La rivelazione «è il racconto della costruzione della tenda, della tenda del "presente", ossia del Dio che diventa presente: della tenda, nella quale Dio si rende di volta in volta presente al popolo» (Martin Buber).
Post di Rosario GrilloImmagini dei dipinti di Vincent van Gogh.
Vincent van Gogh, Natura morta con bibbia |
Lo riprendo in forza delle argomentazioni di Martin
Buber, intellettuale ebreo operante nella prima metà del ‘900 (1878-1965),
cantore della intersoggettività (1).
Buber ha una potente fiducia nella Bibbia, che
riesce a leggere risalendo al più antico senso delle parole semitiche (2). Ne
ricava una “segreta” risonanza della Parola di Dio, alfa ed omega della vicenda
cosmica.
Tre i momenti salienti di una vicenda che fa
tutt’uno con la Fede: la creazione, la rivelazione e la redenzione.
In tutta la vicenda cosmoteandrica
(3) non va disgiunto lo spirito dalla vita (che implica la materia
sensibile): ne consegue una “facies sensibile” dell’atto creativo congiunta,
indisgiungibilmente, alla “facies spirituale”. Entro questo “flusso” opera il
Rauch (spirito, vento) che si rivela a Mosè, che soffia su Adamo dandogli la
vita, che crea il mondo nei sei giorni mitici, riposandosi il settimo.
Buber è stato attento lettore della filosofia
rinascimentale, tra Cusano Paracelso e Jacob Boehme, e da lì fa scaturire il
richiamo al significato profondo della “vita dentro la Natura” (metamorfosi), che riconosce nell’essenza del
Rauch (4).
Vincent van Gogh, Il seminatore |
Stando così le cose, la creazione
è un processo ininterrotto che coinvolge, da protagonista, l’uomo (creazione
continua), la rivelazione, chenon è momento
di scissione tra un Principio che rivela e i referenti, uditori della rivelazione,
ma è compartecipazione nel segno della “Parola che vive” (entra nella vita), la
redenzione, che non è momento di là da
venire, ma Evento che accade sempre, senza infirmare il finale
del ritorno in Dio.
Ci si può aiutare con l’immagine del circolo e confermare
l’unità della triade (creazione rivelazione redenzione). Sovviene ancora una
volta la proprietà de l’Uno-fondamento, dell’ “unità che tutto tiene” (5).
Vi aggiungo l’interesse che desta la problematica
del tempo, rivisitato da Buber alla luce
dell’economia biblica. “Solo a partire dal carattere di presente (Gegenwartgkeit)
della rivelazione la creazione e la redenzione sono vere” (6).
Vincent van Gogh, La chiesa di Nuenen con i fedeli |
Il presente richiede
di essere interpretato come incarnazione o immanenza
della Parola divina. (7)
Nella conclusione è necessario esplicitare con
chiarezza che tra la rivelazione e la redenzione prende forma la natura
sociale, comunitaria, dell’atto di fede. Si
svolge così quel profilo che fu all’inizio riconosciuto a Buber: la proprietà
insostituibile della intersoggettività. La
fede, per Buber, non chiama verso una chiusura intimistica ed individualistica,
richiede piuttosto “la comunità di quelli che gli appartengono come modello di
una comunità di molti e diversissimi popoli” (8).
In questa sfera si manifesta la relazione io-tu e il tu con il quale nomino chi mi accompagna
è lo stesso di quello con il quale mi rivolgo a Dio. (9)
፠Note.
Vincent van Gogh, Strada con cipresso e stella |
2.Buber
operò assieme a Rosenzweig per ri-tradurre, dopo Lutero, in tedesco la Bibbia,
apportando l’autenticità ebraica . “Pensiamo di dover imparare ed ascoltare.
Non c’è altro ritorno se non quello della conversione (Umkehr), che ci fa
ruotare... sulla via dove è da udire la voce! Vogliamo percorrerla fino
all’essere parlato (Gesprochenwerden) della parola”. (Buber, L’uomo d’oggi
e la Bibbia ebraica)
3.Compenetrazione
cosmo-Dio-uomo.
4.Buber,
Umanesimo ebraico, il Melangolo pp. 30-31.
5.Nello
specifico Buber manifesta la sua idiosincrasia al concetto neoplatonico di
emanazione dei molti dall’Uno.
6.Id., p.19.
7.Buber
è più esplicito nell’esempio della tenda: «È
il racconto della costruzione della tenda, della tenda del "presente", ossia
del Dio che diventa presente: della tenda, nella quale Dio si rende di volta
in volta presente al popolo», p. 33.
8.Id.,
p.16.
9.Cfr.
Vita monologica e vita dialogica. Di grande spessore la “ filosofia del Tu”
concepita da Buber.
buongiorno, è da un po' di tempo che, dopo aver cliccato su like, poi conferma, la pagina mi dice che non è disponibile. forse qualcuno vorrà rispondermi? grazie
RispondiEliminaGrazie per la segnalazione. Controllo al più presto. Un saluto.
Eliminap.s. l'articolo è bellissimo. grazie
RispondiEliminaUn immenso 🙏 grazie
EliminaVan Gogh, una cesellatura importante! Grazie Rossana!
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