Monastero di Fonte Avellana (foto di Marco Brix, Panoramio) |
Ai monaci del Monastero di Fonte Avellana è cara una poesia che si conclude così:
“Le
mie braccia allargate sono appena l’inizio del cerchio.
Ma
un Amore più vasto lo compirà” (Margherita Guidacci).
In
questa espressione poetica è contenuta l’idea chiave della regola benedettina
cui i monaci dell’ordine camaldolese fanno riferimento: “ora et labora”, in una
compenetrazione tra vita materiale e spirituale, tra umano e divino, tra terra
e cielo che sintetizza ancora oggi la vita ad un tempo eremitica e cenobitica
dei monaci.
Mio
marito ed io abbiamo visitato nello scorso luglio il Monastero di Fonte
Avellana, fondato verso la fine del X secolo, alle pendici del monte Catria (PU). Luogo di
riferimento per pellegrini e per convegni di studio, il Monastero svetta nella
sua intatta bellezza, carico della sua antica fama – di cui è vestigio lo
splendido scriptorium. Basti pensare che nel Paradiso di Dante si trova il
riferimento al Monastero di Fonte Avellana di cui è stato priore san Pier
Damiani.
Monastero di Fonte Avellana, Chiostro (foto di “esse est reminisci”, Panoramio) |
E
proprio per onorare la memoria di San Pier Damiani (1007-1072) - cardinale,
dottore della Chiesa, oltre che priore, autore di molte opere tra cui una Vita Romualdi, relativa a San Romualdo, fondatore
dei camaldolesi, e un De divina omnipotentia,
riguardante le più spinose questioni teologiche tanto care ai medievali - nel
2007 è stato inaugurato un primo ciclo di vetrate artistiche (le grandi
finestre della chiesa, lo scriptorium, la sala capitolare e la cripta) che ha
trovato poi prosecuzione in un secondo ciclo ultimato nel 2011 (le piccole
finestre della Chiesa, la sala d’ingresso del monastero, il refettorio, la
biblioteca moderna e il chiostro).
L’artista è Joost Caen (proveniente dal
Belgio), maestro nel campo delle vetrate, considerate nuovamente, in seguito al
rilancio novecentesco di Chagall e Matisse - dopo secoli di minorità - espressioni
artistiche di valore autonomo, non
seconde alle altre forme d’arte della produzione contemporanea. Le 60 vetrate
di Fonte Avellana sono certamente l’opera principale di Joost Caen, quella che
permette di penetrare nel suo linguaggio espressivo e di coglierne tutta la
potenza simbolica e il pregio estetico. Di questo particolare aspetto del
Monastero mi vorrei occupare brevemente in questo post facendo riferimento ad
un piccolo testo dello stesso Joost Caen, comprato presso il Monastero, dal
titolo Itinera ad gaudium.
Monastero di Fonte Avellana, Chiostro (foto di “esse est reminisci”, Panoramio) |
Monastero di Fonte Avellana, Scriptorium (foto ricavata dal video di Joost Caen, De oceaan is mijn spiegel) |
L’ispirazione
di fondo dell’ordine monastico – ora et
labora - attraversa tutte le vetrate. Esse intendono comunicare la
duplicità di Dio e mondo, di spirituale e materiale, di teologico e laico
attraverso un linguaggio figurativo minimo, concettuale, che attinge alle forme
astratte delle linee orizzontali e verticali variamente intrecciate con gli
elementi cromatici - spesso ridotti al solo argento e oro - da cui hanno
origine i diversi riflessi di luce.
Monastero di Fonte Avellana, Scriptorium (foto ricavata dal video di Joost Caen, De oceaan is mijn spiegel) |
Le
linee verticali indicano il desiderio, l’aspirazione dell’uomo verso l’alto, la
tensione al trascendimento che trova in Dio la sua più alta risposta; le linee
orizzontali sono il segno della vita umana, nella sua quotidianità –
individuale e comunitaria – nella regolarità del vivere monastico, secondo una
scansione ordinata del tempo data dal ritmo della preghiera e del lavoro. Non
sempre le linee sono geometriche, spesso risultano mosse da un’ondulazione che raffigura la molteplicità delle attività, la varietà delle decisioni, la
complessità dei pensieri e dei sentimenti che il vivere comporta.
Monastero di Fonte Avellana, Scriptorium (foto ricavata dal video di Joost Caen, De oceaan is mijn spiegel) |
Il
linguaggio delle linee si intreccia con il gioco dei colori e della luce:
l’argento rimanda alla notte, l’oro al giorno con tutte le implicazioni di luce
e tenebra che la simbologia insegna. Ma la separazione non è netta – come ben
si può vedere nella vetrata della chiesa - perché la linea verticale penetra
come una lama luminosa nel nero, come una freccia chiara nel buio che il mondo
contiene in sé. La luce ha una potenza diffusiva, simbolo del bene e del
divino che non rimangono al di là del mondo, in una separatezza indifferente
alle umane vicende, ma vi entrano dentro per trasfigurare e redimere, secondo
il messaggio salvifico della teologia cristologica.
