Tatto, mano, intelligenza, relazione.
Post di Rosario Grillo.
Caravaggio, La buona ventura, 1594-1595, dettaglio |
Pontormo, Deposizione, 1526-1528, dettaglio |
Curiosando e leggendo, ho cooptato il tema di un libro di F. Capitoni: Toccare. Da qui ho tratto le mie riflessioni.
Per cominciare, la questione “toccata” ha il suo centro nel divieto principe della quarantena: toccarsi, stabilire un contatto fisico.
Capitoni mette subito in evidenza il conflitto tra invito/inclinazione al contatto sociale (e tecnologico) e il divieto in atto. Nella società difatti si moltiplica la tecnologia del touch mentre passa tra i rapporti interpersonali il messaggio propiziatore della facilitazione al contatto umano.
Non basta. C’è una sofferenza di natura morale, vista la pregnanza della relazionalità avente al suo apice lo scambio fisico del segno di affetto. Si conferma, ancora una volta, che si riconosce l’importanza di certe cose: modi, atteggiamenti, principi, quando se ne patisce la mancanza.
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Michelangelo, Creazione di Adamo, 1511, dettaglio |
Capitoni recupera gli interventi in argomento di Platone ed Agostino. Il secondo, soprattutto, che ne riconosce l’estensione per tutta la superficie della pelle umana, quindi per tutto il corpo.
Di grande effetto anche l’esplorazione delle peculiarità di pelle-mano-gesto, compresi nell’arco della potenza tattile (pelle = tatto passivo, mano = tatto attivo, gesto = tatto visivo).
Partendo da qui, si può ripensare il distinguo di Anassagora sul proprium humanum
Anassagora lega in simbiosi le mani con l’intelletto, riconoscendo in questo nesso il progredire della conoscenza e quindi della esperienza. La mano è fissata: come parte attiva del tatto, dentro il proliferare delle “protesi” tecniche dell’intelligenza. Era dato l’abbrivio a Democrito, altro esponente della “scuola fisica” del V secolo, per passare in rassegna tutto il patrimonio delle technai umane, leggendolo come storia della civiltà.
Jan van Eyck, Ritratto degli Arnolfini, 1434, dettaglio |
La latitudine della proprietà va estesa cioè per il lato gnoseologico e per quello etico-sociale.
Semplici cenni presenti nella recensione del libro di Capitoni si prestano ad essere articolati nella “avventura” esploratrice che l’interiore, il Sé, fa della alterità, dell’ignoto, cercando modi di adattamento, senza alcuna rinuncia davanti alle difficoltà della relazione.
È la proiezione verso un oltre e porta con sé il problematico rapporto tra inconscio e coscienza.
Qui seguirò, sulla base dello stimolo di E. Abbott, autore di un romanzo (2), a suo modo fantascientifico, nella realtà fortemente pedagogico, l’argomentazione della psicanalisi di Matte Blanco.
Adolph von Menzels, Mano destra con libro, 1864 |
Abbott, nel suo romanzo, preannunciava la geometria di Rieman procedente verso il superamento della geometria euclidea. In cifra logico- epistemologica, veniva toccato il difficile problema della indivisibilità “uno stato se possibile, ancor più inquietante perché è caratterizzato dalla soppressione di ogni criterio di differenza su cui poggia la capacità stessa di pensare” (3).
Il gioco della conformazione delle figure geometriche al mondo piatto, narrato nel romanzo di Abbott, nasconde la tensione al ritorno all’Indeterminato.
Note.
(2) Flatlandia di E.Abbott.
(3) Come nota 1.
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Spero che il mio post venga letto attentamente e compreso nello spirito che lo anima. Rossana lo ha già fatto e lo ha arricchito con immagini appropriate e con un video sorprendente ed arricchente. Grazie Rossan!🌹
RispondiEliminaAggiungo che in modo altrettanto sorprendente, di recente, ho letto spunti di Franco Berardi Bifo ( in particolare, opera E: la congiunzione) che sviluppano il tema in chiave fortemente critica versus la “ infosfera “, riconoscendo i pericoli della devastazione della sfera emotiva nelle generazioni che crescono con gli smartphone. Rimando a commento su Facebook dove metterò riferimento ad una intervista.
Letto. Molto interessante e, soprattutto, istruttivo. Grazie.
RispondiEliminaGratificato dell’encomio, ringrazio.🍀
EliminaQueste acute e profonde riflessioni mi fanno anche ritornare con la mente ai tanti commenti sul caso Schreber e, forse, non di meno per altre vie al Genet di Sartre.
RispondiEliminaGrazie.
Riconoscente per il complimento ed interessato alle suggestive chiavi di lettura.🌹
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