concrete
proposte di convivenza, integrazione e scambio tra il suo continente e il resto
del mondo.
In questi giorni di tragiche emergenze vorrei raccogliere brevemente alcune riflessioni sul suo “Punti fermi sull’Africa”.
In questi giorni di tragiche emergenze vorrei raccogliere brevemente alcune riflessioni sul suo “Punti fermi sull’Africa”.
Primo. E'
vergognosamente arbitraria e faziosa la visione eurocentrica che relega
l’Africa nella periferia del mondo, così come lo sguardo paternalistico o
discriminatorio che attribuisce agli africani solo tradizione orale e
cultura folkloristica ed agli occidentali invece civiltà e storia.
Secondo.
L’Africa, culla e speranza dell’umanità, ha generato la civiltà umana durante
il più lungo periodo della storia del mondo. Poi per quattro secoli circa 100
milioni di persone sono state brutalmente schiavizzate come carne grezza per la
prosperità di altri popoli. Il posto degli africani nella storia umana non è quello
servile in cui finora sono stati confinati.
George Lilanga. |
Terzo. Non
c’è una identità africana pura. L’identità africana non è una struttura
fossile: è vita, storia in cammino, processo che, inglobando il passato e
il presente ed in qualche misura anche il futuro, si costruisce dalle
molteplici identità africane.
George Lilanga. |
Damian Msagula |
Quinto. La
sovranità nazionale non esiste nella carestia e nella mendicità. L’aiuto
umanitario “costituisce una menzogna sulla struttura mondiale degli scambi,
perché il flusso netto dei capitali va da Sud a Nord”; sviluppa inoltre il
complesso di mendicità e la dipendenza dagli avanzi del Nord, trasformando
il Sud in discarica del pianeta. Numerosi dirigenti svolgono un ruolo nefasto
in questa discesa agli inferi dove le reti di complicità e di
corruzione Nord-Sud interessano spesso le strutture statali.
George Lilanga |
Sesto.
La globalizzazione non è innocente. Mentre i paesi africani vegetano al
limite della sopravvivenza, il Nord accumula tesori senza limiti:“un gigantesco
prelievo di minerali, pietre preziose, energie non rinnovabili, risorse
genetiche, sportivi, ricercatori, scienziati, informazioni, artisti e prodotti
culturali (musica, arti plastiche), medici, medicine, rimborsi del debito
ecc.”. Scandalo intollerabile è il land grabbing, l’accaparramento delle
terre “inutilizzate”, vendute ad aziende o governi di altri paesi senza
il consenso delle comunità che ci abitano, spingendo alla fame migliaia di
contadini, lasciati senza terra né futuro.
Joseph Cartoon |
Settimo: Che fare? La
globalizzazione pilotata dalla logica del capitalismo neoliberista è un sistema
totalizzante che governa tutte le dimensioni della vita individuale e
collettiva. L’unica risposta è “prenderla in contropiede in tutti i settori del
pensiero e dell’azione”, tramite una strategia di alleanze delle
società civili, che con i loro progetti alternativi già operanti in tante
parti del mondo possono riuscire a “sovvertire” le leggi di mercato per
metterle al servizio potenzialmente di tutti i paesi del Sud e del Nord:
per condividere in circuiti sempre più
vasti una economia solidale ed un mercato equo che sappiano
aggirare le strutture dello scambio disuguale; per educare le vecchie e
nuove generazioni al valore del lavoro, del bene sociale, del sentimento
civico di appartenenza ad una comunità corresponsabile del bene
comune; per rivendicare il rispetto delle differenze e la solidarietà
sociale verso i gruppi più deboli del corpo sociale... In questa “resistenza” determinanti
sono gli "intellettuali" nei vari settori della cultura,
dell'istruzione, dell'economia e del sociale.
Il timore di molti occidentali è che fra
un breve lasso di tempo, se non si “sovvertirà” l’attuale
globalizzazione, assisteremo non più a migrazioni in qualche
modo controllabili ma a vere e proprie invasioni di maree di gente
disperata (persone!), che non avranno più nulla da perdere, che non si fermeranno di fronte
a nulla. E noi che faremo? Che aspettiamo? Da che parte ci schieriamo
oggi? E domani? Non a parole, ma con fatti e con decisioni laceranti.
Maurus Michael Malikita |
Per Hi-Zerbo l’interdipendenza umanitaria, cioè il prenderci carico gli uni gli altri, è l’unica strada percorribile per salvare il creato: "Il rimedio dell’uomo è l’uomo stesso. L’uomo sono gli
altri” (cit., pag.111). Altrimenti, come dichiarava Z. Bauman ad Avvenire il 20.10.14, non rimane che l’alternativa di spararci a vicenda.
Anwar |
Tutte le immagini delle opere e la citazione relativa all'arte africana, qui sopra riportata, sono tratte dal bellissimo sito curato da Cesare Pippi, che gentilmente ci ha autorizzato a pubblicarle: Arte contemporanea africana. Consigliamo vivamente di prenderne visione.
Anwar |
Condivido in pieno l'articolo.
RispondiEliminaBuona giornata.
Grazie per la condivisione di pensieri! Buona giornata.
RispondiEliminaDa leggere.
RispondiEliminaRecupero, leggendolo a fine giornata.
RispondiEliminaCi tengo a dire la mia: un sostegno convinto alla Causa. Umanità- Giustizia - Verità.
Umanità: nel rispetto della fratellanza.
Giustizia : fuori da ogni discriminazione di etnia, di cultura e di tradizioni e in riparazione di millenni di sfruttamento.
Verità : nella cifra dell'incontro, del dialogo, dello scambio alla pari. Contro l'inganno della globalizzazione segnata di interessi finanziari.
Grande è ilnostro debito nei confronti dell'Africa!
Secondo R. Mancini (La scelta di accogliere, Qiqajon, 2016) l'inganno di questa globalizzazione (estensione a livello mondiale dell'economia ad egemonia finanziaria) si rivela in una triplice verità: l'Europa colonialista ha un grande debito storico nei confronti non solo dell'Africa; il sistema neoliberistico dei poteri finanziari non è in grado di governare le contraddizioni del mondo attuale (conflitti bellici, migrazioni, fondamentalismi armati, terrorismi, nazionalismi, disastri ambientali, esaurimento delle risorse, diseguaglianze abissali, sviluppo mondiale delle mafie); l'Europa si sta disgregando in una ridda di ideologie dominanti “immorali e antidemocratiche” (nazionalismo, localismo, individualismo, populismo, neofascismo, neoliberismo). L'alternativa è una globalizzazione dialogica e democratica di “interdipendenza tra i popoli: pratiche di accoglienza, intese interreligiose, diffusione della conoscenza dell'arte e del pensiero delle diverse culture, accordi per la pace, processi di cooperazione equa e solidale, movimenti transnazionali per la difesa dei diritti umani e della natura, giornalismo d'inchiesta su scala internazionale, lotta coordinata contro la grande criminalità”! (Prossimamente vorrei scrivere una recensione di questo libro di Mancini)-
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