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martedì 6 gennaio 2015

Figure del Natale. Nona e ultima figura, i Re Magi e il senso del dono. Video.


In queste vacanze di Natale abbiamo visitato la mostra dedicata ad Hans Memling, presso le Scuderie del Quirinale a Roma. E’ stata per noi una rinnovata scoperta della pittura fiamminga e di questo artista in particolare. A tutti consigliamo l'esposizione che durerà soltanto fino al 18 gennaio  (www.scuderiequirinale.it). Le immagini di questo post riprendono alcuni dipinti presenti in mostra.

  I Re Magi e il senso del dono.


Il dono...
(Hans Memling, 
Adorazione dei Magi, 1470)
Oro, incenso e mirra: i doni dei Re Magi. Che cosa potevano significare allora e che cosa significano oggi? Che fine hanno fatto questi doni?
Potremmo disquisire a non finire, visto che i vangeli, quelli canonici, nulla dicono in proposito. Ci interessa invece una breve riflessione sul tempo di Natale come tempo del dono, modalità relazionale non indifferente per  le nostre vite: i Re Magi come simbolo di coloro che donano, senza nulla chiedere in cambio, anzi poi scomparire.

...la logica del dono...
(Hans Memling, Trittico di Florens Jan, 1479, 
nella pala centrale l'adorazione dei Magi)
Amore, amicizia, gratuità, fiducia, ospitalità, responsabilità, prendersi cura dell’altro sono esperienze complesse e paradossali, riconducibili al linguaggio del dono, che non è cosa dell’altro mondo, ma  appartiene al nostro mondo, anzi ne  costituisce il  lato critico e alternativo.

... è la logica del disinteresse ...
(Rogier van der Weyden, Adorazione dei Magi, 
pittore fiammingo che influenzò Hans Memling)
Il tempo di Natale può essere letto come spartiacque, momento dialettico di verità che smaschera i falsari del dono: quelli che fanno e ricevono regali per interesse, quelli dei regali “distruttivi” (come si ascolta nel racconto di Calvino, nel video sotto riportato),  del “do ut des” merce di scambio e di favori.

... contrapposta alla logica dell'interesse ... 
(Hans Memling, Ritratto d'uomo 
con una moneta romana)
No, cari falsari! Il  dono è  gratuito, asimmetrico, altra cosa dalla logica del baratto; il suo  senso non è nel conformarsi alle leggi del mercato ma nell’esprimere un libero legame tra le persone. Addirittura il dono arriva  al punto di negare se stesso: pensate alla ben nota  formula cortese  del donatore che risponde a colui che lo ringrazia:  “di niente, de nada,  de rien”. Se ciò che si è donato è nulla, nessuno è tenuto a contraccambiare, ma tutti sono liberi di donare a loro volta, perché “non si dona per ricevere, si dona perché l’altro doni” (Lefort).

... del contraccambio ... 
(Hans Memling, Ritratto d'uomo 
con una moneta romana, dettaglio)
Nella sua bizzarria il dono è tutt’altro che bizzarro: introduce, consapevolmente o meno, più che incertezza e sorpresa disarmanti,  il rischio che si risponda a propria volta donando ad altri. La reciprocità è importante ma non è il cuore del dono, il quale, lungi dall’essere modello di equivalenza, si dichiara asimmetrico.

... implica un libero legame tra le persone ... 
(Hans Memling, Ritratto di donna)
Ma il tempo di Natale aggiunge ancora una postilla: non c’è dono se il contesto in cui avviene è un abisso di disuguaglianze, se non c’è fraternità, se non c’è anche in qualche modo un donare se stessi. Il dono tra non uguali comporta un debito strutturalmente ineguale, fomenta rivalità, antagonismi, clientelismi. Soprattutto nega la possibilità di un “indebitamento reciproco”, questo sì positivo,  il cui modello si ritrova oggi solo nelle famiglie e nelle comunità dove vive in tutti la circolarità dell’amore oblativo. Non è facile autenticamente donare e forse proprio per questo i Magi hanno deciso l’anonimato.

... secondo i principi
della comunione e dell'amore 
(Hans Memling, Avvento e trionfo di Cristo).
A conclusione e completamento di questo post presentiamo un video: Lorenzo Pavolini legge magistralmente il racconto di Italo Calvino I figli di Babbo Natale, contenuto in Marcovaldo ovvero le stagioni in città. Crediamo valga la pena prendersi un po' di tempo per ascoltarlo. Pubblicato nel 1963 il racconto mantiene, infatti, una sorprendente attualità.

Si consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.


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