Monastero di Fonte Avellana, Chiesa (foto di stefano.m, Panoramio) |
Nel
chiostro poi le grandi vetrate si arricchiscono di codici cromatici nuovi, tali
da simboleggiare tutta la realtà creata, molteplice e varia, raccogliendola
nelle quattro radici: il blu dell’acqua, simbolo di vita e purificazione, elemento da cui il Monastero prende il nome –
Fonte Avellana –; il giallo del fuoco, nella vetrata posta di fronte al
refettorio dei monaci, segno del logos che è entrato nel mondo, ma anche del
fuoco che alimenta la cucina e la conviviale fraternità dei monaci. Il bianco
dell’aria posto di fronte alla sala capitolare è segno del soffio vitale,
l’ispirazione che dall’alto deve animare ogni decisione, come indicato anche
dalle linee verticali che si inseriscono sulle linee orizzontali. Infine il
marrone della Terra, luogo da amare e coltivare, ma anche saldo fondamento del
Monastero e delle costruzioni umane. Il chiostro viene così a rappresentare il
cosmo, l’ordine, l’armonia e la bellezza del creato che la vita monastica
intende contemplare, celebrare e incrementare con il lavoro.
Monastero di Fonte Avellana, Chiostro (foto di “esse est reminisci”, Panoramio) |
Monastero di Fonte Avellana, Chiostro (foto di “esse est reminisci”, Panoramio) |
“Tra
due liti d’Italia surgon sassi,
e
non molto distanti alla tua patria,
tanto
che tuoni assai suonan più bassi,
e
fanno un gibbo che si chiama Catria,
di
sotto al quale è consacrato un ermo,
che
suole esser disposto a sola latria”
(Dante,
Divina Commedia, Paradiso XXI).
Monastero di Fonte Avellana, Chiesa (foto ricavata dal video di Joost Caen, De oceaan is mijn spiegel) |
Monastero di Fonte Avellana, Sala capitolare (foto ricavata dal video di Joost Caen, De oceaan is mijn spiegel) |
Per vedere il video di Joost Caen, De oceaan is mijn spiegel, cliccare qui e per il sito del Monastero qui.
Visitata solo una volta mi è rimasta nel cuore! Ho avuto Margherita Guidacci come insegnante d'inglese al liceo Cavour di Roma: Una persona dolcissima!
RispondiEliminaBello! Grazie. I versi citati sono quindi espressione e riflesso di una dolcezza interiore, di un sentimento fiducioso del vivere. Buona giornata.
EliminaChe belle!
RispondiEliminaGrazie del commento e dell’attenzione che ci riserva! Buona giornata.
EliminaLe vetrate arricchiscono le cattedrali gotiche del Medioevo.
RispondiEliminaSono state pensate e realizzate per celebrare Dio sotto il simbolo della Luce.
Sono una meraviglia! Realizzano il "punto d'incontro" tra la terra ed il cielo. Il Sole, illuminando
dà trasparenza e bellezza all'artefatto umano. In queste vetrate di Avellana
riscontro ed ammiro la felice fusione di antico e moderno.
L'effetto non disturba, anzi invita a meditare sul grande valore dell'ideale cenobitico
E sulla ricchezza della regola benedettina "ora et labora"
Il pensiero riva' alla funzione "maieutica" ed estesamente civilizzatrice dell'ordine
benedettino.
Grazie Rosario per questo bellissimo commento e per la ricchezza di riflessioni che ci offri e che condividi con noi, Rossana e Gian Maria.
EliminaGrazie del post, belle le vetrate ed il loro significato. Guardero' senz'altro il video dell'artista. Buona domenica!
RispondiEliminaGrazie a Lei. Sì, il video è suggestivo. Anche se non è in italiano comunica comunque attraverso i suoni e le immagini. Buona domenica!
EliminaHo apprezzato tanto le foto, lo scritto e gli interessanti riferimenti poetici. Bellissima e consolante la frase: "La luce ha una potenza diffusiva, simbolo del bene e del divino che non rimangono al di là del mondo, in una separatezza indifferente alle umane vicende, ma vi entrano dentro per trasfigurare e redimere, secondo il messaggio salvifico della teologia cristologica." Saluti cordiali.
RispondiElimina@mari da solcare. Grazie. Sì, è proprio un Monastero suggestivo da tanti punti di vista. E’ anche molto vivo culturalmente: ospita concerti durante tutto il corso dell’anno e organizza interventi di approfondimento filosofico, biblico, teologico.
RispondiEliminaBuongiorno Rossana Rolando e Gian Maria Zavattaro,
RispondiEliminaSono Friede Caen-Cloet, la moglie dell'artista Joost Caen. Grazie mille per queste parole e per le fotografie. Bellissima! Si vuoi contattarmi, questo è nostro sito web con gli contati: http://joostcaen.com/contact Cordiali saluti, Friede Caen-Cloet
@Friede Cloet. Buongiorno a Lei. Grazie di cuore per il commento sul blog che ci onora e ci rende felici.
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