Alcune sfide della scuola tra riforma (la "Buona scuola"), uso della tecnologia e presenza sempre più significativa di alunni "stranieri".
🖋Post di Gian Maria Zavattaro
🎨Immagini e video sono tratte - previa autorizzazione - dalla pagina facebook e dal sito di Your Edu Action (qui il sito).
Mario Lodi, Insegnante |
La riforma scolastica.
Scuola e riforma |
Aula insegnanti olandese |
Ultimo dato (studio Eurostat)
diversamente interpretabile: l'Italia ha i maestri e gli insegnanti delle
superiori più vecchi d’Europa: nella primaria il 53% ha superato i 50 anni,
alle superiori il 58% mentre la media Ue è rispettivamente 32,4% e 38,1%.
Nuove tecnologie.
Libri digitali |
E
gli studenti? Il rapporto PISA conferma il consumo estremo, quasi compulsivo, del
web da parte dei giovani: sempre connessi. Poco meno di 1 studente su 4
racconta di essere online in media almeno 6 ore al giorno fuori dalla scuola.
Addirittura, quasi 1 su 2 (il 47%) si sente proprio male se non può connettersi
a Internet. L’urgenza maggiore è la necessità di un’educazione alla
consapevolezza dei rischi e dei limiti dell’uso digitale, dove l’utilizzo della didattica digitale serve anche come antidoto
alla dipendenza da internet sempre più diffusa ed ai disturbi di relazione ad essa legati.
Piero Dominici, professore all'Università
di Perugia, da tempo parla di grave ritardo culturale. L’educazione alla
cittadinanza, compresa quella digitale, si costruisce a scuola: “non bastano ‘cittadini connessi’, servono cittadini criticamente formati e informati, educati al pensiero critico ed alla complessità, educati
alla cittadinanza e non alla sudditanza. […] Occorre agire e intervenire, con una
certa urgenza. E istruzione ed educazione devono preoccuparsi di formare
Persone e Cittadini in grado di sfruttare le opportunità
determinate dall’innovazione tecnologica ma anche, e soprattutto, di contribuire
ad un cambiamento sociale e culturale che non può non fare i conti con la
famosa ‘questione culturale’ e l’assenza di un’etica pubblica condivisa”
(2).
Le migliori app |
Gli alunni
stranieri: ma chi è straniero?
Estraneità |
Sarebbero da
raccontare le storie di tanti insegnanti in Italia che lottano tutti i
giorni per fare con passione, nonostante tutto, il loro lavoro
nelle scuole di frontiera (che poi sono tutte, pur nei loro profili
diversi).
Voglio citare
due esempi, emblematici, appunto esemplari. Il primo a Palermo: Istituto
comprensivo “G. Falcone” (materna elementare media) nel quartiere Zen 2, in
zona periferica, abbandonata; studenti difficili, genitori per lo più
disoccupati, altri che entrano-escono dalle carceri.... e preside e docenti che
ogni giorno mettono alla prova il loro amore pedagogico e spesso riescono,
perché sanno "guardare il mondo dalla parte delle periferie". Alunni
e genitori stranieri? NO e SI': italiani, ma stranieri come “estranei” (dal
lat. extraneus, stessa radice di straniero...), come ormai tutte le grandi
periferie.
Il secondo a Milano: Istituto comprensivo “Scialoia” (materna,
elementari e medie), frequentato da stranieri di prima e seconda generazione
(cinesi, arabi, sudamericani); scuola in cui 7 ragazzini su 10 sono immigrati.
Fare lezione diventa difficile quando bisogna affrontare i primi mesi con i
cosiddetti NAI (neo arrivati in Italia): non parlano una sola parola
di italiano e si sentono completamente disorientati. Eppure anche qui l'amore
pedagogico alla fine può essere vincente.
Classe in cerchio |
Altre storie
non solo italiane le ha raccontate E. Affinati (L’uomo del futuro.
