Il nesso misterioso di vita e morte nel pensiero greco e nella riflessione religiosa.
Post di Rosario Grillo.
Le immagini riproducono opere della pittrice e storica d'arte Elisa Marianini, per sua gentile autorizzazione (qui il sito).
Elisa Marianini, Il pozzo profondo |
Da sempre l’uomo si è arrovellato sul senso della
morte.
Nel “liquefarsi” dell’odierna società, può succedere
addirittura di spingerla più in là. Uno
spostamento che ha l’apparenza della rimozione: l’eterna giovinezza,
l’ospedalizzazione del morente ed altro.
Qualche volta può succedere di trovare in menti, che
sono state ritenute esaltate e/o folli, il cenno di una verità: l’abisso è un cominciamento o un ri-cominciamento.
L’ “oscuro” Eraclito scriveva : “L’essere
nella notte accende a se stesso una luce quando la sua vista è spenta: però da
vivo è a contatto con il morto, da sveglio è in contatto con i dormienti”.
Nei “culti misterici”, evoluti tra
la Grecia antica e l’Ellenismo, persistenti in epoca romana, e, in tale veste,
conosciuti e combattuti dai Padri della Chiesa, era già presente una singolare
esperienza della morte, della discesa nell’oltretomba.
Elisa Marianini, Germinazione |
Non v’è dubbio, però, che nelle
spire di questa religione dei misteri si cercò, durante il tempo e soprattutto
in epoca vicina al Cristianesimo, la purificazione.
Resta, inoltre, insuperabile la
divisione tra una “religione per iniziati” (pochi ed eletti) ed “una religione
per tutti” (Cristianesimo).
Fatte queste notazioni, possiamo
accostarci alla qualità dell’esperienza,
attraverso la simulazione, della morte che muta in nascita. Se ne esce con
un’idea dell’esperienza mistica
della divinità.
Da Dioniso ai culti della Terra, da
Eleusi alla Tracia, fino alla divinità Mitra.
Nel Nuovo Testamento la figura
centrale è la seconda persona della Trinità: il Figlio di Dio.
[Sorvolo sulle problematiche
incluse, propedeutiche od intrinseche. Di certo, detto in modo semplice,
l’organicità rende possibile l’attività: Gesù salva, lo Spirito cura ed assiste].
Elisa Marianini, Sentieri di luce |
“In verità, in verità io vi dico:
se il chicco di grano caduto in terra, non muore, rimane solo, se invece muore,
produce molto frutto. Chi ama la propria vita, la perde e chi odia la propria
vita in questo mondo, la conserverà per la vita eterna”².
In esso è raffigurata la Passione
con la crocifissione di Gesù; in esso, a mio avviso, c’è la migliore
esemplificazione della pregnanza della
morte.
Morte è sia dolore
- il grido di Gesù sulla croce - sia bagliore di vita.
L’indistricabilità tra vita e morte è decisamente
posta!
Possiamo, succedaneamente, applicarci a spiegare che
la morte è morte del corpo e vita dell’anima e rinviare il ritrovamento del
corpo nell’ora della resurrezione dei corpi. Ma l’essenziale c’è già ed è la
simbiosi tra vita e morte.
Nell’epoca romantica, il tedesco Hölderlin raffigurò
poeticamente la nostalgia del Divino ed annunciò il loro ritorno attraverso
l’oscurità delle “tenebre della notte” (analogia notte-morte).
“Ma si compiace pure dell’ombra un limpido occhio
talora/ e per delizia cerca prima che stanco, il sonno :/ o anche un uomo
fedele ama contemplare la notte, anzi, consacrarle si addice ghirlande e canto/
perché sebbene ai morti e agli erranti sia sacra,/ in liberissimo spirito,
eterna, consiste in sé./ Ma pure ella deve - perché durante l’attesa,/ perché
nella tenebra un che di fermo ci resti -/ darci l’oblio, darci la sacra
ebbrezza,/ darci il flutto del verbo, che come gli amanti/ sia senza sonno, e
più colma coppa e più audace vita/ e anche memoria sacra, da stare svegli la
notte”³.
Elisa Marianini, Vanità |
Era così posta la grecità:
alimento dell’Idealismo, materia della rinascita tedesca, ed anche, in forma
universale, spirito di rigenerazione.
Un’esperienza che attraversò la filosofia tedesca
dell’Ottocento, Hegel compreso, per arrivare a Nietzsche. Diventa in lui
crogiolo della “Nascita della tragedia”, embrione di Dioniso-Zarathustra,
energia della “volontà di potenza”.
In questa misura viene trattata da F. Jesi, sicuro
conoscitore della letteratura tedesca ed attento esploratore della qualità evocatrice del mito.
La grande esperienza della morte misterica è stata
troppe volte travisata dalla filologia moderna sotto la formula morte-rinascita,
nella quale l’accento è posto soprattutto sulla rinascita. La vicenda di morte
subita dai devoti a Eleusi e a Samotracia era un inabissarsi nella morte: la “resurrezione”
di kore non era una nuova partecipazione ad una vita, simile - anche se più vera
- a quella precedente la morte, ma partecipazione alla morte “sola nel mondo
eterna”.
