... nelle onde della nostra vita ... (K. Hokusai, Onde dell'Oceano) |
“La questione fondamentale per me dipende da molte cose. Dipende dal
momento, dal giorno, dall’umore, dalla situazione in cui mi trovo. Ma in generale,
la questione è la prima posta nella Bibbia: “Dove sei?” Dunque: dove sono?
Quando Dio domanda ad Adamo: “Ayekah, dove sei?”, penso che sia la questione
essenziale. Dove sei nella vita? Davanti ad ogni dramma, in ogni situazione ci
si domanda: qual è il mio ruolo? Dove mi colloco, io? Nel grande disegno divino
o nel misero disegno degli uomini, dov’è il mio posto rispetto a mio
figlio, rispetto ai morti, ai vivi? Spero, davanti a simili questioni, di
tendere una specie di filo che mi lega a quegli uomini, a quelle donne. Nel
Midrash c’è sempre il seguente consiglio, rivolto all’essere umano: “Ricordati
da dove vieni, dove vai e a chi renderai conto della tua vita!”. Questo è il
messaggio della Bibbia. Ma dopo la morte, nell’Olam habà, nell’altro mondo, la
prima domanda che viene posta ai morti è: sei stato onesto nei tuoi rapporti
con gli altri? E’ la primissima domanda che ci verrà fatta quando ci troveremo
davanti al tribunale celeste. Il testo ci insegna una volta di più che i
rapporti umani hanno la maggiore importanza. La seconda domanda è: hai atteso
la venuta del Messia?”. (Elie Wiesel
(e Michail De Saint Cheron), Il Male e l’esilio, Baldini
&Castaldi, Milano, 2001, p. 214).
Nel grande mare delle generazioni passate, presenti e future (Monet, Il mare a Pourville) |
... nel mare sconfinato: la piccola imbarcazione di ciascuno ... (Monet, Impressione. Levar del sole) |
Il 2 novembre è il giorno dedicato a com-memorare (ricordare
insieme) i propri cari
morti e - perché no? - ricordare il cammino dell’umanità attraverso generazioni
e generazioni, nei secoli e nei millenni. Prendere coscienza dei mille
volti della morte significa riflettere sui mille volti della vita e sulla
questione fondamentale che interessa ognuno di noi, senza lasciarci
turlupinare dalla nostra istintiva rimozione e dalla dominante ossessione
in questo nostro tempo di negare o almeno nascondere la morte, magari
presentandola attraverso i media come puro spettacolo virtuale. Per un giorno
almeno proviamo a ritrovare senza maschere il senso profondo del
vivere.
C'è chi vuole tuffarsi nel vortice dell'attimo... (Paestum, Tomba del tuffatore) |
... vivendo nell'istante (Paestum, Tomba del tuffatore). |
“E’ per me una melanconica felicità vivere in mezzo a questo gomitolo di stradicciole, di miserie, di voci. Quanto piacere, quanta impazienza e brama, quanta assetata vita ed ebbrezza della vita si rivelano qui in ogni istante! Eppure, per tutti questi esseri tumultuosi che vivono e hanno sete di vita, ci sarà presto tanto silenzio! [...] Ognuno vuole essere il primo in questo futuro: eppure è morte e silenzio di morte l’unica cosa sicura e a tutti comune di questo futuro! Come è strano che questa unica sicurezza e solidarietà non abbia quasi nessun potere sugli uomini, e che essi siano ben lontani dal sentirsi quasi la confraternita della morte! Mi rende felice vedere che gli uomini non vogliono assolutamente intrattenersi nel pensiero della morte! Sarei ben contento di far qualcosa per rendere loro il pensiero della vita cento volte ancora più degno di essere pensato” (F. Nietzsche, G.S. 278).
C'è chi si lascia divorare dalla morte ... (V.C.Joseph,Tempesta e naufragio) |
... nullificando la vita ... (V.C. Joseph, Naufragio) |
C’è l’amara desolazione di chi
constata che si vive per morire:“La mia vita?....m’affacciai
alla finestra,/ ho guardato il giardino e già ero grande./Poi
ho guardato il pino alto … e già avevo i capelli bianchi.)/Poi
mi sono girata a guardare le case del paese ed ero vecchia …/E mi
sono coricata in questo letto, ad attendere la morte./E’ accaduto
tutto quasi nello stesso momento./Cosa ho visto nella vita?/ Niente!...
Si vive per morire …/Anch’io un giorno, non avrei visto più
nessuno,/non avrei sentito né detto parole/e non mi sarebbe
importato di nulla:/né della luna, né della verità,/né dei
fantasmi, né dei bottoni perduti,/né dei miei genitori/ né
delle macchie sul muro/e nemmeno della nonna e della sua morte” (E. SCHEMBARI, Le macchie sul muro).
C'è chi vuole salvare la vita dalla morte... (Van Gogh, Mare) |
E c’è chi riconosce nella
sorella morte il mistero della vita e della persona umana, che scuote la nostra
fede e nutre la nostra speranza in un futuro perenne definitivo incontro,
totalmente altro da quelli sinora sperimentati e vissuti, nella luce
dell’Amore. E se, come Gesù, piange l’amico morto, si rallegra delle
campane che suonano per lui a distesa:
“Quando avrò dalla mia cella/salutato gli amici e il sole/e si alzerà la notte/finalmente/saldato il conto,/campane/suonate a distesa:/la porta è da tempo/segnata dal sangue/pronte le erbe amare/e il pane azzimo:/allora andremo/leggeri nel vento. (David Maria Turoldo, Canti ultimi)
“Quando avrò dalla mia cella/salutato gli amici e il sole/e si alzerà la notte/finalmente/saldato il conto,/campane/suonate a distesa:/la porta è da tempo/segnata dal sangue/pronte le erbe amare/e il pane azzimo:/allora andremo/leggeri nel vento. (David Maria Turoldo, Canti ultimi)
Si tratta comunque di mantenere aperta la domanda... (C. D. Friedrich, Monaco in riva al mare) |
... guardare con lucidità ... (C. D. Friedrich, Mare di ghiaccio) |
- vivere serenamente la precarietà
del nostro esserci nel mondo e soprattutto accogliendo tutti, in
particolare chi, solo e sofferente - per dirla con Montale - “è
sfuggito attraverso la maglia rotta della rete che ci stringe quando la sera si
fa lunga e non c’è nessuno a cui consegnare la propria vita”;
-
incontrare le persone, una per una, ciascuna con la sua
storia la sua identità le sue gioie le sue sofferenze i suoi legami familiari;
- esercitare la nostra libertà di donne ed uomini capaci di amare
profondamente la vita, di gioire, di stupire e di meravigliarsi.
...salvarsi insieme... (Lorenzo Monaco, San Nicola salva i naufraghi). |
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