Una riflessione sul significato della gratitudine intesa come cammino volto al reciproco riconoscimento.
🖊 Post di Gian Maria Zavattaro.
🔨 Tutte le immagini riproducono sculture di Michele Carafa, artista italiano specializzato in arte liturgica (qui il sito). Le opere che abbiamo scelto (con il gentile consenso dell'autore) hanno un valore universalmente umano e raccolgono ciascuna, in una sintesi potente di materia e spirito (idea, concetto, ispirazione), un sentimento o una condizione del nostro stare al mondo.
Per ogni immagine abbiamo inserito, prima del titolo originale, un breve collegamento ai contenuti del post.
Per ogni immagine abbiamo inserito, prima del titolo originale, un breve collegamento ai contenuti del post.
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(I gradi della gratitudine) Michele Carafa, Rifugio, ceramica, cm 40×60, 2015 |
“Solo gli uomini liberi sono
veramente grati gli uni verso gli altri” (B. Spinoza, Ethica, Sansoni,
Firenze, 1963, p.541).
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La gratitudine pare oggi
assente, grande misconosciuta in una società dove la “fuga dalla libertà” -
come direbbe Fromm sulla scia di Spinoza - rende impossibile essere grati.
(Gratitudine e tempo) Michele Carafa, Meridiana, ceramica, 50×60× 20, 2015 |
Nel 1963 Martin Buber indirizzava
poche righe di ringraziamento, riportate da E. Lévinas, a coloro che gli
avevano inviato gli auguri per il suo 85mo compleanno (1). Da quelle
righe di cortesia muovono le mie riflessioni.
(Chi ringrazia dà la propria adesione a qualcuno) Michele Carafa, Abbraccio, ceramica, cm 30×20× 35, 2015 |
(Gratitudine e uscita dalla solitudine), Michele Carafa, Sola, ceramica, cm 10×23×25 |
Dunque
la gratitudine – ci dice Buber - è adesione a colui che si ringrazia,
tanto da confermarlo nella sua esistenza, aprendosi al mondo e divenendo “atto
ed evento”; non si improvvisa – ci dicono Tommaso d’Aquino e Ricoeur - ,
non è innata, ma frutto di un voluto cammino, di una decisione che si esercita
nell’impegno della durata a più livelli.
Nel
prossimo post alcune personali riflessioni…
(Gratitudine è riconoscimento reciproco) Michele Carafa, In porto, ceramica, cm 100×50, 2015 |
📕Note.
(1)
E. Lévinas, Martin Buber, in “Dialogo con Martin
Buber”, Castelvecchi, Roma, 2014, pp.41- 47.
(2)
idem, pp.45-47.
(3) Parcours de la reconnaissance. Trois
études, Parigi, éd. Stock, 2004. Trad. italiana: Percorsi del
riconoscimento: tre saggi, Milano, Raffaello Cortina, 2005. La traduzione
italiana del titolo è, a parere di alcuni, discutibile in quanto Ricoeur
penserebbe “parcours” al singolare (v. in particolare l’ultimo capitolo) e non
al plurale, pur ammettendo la possibilità di diversi percorsi.
Dunque parcours come percorso, itinerario verso un traguardo finale.
(4)
Secondo un percorso
di tre livelli (dati dai tre titoli dei saggi del volume):
- “riconoscimento come identificazione”:
riconoscere significa identificare, accorgersi dell'altrui esistenza,
comprendere la sua identità;
- “riconoscere se stesso”: significa
riconosocere l’alterità dell'’oggetto rispetto a me soggetto cosciente
della mia responsabilità, della mia capacità di agire, del mio rapporto con la
memoria del passato e della promessa come impegno verso il futuro;
- “riconoscimento mutuo”: non frutto di
rivendicazione reciproca, ma espressione di àgape che non si aspetta nulla in
cambio e si apre all’etica della gratitudine e del rendere grazie.
Grazie, professor Zavattaro. Una bellissima lectio, a cominciare bene, con animo grato, una nuova giornata.
RispondiEliminaGrazie sempre, a lei e a sua moglie. Grazie.
Gent. le Dottoressa Patrizia, a lei grati noi, mia moglie ed io, per essere tutti insieme donne ed uomini ”veramente grati gli uni verso gli altri”. Buona giornata.
RispondiEliminaL'uno all'altro riconoscente, l'altro confermando nella sua esistenza. Riconoscenza, già... è un orizzonte nuovo di senso questo che si schiude, attraverso il vostro post. Era tutto lí, contessuto alla parola, talmente prossimo e palese da sfuggirmi, a confermare come nulla sia ove la parola manchi... a farmi più ricca, certamente più grata... Buona serata a voi!
EliminaDotto ed umano, nello stesso tempo. Con le sue considerazioni Gian Maria ci guida nei sentieri della glottologia ad assaporare il frutto del " processo di formazione " del linguaggio, che fa tutt'uno con la forma etica del comportamento. Ecco che la parola grazie ( gratis ) assume la ricchezza del dono-riconoscimento. GRAZIE
RispondiEliminaE giustamente tu indichi il sentiero della gratuità che la riconoscenza-gratitudine percorre, rendendo manifesta la verità segreta del dono ed i possibili orizzonti di un mondo possibile.
EliminaÈ sempre un piacere leggere le su riflessioni dotte e lucide. I miei complimenti.
RispondiEliminaLa ringrazio di cuore per le sue generose parole. Un caro saluto.
EliminaGrazie, GianMaria... Come spesso accade "leggendovi", subito mi tornano in mente "occasioni" della mia vita... Questa volta il mio pensiero è andato ad una mia zia, suora di carità, a cui ero e rimango legata, seppur in "cieli diversi".... seraficamente soleva ripetermi..." ricordati che la gratitudine è figlia del Cielo"....
RispondiEliminaUn caro saluto a te, un abbraccio forte per Rossana.
Grazie, GianMaria... Come spesso accade "leggendovi", subito mi tornano in mente "occasioni" della mia vita... Questa volta il mio pensiero è andato ad una mia zia, suora di carità, a cui ero e rimango legata, seppur in "cieli diversi".... seraficamente soleva ripetermi..." ricordati che la gratitudine è figlia del Cielo"....
RispondiEliminaUn caro saluto a te, un abbraccio forte per Rossana.
Sono convinto anch’io che la gratitudine sia celestiale, appartenga cioè al Regno dei Cieli. Basta saperla riconoscere nei mille gesti quotidiani (penso ai miei genitori, agli affetti che mi circondano, agli amici, agli sguardi di chi incontro per strada o al dialogo virtuale in rete che in questo istante noi intratteniamo…), negli eventi più svariati compresi quelli dolorosi, nelle “occasioni” della vita…. Un cammino almeno per me difficile, ma salutare. Buona serata. Rossana ricambia teneramente il tuo abbraccio forte.
EliminaLe riflessioni del vostro blog sono balsamo per la vita spirituale. Grazie. Buon fine settimana.
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