Quali candidati, per lo più sconosciuti od imposti dai partiti?
Chi potrà raccogliere le nostre speranze e la nostra fiducia?
Come si può essere europei? Dov’è l’Europa nella
babele delle differenze storiche e geografiche? Quale unità si vuole costruire
e per quale votare?
Quella puramente geografica o dei mercati
o quella politica dei popoli e delle culture?
**************************
Europa*,
figlia di Fenice e di Perimede (secondo altri di Cassiopea o Telefe
o Agenore), si risveglia un giorno da un sogno in cui due terre, che
avevano assunto l’aspetto di donne, si disputavano la sua persona: una, la
“terra d’Asia”, voleva tenerla presso di sé; l’altra, la“terra della sponda
opposta”, voleva portarla via sul mare, per ordine di Zeus.
L'Europa di Tiziano (1480/85 - 1576). |
Mentre
era intenta insieme alle sue compagne a cogliere fiori nei prati di
Tiro o di Sidone, lungo la marina del Mediterraneo (oggi nel Libano),
Zeus la scorge, si accende di lei, si muta in torello, possente ma
mansueto, emerge dalle onde e giocosamente stendendosi ai piedi della
fanciulla, la invita a salirgli in groppa rivelandole la sua vera
identità.
Europa sale, coraggiosissima e bellissima, il toro balza in piedi e
tra lo spavento delle compagne si butta in mare, mentre Poseidone spiana le
onde ed Afrodite, Tritoni e Nereidi l’accompagnano in corteo.
L'Europa di Guido Reni (1575 -1642). |
L'Europa di Antonio Carracci (1583? - 1618) |
L’unione tra
i due si consuma sull’isola di Creta, presso una fonte o, per altri,
forse entro una spelonca trasformata in talamo nuziale. Europa diventa
“madre di nobili figli”: Minosse, Radamanto e Sarpedonte.
L'Europa di Rembrandt (1606 - 1669). |
Prima di
tornarsene all’Olimpo Zeus dona ad Europa Talo, l’uomo di bronzo, un cane
cui nessuna preda sfugge e un giavellotto che mai fallisce il bersaglio. Europa
diviene poi moglie del re cretese Asetiro che adotta i figli di lei, con tutto
ciò che segue...
L'Europa di Carlo Cignani (1628 - 1719). |
**************************
Europa è
dunque una principessa giunta dall’Asia assieme a un dio: è una donna, una
bella donna degna di amore; è un mito, un sogno, un’utopia … L'Europa di Gustave Moreau (1826 - 1898). |
Un’interpretazione un po’ arbitraria potrebbe rinvenire nel mito il
preannuncio della civiltà occidentale e non sfuggirebbe alla tentazione
di un parallelo tra mito di allora e sogno-utopia oggi di una
epocale cittadinanza europea.
Il mito,
come sempre, suggerisce ciò che il logos (il discorso razionale) da solo non è in grado di
attestare, perché va oltre la parola della scienza, della politica e
dell’economia per diventare parola della poesia: fantasia, immaginazione,
creatività, insieme speranza di riconciliazione. Come giustamente sottolinea G.
Reale, l’idea di Europa non solo si pensa, ma la si deve immaginare e sentire
come fascino di un’avventura, momento festivo dell’èsprit del finesse.
L'Europa di Virginia Frances Steeret (1900 - 1931). |
Chi desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure semplicemente andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.
Risposta al commento di Elena Bruno su facebook (18 febbraio).
RispondiEliminaBello! E.Morin dichiarava che "L’Europa è una nozione vaga, che nasce dal caos; i suoi confini sono incerti, a geometria variabile,suscettibile di slittamenti, rotture, metamorfosi. Si tratta dunque di interrogare l’idea di Europa proprio in ciò che essa ha di incerto, di mosso, di contraddittorio, per tentare di estrarne la complessa identità” e su questa costruire l'unità politica. Ma la prospettiva politica europea comporta prima di tutto una nuova educazione alla cittadinanza, un nuovo modo di vivere la comunità, di percepire la nostra identità e la diversità dell’altro, di dialogare e riscoprire insieme valori condivisi in questo nostro mondo interculturale, interdipendente, globalizzato. E allora si snoda una circolo virtuoso: diventa necessaria l'unità politica sovranazionale promotrice di pace, diventa indispensabile ricercare nel concreto la giustizia sociale ed un'economia volta al benessere di tutti i cittadini. Soprattutto diventa imprescindibile chiarire insieme quale cultura si intende trasmettere alle future generazioni. Secondo Morin e Cacciari, se ricordo bene, ogni generazione dovrebbe ricominciare da capo: l’Europa è un cantiere, un progetto storico da costruire e ricostruire di volta in volta... L'utopia è la strada maestra. Essa può forse rischiare di portarci lontano o di perderci in fantasie impossibili, ma è anche ciò che ci riporta a noi stessi ed è la profezia dell'uomo futuro. Ben venga perciò questa ricerca erratica, non lasciata nelle mani dei soli politici ma da tutti condivisa, in cammino per essere altrimenti, come Abramo, verso l'ignoto della terra promessa. Grazie, gent.le Elena.
Penso che questo articolo dovrebbe essere letto. Grazie per aver condiviso
RispondiElimina