"Persona e Comunità" è un blog di riflessione culturale, filosofica, religiosa, pedagogica, estetica. Tutti gli articoli sono scritti da: Gian Maria Zavattaro, Rossana Rolando, Rosario Grillo.
Il
libro antologia Sono un sogno di Dio,
Poesie, Qiqajon, 2015, può essere un valido approccio all’opera poetica di
Fernando Pessoa – per chi non conosce questo autore – e un’occasione per
approfondirne un aspetto particolare (quello religioso) per chi ne è già
appassionato lettore. Il testo è fornito di una bellissima introduzione scritta
da J.T. Mendonçache presenta efficacemente alcuni tratti distintivi della figura
di Fernando Pessoa e il suo ruolo fondamentale nella cultura e nella poesia del Novecento. Mistero
dell’esistenza, inquietudine, malinconia, meraviglia… sguardo poetico che penetra oltre la
“crosta che copre la realtà” e risveglia ad una comprensione più profonda delle cose:
questo lo “scrigno” che il libro dischiude al lettore.
Fernando Pessoa, Una sola moltitudine
In
particolare leggere Pessoa significa accogliere l’invito a riflettere sulla
persona, sull’io e sulla sua identità profonda (per un curioso gioco di parole ricordiamo
che “pessoa” in portoghese vuol dire persona). Egli, infatti, è il poeta “eteronimo”
per eccellenza: inventa molte
personalità che via via vanno a
costituire gli eteronimi (nomi diversi) dei suoi componimenti. Non semplici pseudonimi ossia
nomi fittizi, presi a prestito per nascondere un’unica personalità, ma nomi che
corrispondono a tante personalità diverse e ben delineate – nascita e morte,
lavoro e interessi, gusti e stile - con
i quali Pessoa ha firmato, in tempi successivi, le poesie pubblicate su vari giornali
e riviste.
Fernando Pessoa, Il libro dell'inquietudine
L’eteronimia
dunque non è semplicemente un espediente, una finzione letteraria. Essa intende
comunicare una verità profonda sull’uomo Pessoa e - al di là dei confini biografici
e individuali - sull’uomo contemporaneo. Ma una verità di quale segno?Quello,
ricco e positivo, che indica la molteplicità degli sguardi all’interno dell’uno
o quello, spersonalizzante e negativo, che rivela una frantumazione interiore dell’io impossibile
da ricomporre?
Questa
dialettica tra uno e molti, tra io e polverizzazione dell’identità, tra ricchezza
del molteplice ed esigenza dell’unificazione mi pare ben espressa in due
componimenti, contenuti in Sono un sogno di Dio,
Poesie, Qiqajon, 2015, che di seguito riporto.
Il primo è parte di un testo tratto dall'eteronimo
Álvaro de Campos (p. 107):
Paul Klee, Fratelli
“Quanto
più sentirò, quanto più sentirò come varie persone,
Quante
più personalità avrò,
Quanto
più intensamente, stridenti le avrò,
Quanto
più simultaneamente sentirò tutte quante,
Quanto
più diverso in unione, attento in dispersione,
Starò,
sentirò, vivrò, sarò,
Tanto
più possiederò l’esistenza totale dell’universo,
Più
completo sarò all’interno di tutto lo spazio,
Più
analogo a Dio, sia Egli chi sia,
Perché,
sia chi sia, certamente è Tutto,
e
al di fuori di Lui esiste solo Lui, e Tutto per Lui è poco.”
Il
secondo è ripreso per intero dall’eteronimo Ricardo
Reis (p. 99):
Paul Klee, L'uomo segnato
“Per
essere grande sii intero: niente
Di
te esagera o escludi.
Sii
tutto in ogni cosa. Poni quanto sei
Nel
minimo che fai.
Così
in ogni lago la luna intera
Brilla,
perché alta vive.”
Nel video si può ascoltare un’intensa lettura
della poesia “Ode al crepuscolo” (malinconica e profondissima riflessione poetica sulla morte). Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.
Per integrare il vostro bellissimo articolo, vi segnalo il video di presentazione del libro preparato dalle Edizioni Qiqajon https://www.youtube.com/watch?v=a275edAKh2k
Grazie di cuore Stefano. Sono molto felice del tuo commento e della tua segnalazione. Inserisco il video qui in modo che ciascuno possa goderne. La poesia di Pessoa che viene letta mi aveva già colpito: è contenuta nel libro (p. 53) e riportata nella quarta di copertina. Molto efficace, nel video, lo sfondo bianco (metafora della nostra cecità e di ciò che non vediamo) e lo spazio di luce (simbolo del “pertugio”, che esiste in ciascuno di noi, “al fondo di un pozzo”). Un caro saluto, Rossana e Gian Maria.
Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video. [video]https://www.youtube.com/watch?v=a275edAKh2k[/video]
Per integrare il vostro bellissimo articolo, vi segnalo il video di presentazione del libro preparato dalle Edizioni Qiqajon https://www.youtube.com/watch?v=a275edAKh2k
RispondiEliminaGrazie di cuore Stefano. Sono molto felice del tuo commento e della tua segnalazione. Inserisco il video qui in modo che ciascuno possa goderne. La poesia di Pessoa che viene letta mi aveva già colpito: è contenuta nel libro (p. 53) e riportata nella quarta di copertina. Molto efficace, nel video, lo sfondo bianco (metafora della nostra cecità e di ciò che non vediamo) e lo spazio di luce (simbolo del “pertugio”, che esiste in ciascuno di noi, “al fondo di un pozzo”). Un caro saluto, Rossana e Gian Maria.
RispondiEliminaSi consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.
[video]https://www.youtube.com/watch?v=a275edAKh2k[/video]