La porta dell'Umanità che coltiva la speranza contrapposta alla porta dell'arrivismo individuale e della difesa securitaria.
🖋 Post di Rosario Grillo 🎨 Immagine di un dipinto di Antonio Casali.
Antonio Casali, "Non chiudete quella porta", particolare |
L’Invadenza di Vespa ha provocato
l’affiancamento di argomenti leggeri (diete, serate omaggio ad artisti,
abbondante dose di cronaca giudiziaria su casi spinosi, dal delitto di Cogne
all’omicidio di Sara per fare esempi) a normali dibattiti e/o approfondimenti
di temi politici.
Non so se intenzionale o meno, ma il senso
profondo, in maniera eclatante rispecchiato dalla denominazione della
trasmissione, è stato l’accompagnamento verso la trasformazione della politica
italiana.
Essa difatti si è via via andata spostando
da arte di governo della cosa pubblica, dentro un orizzonte dialettico di cura
dell’interesse generale, a strumento di soddisfazione di specifiche
rivendicazioni settoriali, attraverso una camera di compensazione
dell’amministratore di turno ovvero il miglior offerente.
Nel frangente di questa trasformazione ha
preso il sopravvento la logica pubblicitaria: sia in termini
sociologici sia in termini psicologici. Per i primi, è la società tutta che ha
visto il diffondersi abnorme di pratiche di vendita attraverso la persuasione
sub-liminale della réclame.
Byung-Chul Han, Psicopolitica, figure nottetempo, p. 20 |
Per i secondi (lato psicologico), ha
inoculato un modus pensandi, sostrato di impulsi facilmente manipolabili.
In quest’ultimi non rimane struttura,
fibra organica, tenuta e memoria.
Esso si muove su onde brevi, emozionali,
suscitate artificialmente secondo lo stile e l’interesse del mercato,
nell’ordine del consumismo.
Di qualche mese fa è l’insediamento del
nuovo presidente della CEI, il cardinale Bassetti, che ha letto tale
caratteristica, ben insediata nella società nazionale, come cultura del
frammento.
La descrizione può essere affiancata da
quella fatta da altra fronte: da intellettuali di sinistra che si rammaricano
della crisi dei partiti di riferimento.
In quest’ultima, si punta il dito sul
passaggio da cittadino ad individuo.
Antonio Casali, "Non chiudete quella porta", particolare |
Oggi, il risorto profilo dell’individuo
rivendica per sé togliendo ad altri, in un clima di tutela sicuritaria.
Il palpito è dato dall’ossessione della
difesa, dell’angoscia della perdita, dalla sovranità della paura.
Papa Francesco, che generosamente si
spende per richiamare la cifra della misericordia, propria di un Dio che
rifugge da qualsiasi integralismo, ha in molteplici occasioni (da Lampedusa a
Lesbo, da Strasburgo a Roma dentro le istituzioni europee), osservato che la
storia dell’uomo è scaturita sostanzialmente dall’accoglienza.
Opportuna la sua recentissima allusione
alla Speranza, roccioso ed indistruttibile contraltare della paura.
Ha richiamato il discorso di Péguy, che
ritrae la Speranza come una bambina trotterellante, che concretamente sorregge
la fede e la carità.
“La speranza è questa bambina da nulla.
Che è venuta al mondo il giorno di Natale
dell’anno scorso.
Che gioca ancora con babbo gennaio“
(C. Peguy, Il portico del mistero della
seconda virtù).
Dovremmo mettere attenzione alla
contraddizione: da una parte la potenza della Tecnica, sempre più sofisticata,
sempre più barocca di strumenti aggressivi ed ultra veloci.
Dall’altra la semplicità, il passo
trotterellante di una bambina, emblema costante del cammino dell’uomo, che ha
sempre sfidato la paura, che ha cercato l’aggregazione sociale,
l’inclusione e non l’esclusione.
Con l’immagine della porta ho aperto e con
essa voglio chiudere. Le porte della trasmissione di Vespa si aprono e si
chiudono, come una sorta di sliding doors.
In questo mondo prevale il caso fortuito,
l’occasione da prendere al volo, l’illusione creata ad arte da una dominatore.
Caro Rosario, grazie. Ieri pomeriggio ho partecipato a Genova al Convegno promosso dalla Conferenza episcopale ligure “ERO STRANIERO E MI AVETE ACCOLTO – conoscere per accogliere ed annunciare”. Ho visto la sala piena di giovani: liguri, italiani, europei, africani. Ho “sentito!” le esperienze quotidiane e le testimonianze di Ventimiglia e di Savona, il progetto dei corridoi umanitari della Comunità di S. Egidio, l'impegno dei volontari genovesi alla Coronata. Ho ascoltato la lectio (nel senso pù bello del termine) di p. Baggio e di Luigino Bruni.... Come non riportare lo sguardo al tuo post, letto in anteprima, che ci sollecita a ritrovare insieme la strada della semplicità, dell'accoglienza, della speranza bambina di Péguy citata da papa Francesco? La speranza palpita nelle nuove generazioni più di quanto si pensi e si veda e tanti di loro con il loro esempio stanno gridando in silenzio a noi adulti ed anziani “non chiudete le porte”. Ieri ho sperimentato la gioia corale delle porte spalancate. Ciao e un grazie cordiale al tuo amico Casali.
RispondiEliminaBravissimo Rosario! Il post sta ottenendo un bel riconoscimento in termini di visualizzazioni e condivisioni... e soprattutto questo fa ben sperare sul "non chiudete quella porta". L'immagine contribuisce molto a dare forza al messaggio.
RispondiEliminaHo già spiegato a Gian Maria l’occas dalla quale è nato il post. La contingenza si sublima in un messaggio semplice è sempre nuovo : SPERANZA..
RispondiEliminaPotrebbe essere il nome adatto per nominare Dio . Intendo quel Volto Divino che abbraccia tutti e tutto. Ogni cosa del Creato si muove in virtù di SPERANZA.
Su questa cima leggo il dipinto : Non chiudete quella porta.
Condivido con te Gian Maria la fiducia nei giovani, che purtroppo vengono contenuti nella loro esplosione diGioia e di Futuro.
Non mi stancherò mai di ringraziarvi, soprattutto te, Rossana, per il tuo lavoro instancabile e silenzioso.