Se nella esperienza eleusina si vogliono individuare due stadi (quella
tradizionalmente definita di “morte” e “rinascita”), bisogna precisare che si
tratta di due fasi dell’accesso alla morte la prima, in cui la morte si
contrappone alla vita come “diversa” da essa; la seconda, in cui la morte si
rivela come “eterno presente”. L’incompatibilità fra tempo storico e tempo
mitico assume così l’aspetto di antinomia fra vita e morte; ma tempo storico e
tempo mitico, vita e morte, hanno un elemento di contatto: l’uomo insieme partecipe
della storia e del mito”⁵.
Elisa Marianini, Energia creazione |
Il mito attinge, per Jesi, ad una verità
incontaminata ed originaria, mentre trasla nel profondo dell’animo umano - o di
un’anima collettiva - i suoi simboli.
Il profondo, il Sé (nella tradizione junghiana) è sepolto,
e richiede un sacrificio: il dolore maieutico che
collima con la morte.
🌟Note.
🌟Note.
1. Eraclito, fr. 26 e fr. 62.
2. Giovanni 12, 5-7.
3. Hölderlin, Pane e vino 2,6-fine.
4. Hölderlin, id, 3, 1-6.
5. F. Jesi, Spartakus, pp. 88-89.
Una interessante lettura sull’argomento della morte e dell’aldilà, durante la quale mi sono soffermata su quel brano poetico del tedesco Hölderlin che attraverso le “tenebre della notte” (analogia notte-morte) parla della nostalgia del Divino, che è in noi, come di una gioia immensa che ci attende..
RispondiElimina“È vano più a lungo nascondere il cuore nel petto, è vano/ frenare l’animo ancora, maestri e allievi, perché/ chi potrebbe impedirlo e proibirci la gioia?/ Fuoco divino ti assilla di notte e di giorno / a metterci in marcia. Su, vieni/ guardiamo all’aperto,/ cerchiamo quello ch’e’ nostro, per quanto sia ancora lontano”⁴.
Rimarcando – per quanto sia ancora lontano – trovo che noi cristiani non sottolineiamo abbastanza, nei culti dedicati ai defunti, questo aspetto. Cioè, noi piangiamo il nostro morto, ma lui ha raggiunto,
non solo la pace eterna, ma la Gioia del Divino!
Apprezzo molto la sua sensibilità. Hölderlin è un poeta sublime, che mette malinconia per la sua sorte avversa, ma che accende gli animi per la sua sete del Divino.
EliminaRitorno spesso col pensiero a quei tre ( Hegel, Schelling ed Hoelderlin )all’università di Tubinga.....
grazie per questo articolo, bello e impegnativo. ho letto più volte tra ieri e oggi. sento per me -l'abisso è un cominciamento o un ri-cominciamento. grazie anche per le opere di Elisa Marianini. Il pozzo profondo. Sentieri di luce
RispondiEliminaGrazie a te Roberta per l'attenzione e per il commento. Le opere di Elisa Marianini, che tu citi, sono molto evocative anche per me.
EliminaBuona domenica!
E’ veramente senza fine la strada che hai tracciato: vita e morte, cominciamento e ricominciamento, scandalo limite notte abisso, il seme che muore e la vita eterna, pregnanza della morte dolore e bagliore di vita, corpo e anima, fuoco divino che ci assilla cercando quel che è nostro si intrecciano con “la chiave del mistero” (Lc 20,27-38) in modi inestricabili. Ad ognuno la sua meditazione, le sue attese, la sua speranza. “Siamo tutti piccoli e indifesi davanti al mistero della morte. Però, che grazia se in quel momento custodiamo nel cuore la fiammella della fede! Gesù ci prenderà per mano, come prese per mano la figlia di Giairo, e ripeterà ancora una volta: ‘Talità kum’, ‘Fanciulla, alzati’. Lo dirà a noi, a ciascuno di noi: ‘Rialzati, risorgi’”(Papa Francesco, Udienza generale del 18.10.17),
RispondiEliminaTi ringrazio Gian Maria! Il tuo commento integra e rafforza il post.
EliminaLa morte è passaggio come passaggio è tutta la vita.
Anche oggi Papa Francesco si è soffermato sul tema, rispondendo alla domanda angosciata di un bambino : Gesù ci viene incontro, ci accoglie e ci accompagna.
Oggi, nel duomo di Montebelluna si celebrava la prima Comunione. Non c’era giornata migliore, vista l’intonazione del brano evangelico. Gesù che ci viene incontro nel cammino, cammina assieme a noi, ci da’ l’esempio del cammino spirituale.
Tanta emozione mi ha suscitato ricordi e sensazioni che ho trasformato in poesia. Non sarà una bella poesia, ma è un ricordo....
Prima Comunione
Ricordo quel giorno
Un giglio bianco
Candore di anima nuova.
Prima Comunione
Un incontro,una festa e l’inizio di un cammino.
Nel duomo oggi
Tutt’attorno un brusio e la tensione dei genitori.
Il coro dei bambini
Diffonde canti angelici.
Rosario Grillo
Grazie per queste vostre bellissime considerazioni, sono onorata che siano state scelte alcune mie opere da affiancare a questi profondi pensieri.
RispondiEliminaGrazie a lei per aver acconsentito all'inserimento di alcune sue opere, già in se stesse - direi - ricche di filosofia. Un saluto cordiale.
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