Alle radici della parola "parresia" e del suo significato, al fine di esplorare il valore interpersonale, civile e filosofico del "dire la verità".
Post di Rossana Rolando Immagini delle opere di Ida Budetta (qui il sito).
Foucault, Discorso e verità nella Grecia antica |
1. Origine della parola: la parola
compare per la prima volta nella letteratura greca in Euripide (484-407 a. C.)
per poi essere utilizzata dal V secolo a. C. al V secolo d. C. rispettivamente
nel mondo greco e nei testi patristici cristiani (molte volte in Giovanni
Crisostomo).
In italiano il termine “parresia”
significa “parlare chiaro”, dire la verità e colui che si esercita in essa
viene chiamato da Foucault parresiasta.
2. Etimologia: parresiazestai significa
“dire tutto”, da pan (tutto) e rhema (ciò che viene detto). La parresia implica
quindi l’espressione chiara di ciò che si pensa, senza orpelli retorici, in
modo diretto e schietto, in una identificazione totale tra ciò che viene detto
e colui che dice.
Ida Budetta, Adagio sussurrato |
Per essa Foucault precisa che il parresiasta
non dice semplicemente quello che egli pensa sia la verità, ma quello che è
realmente la verità (nel mondo antico, infatti, non vi è ancora il dubbio
introdotto da Cartesio sulla corrispondenza tra pensiero e realtà o tra
certezza e verità).
4. Parresia e pericolo. L’autentica
parresia si riconosce nelle situazioni di rischio. Quindi, l’insegnante che
dice agli alunni la verità circa le regole grammaticali non esercita la
parresia, mentre un filosofo che si rivolge ad un potente – un tiranno – e lo
accusa delle sue ingiustizie, mettendo in pericolo la propria carriera o
addirittura la propria incolumità, è un parresiasta.
La stessa cosa vale per
chi ha il coraggio di avvertire un amico degli errori che sta commettendo, non
rischiando certo la vita, ma potendo causare l’irritazione dell’amico o
addirittura la rottura dell’amicizia. In tutti i casi, colui che esercita la
parresia ha uno specifico rapporto etico con se stesso preferendo dire la
verità piuttosto che essere una persona falsa con se stessa (come sarebbe se
non avesse la determinazione necessaria, costi quel che costi, per dire la
verità).
Ida Budetta, Ascoltante |
5. Parresia e critica. L’atteggiamento
critico – che la parresia implica - può essere esercitato nei confronti degli
altri o di se stessi. Anche in questo secondo caso si tratta di parresia, nel
momento in cui la confessione di certi errori di fronte ad un superiore può
portare a conseguenze spiacevoli. Quindi la parresia si svolge sempre in una
situazione di inferiorità rispetto all’interlocutore. Gli esempi eloquenti di
Foucault sono i seguenti: non esercita la parresia il padre che critica il
figlio o l’insegnante che rimprovera l’alunno, ma il figlio che critica il
padre o l’alunno che rivolge le proprie rimostranze all’insegnante. Dal punto
di vista politico la parresia è lo stigma della democrazia, qualora una
minoranza abbia il coraggio di affrontare la maggioranza, potendone subire
conseguenze drammatiche (per esempio l’esilio nel mondo antico).
Ida Budetta, Angelo bifronte, particolare |
7. Parresia e filosofia (intesa come
“arte della vita”). Vi è anche una parresia filosofica (cui Foucault dedicherà
l’ultima sezione del suo seminario, a cui facciamo qui cenno brevemente). In
Platone la figura parresiastica per eccellenza è quella di Socrate, autentico
“maestro” dei suoi concittadini (contrapposto ai retori sofisti, cattivi
maestri), che invita ad avere cura di sé, della saggezza e verità della propria
anima, per educare spiritualmente se stessi. Socrate, attraverso il dialogo,
costringe l’interlocutore a “mettersi alla prova” per scoprire se la propria
vita è coerente con i propri discorsi. Poiché in Socrate vi è armonia tra
quello che pensa, dice e fa, egli ha l’autorità per sottoporre al vaglio il suo
interlocutore. Mentre un sofista può fare bellissimi discorsi sul coraggio
senza essere coraggioso, Socrate è in un rapporto coerente con se stesso e
quindi può costituire una pietra di paragone. L’attività parresiastica di
Socrate consiste quindi nel portare l’interlocutore ad un scelta di vita
coerente con il pensiero e la parola, nella convinzione pedagogica secondo cui “una
persona non è null’altro che il suo rapporto con la verità e tale rapporto si modella e prende forma nella vita delle persone”.
Per leggere una nostra presentazione dell'artista Ida Budetta cliccare qui: Ida Budetta, il filo della soggettività.
Ida Budetta, Interrogante con maschera |
M. Foucault, un maestro di indagine critica nell'orizzonte di " un' archeologia storica".
RispondiEliminaCome ci dimostra il libro presentato da Rossana, conduce sempre un discorso esigente sotto ogni punto di vista, in ispecie morale.
L'illustrazione di Rossana, come sempre, puntuale, è arricchita dalle illuminanti rappresentazioni pittoriche. 🤗
Grazie Rosario. In effetti ho trovato lo sviluppo del tema - da parte di Foucault - molto lucido ed efficace, ricco di esempi che rendono tutto il discorso ben aderente alla vita e all'esperienza di tutti. Poi, come tu notavi, c'è una tensione morale e civile che conquista.
EliminaSorriderà allo stesso modo l'angelo nel suo viso nascosto?
RispondiEliminaSe il post vuole essere una prima risposta alle domande suggerite da Lyotard, ero rimasto a quell'articolo, devo dire che anche a me, sicuramente per letture in corso, era venuto in mente il mondo classico: sofisti, sempre presenti, e plstonici, qua e là resistenti. Alla definizione di persona scolpita da Foucault preferisco le matasse di Ida.
Ho riletto con grande piacere la tua presentazione.
Buona giornata.
Grazie Gianni del tuo gentile commento. Ida Budetta , nei suoi lavori, è molto sensibile alla tematica della verità, tanto che la mostra da lei tenuta a Milano nel 2014 si intitolava proprio “Le verità nascoste”. Anche in lei c’è una volontà di denuncia che ha una valenza civile e politica, nella logica della “parresia”.
EliminaGrazie Rossana. Prendendo spunto dalla "parresia" di Foucault, ha affrontato in modo esemplare un tema cruciale: il difficile confronto con la verità e l'agire conseguente, punto cruciale di ogni azione etica nonviolenta. Saluti cordiali e grazie ancora.
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