Sulle strade di don Lorenzo Milani, Mondadori, 2016) e già lo scorso anno
ne avevo parlato: insegnanti che ogni giorno praticano lo spirito di Don
Milani, pur senza averlo mai conosciuto e proprio per questo don Milani è “l’uomo
del futuro” ed i ragazzi di Barbiana di oggi sono i/le ragazzi/e delle
"periferie" e gli immigrati che arrivano da noi senza punti di
riferimento. La conferma non è solo nell’esperienza romana della
scuola di Affinati Penny Wirton, è nelle tante
associazioni anche qui nel savonese: Caritas, Migrantes, S. Egidio. Scouts....
Il messaggio è chiaro: l’autentica relazione umana è il
fattore decisivo; è l'amore pedagogico (l'I Care di don Milani), quello che si
“impasta” con loro, l'unico efficace per eliminare le
discriminazioni di religione e di etnia, per assorbire l’impatto dei flussi
migratori mondiali. Oggi “l’altro” non è tanto colui che appartiene alla
mia nazione-razza-lingua-cultura-religione, è lo
"straniero" (colui che ha la pelle di colore diverso, che parla una
lingua incomprensibile), è l'"estraneo", l'escluso. La sfida del nostro tempo è incontrare questo
altro, avendo chiaro il senso della propria cultura e valori, della propria
identità per rispettare quella altrui, vivendo l’avventura della
globalizzazione come una possibile inclusione, che significa pariteticità e
reciprocità (“Io è un altro e, per quanto diverso e molteplice, anche
l’altro è un Io”) (3).
Autismo a scuola |
Nuove scuole |
Trova
così pieno senso il duro monito di don Milani, allora rivolto ai cappellani
militari, oggi a tutti, con il quale concludo: “Se voi avete il diritto di dividere
il mondo in italiani e stranieri, allora io dirò che, nel vostro senso, io non
ho Patria e reclamo il diritto di dividere il mondo in diseredati ed oppressi
da un lato, privilegiati e oppressori dall’altro. Gli uni son la mia Patria,
gli altri i miei stranieri”(4).
Per le note al testo cliccare qui.
Questo articolo è l'ultimo estratto della relazione tenuta a Sassello, presso il Campo Scuola Agesci 2017, sotto la guida degli amici Donatella Mela e Fabrizio Coccetti.
Per leggere i precedenti estratti cliccare di seguito:
Don Milani, "l'uomo del futuro"
La scuola è inclusiva?
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Questo articolo è l'ultimo estratto della relazione tenuta a Sassello, presso il Campo Scuola Agesci 2017, sotto la guida degli amici Donatella Mela e Fabrizio Coccetti.
Per leggere i precedenti estratti cliccare di seguito:
Don Milani, "l'uomo del futuro"
La scuola è inclusiva?
Speranza conclude? Speranza apre....come dice Peguy, verso l'avvenire.
RispondiEliminaLa scuola dev'essere sempre in cammino! Cammina con l'uomo, con la Storia, con la società. Purtroppo non cammina nella testa dei nostri politici, che sempre malamente pensano alla scuola e ad accudirla.
In cammino, come Abramo, alla ricerca della scuola promessa...
EliminaGrazie per questo intervento!
RispondiEliminaGrazie a te, Martina, che ogni giorno a scuola di trovi in prima linea.
EliminaMolto giusto... Buongiorno, grazie.
RispondiEliminaIeri ho concluso la sessione d'esame di licenza media della "mia" III media, oggi ho lavorato duramente all'aggiornamento del RAV ... Ho rifiutato l'accesso al Bonus perchè temo possa portare solo malumori e zizzania tra i Docenti. Ho il cuore pieno di pensieri e di passione: scusi il commento disorganico. Concludo dicendo che sono passata da un impiego di bancaria all'insegnamento perchè convinta dalle parole e dall'esempio di don Milani. Che il suo Spirito vegli sulla scuola italiana ...
RispondiEliminaAnche Rossana, mia moglie, per analoghi motivi ha rifiutato il bonus, sul quale – così come presentato e praticato - si potrebbero o dovrebbero imbastire penose riflessioni. Prendiamo atto con piacevole gioia della sua testimonianza di lavoro e delle sue scelte coraggiose e … siamo contenti per la sua scuola ed i suoi alunni.
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