Le ultime "novità" ministeriali e i veri problemi della scuola in ordine a formazione ed educazione.
🖋Post di Rosario Grillo
🎨Immagini delle illustrazioni di Alessandro Gottardo, conosciuto con lo pseudonimo di Shout (qui il sito).
Alessandro Gottardo (Shout), Richiamare l'attenzione |
Dopo
l’annuncio dell’inizio della procedura per ridurre il numero degli anni di
scuola superiore, c’è un nuovo intervento del ministro sull’innalzamento dell’obbligo
scolastico.
Sostanzioso,
inoltre, il ruolo che verrebbe assegnato alla scuola nel progetto di legge che
prevede un riordino (?) degli interventi sull’immigrazione, in ispecie rivolto
ai figli di seconda generazione.
Sarebbe
troppo pretendere un po’ di linearità e coerenza?
Come
spesso avviene – non solo nel campo degli indirizzi di istruzione pubblica - si
sente odore di estemporaneità, di improvvisazione e …ancor peggio: di captatio benevolentiae in vista delle prossime
elezioni.
Quante
volte la scuola italiana è caduta
vittima di questi “giochetti”? Lasciti
non proprio benefici, nel corso del tempo, si sono sedimentati lasciando scorie tossiche, ingorghi inibitivi
della fluidità del sistema.
Alessandro Gottardo (Shout), Calendario di novembre |
Si
viene a contatto fin da bambini con l’insieme di queste informazioni, in
maniera caotica, prima dell’ingresso scolastico. Né porta soluzione la ridicola
rincorsa del ministero dell’istruzione con le LIM, e l’improvvisata revisione
dei programmi per via telematica.
Si
aggiunge a tutto ciò lo smarrimento della componente genitoriale, gravata
dello stress del compulsivo mondo del
lavoro e plagiata dal qualunquistico modo di vivere il presente.
Alessandro Gottardo (Shout), Zen e Freud |
Paideia e Bildung
sono parole assenti.
La
spina dell’abbandono scolastico ne è la spia rivelatrice. Si unisce con
l’apatia di una frequenza scolastica, che
raramente lascia tracce di rilievo.
“Voci
nel deserto” si levano, molte volte, a gridare l’importanza della cultura nella
ripartenza dello sviluppo del Paese. In concreto è stridente il contrasto fra
il corrente senso comune, pomposamente confortato dalla principale agenzia, la
tv, e le opzioni necessarie per
rimettere in corso il flusso del serio e
maturo Impegno Civile e Culturale.
Ieri
mi sono imbattuto in un articolo, fuori dal coro del giornalismo di “sistema”,
dove si toccano i “gangli vivi” del problema, senza paura di andare
controcorrente.
Lo
spunto principale prende le mosse dai “quaderni del carcere” di Antonio
Gramsci, che già per il contesto ha un preciso significato.
Alessandro Gottardo (Shout), Nuoto |
Mi
ci ritrovo: erano gli incitamenti che facevo ai miei alunni, ribadendo appunto
che: stavano svolgendo un lavoro!
Così
si ricade in una vexata quaestio!
Il
lavoro, umiliato ed aggredito dagli imperativi dei Prìncipi Economici
Dominanti, che vorrebbero una sua metamorfosi verso la completa tecnicizzazione,
robotizzazione, ci presenta il suo vero profilo.
Profilo
di fatica umana, di responsabilità, di gioia creativa, di noia e di sofferenza.
Dentro
questa prospettiva viene d’un balzo superata la diatriba tra i pedagogisti che,
parlando del processo di apprendimento e del rapporto docente-discenti,
insistono sul gioco e quelli che
insistono su fare mestiere.
Ne
deriva che la richiesta fatta ai discenti di “mettere concentrazione” è
sostanzialmente insostituibile.
Alessandro Gottardo (Shout), La cabina della mente |
Con
essa fiorisce il dialogo: interazione corrispondente, priva di
gerarchie ed intrisa di
intercambiabilità dei ruoli.
A
mio avviso, è il “la” di un apprendimento senza fine, capace di continuare nel
tempo ed interessare la sorgente dell’alfabetizzazione continua.
L’articolo
giunge a conclusione con una bella immagine: lo sguardo.
Traendo
lo spunto dal romanzo di R. Carver “Cattedrali”. Vi si parla dell’incontro fra
un vedente e un cieco, e ci s’immagina già il messaggio: la vista vera è nell’intelletto.
Tante
considerazioni si potrebbero fare sulla problematica dello sguardo, ma qui mi
accontento di accennare alla luce che accende lo sguardo vero.
Luce
di originalità, di coinvolgimento, di contemplazione
attiva, di proiezione in avanti, potrei dire in una parola: di Prospettiva.
Voglio districare un piccolo groviglio che è risultato dalla stampa. Dove si parla delle agenzie educative digitali, bisogna togliere il sopravvento.
RispondiEliminaPer il resto: grazie a Rossana e allo splendido corredo iconografico
Fatto! Ciao, buona domenica a te e a Liliana.
EliminaBla ... bla, bla!! Ad ogni riforma la scuola scende sempre più in basso e la buona volontà dei docenti non è sufficiente per arginare i danni che ogni nuova campagna elettorale e coseguente governo sono in grado di fare.
EliminaSottoscrivo le sue accorate riflessioni. Cordiali saluti.
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