Post di estetica, dedicato alle installazioni di Monica Pennazzi e al loro significato esistenziale.
Di Rossana Rolando.
Abbiamo
visitato, lo scorso luglio, presso la bella Pinacoteca Francesco Podesti di Ancona,
la mostra dedicata a Monica Pennazzi, giovane artista dal forte spessore
comunicativo.
Fili e nodi vanno a costituire elaborate tessiture che
congiungono e pongono in tensione archi, cerchi, ellissi di ferro. “Cunauta”
è il nome di una delle sculture che in modo emblematico dà il titolo all’intera esposizione.
Il termine di origine portoghese - legato all’importante esperienza brasiliana
dell’artista di Ancona – indica la culla del navigante e, simbolicamente, il
luogo della nascita ma insieme del percorso, della protezione ma anche della precarietà.
Monica Pennazzi, Cunauta, 1 |
L’ingrediente
filosofico esistenziale già contenuto in questo titolo si ritrova nelle altre
opere, coniugato con l’elemento scientifico, che deriva dalla passione e dagli
studi nei campi della matematica e della fisica quantistica.
Le
figure create sono eleganti, leggere, rarefatte. L’estensione nello spazio e la posizione, la luce e l’ombra, la
monocromia del nero sono le qualità che si aggiungono al materiale e
contribuiscono a fare, di queste forme prevalentemente astratte, vettori di un
mondo ordinato, musicale, armonioso.
Qui
vorrei soffermarmi su tre installazioni particolarmente suggestive: “La formula
dell’amore” , “La solitudine del nodo primo” e “La spirale di Cloto” .
“La formula dell’amore” traduce in simmetrie spaziali l’equazione di Dirac - (“∂ + m) ψ = 0” - che in fisica quantistica definisce: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini quello che accade ad uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri di anni luce”. E qui ciascuno comprende come si tratti di un’equazione che sintetizza in modo magnifico – quando dall’ambito della fisica si passi al contesto delle relazioni umane, come suggerisce l'espressione “La formula dell’amore” – il valore delle relazioni affettive e gli influssi duraturi che coinvolgono due mondi interiori che per un certo tratto, in modo significativo, si sono toccati e intrecciati.
“La formula dell’amore” traduce in simmetrie spaziali l’equazione di Dirac - (“∂ + m) ψ = 0” - che in fisica quantistica definisce: “Se due sistemi interagiscono tra loro per un certo periodo di tempo e poi vengono separati, non possono più essere descritti come due sistemi distinti, ma in qualche modo, diventano un unico sistema. In altri termini quello che accade ad uno di loro continua ad influenzare l’altro, anche se distanti chilometri di anni luce”. E qui ciascuno comprende come si tratti di un’equazione che sintetizza in modo magnifico – quando dall’ambito della fisica si passi al contesto delle relazioni umane, come suggerisce l'espressione “La formula dell’amore” – il valore delle relazioni affettive e gli influssi duraturi che coinvolgono due mondi interiori che per un certo tratto, in modo significativo, si sono toccati e intrecciati.
Monica Pennazzi, La formula dell'amore, 2 |
Monica Pennazzi, La formula dell'amore, 5 |
Monica Pennazzi, La solitudine del nodo primo, 3 |
“La
spirale di Cloto” indica infine “una
delle mitiche parche greche che avvolgeva il filo dell’esistenza di ogni
persona attorno a due fusi”. Essa ci porta nel cuore della riflessione sul tempo: tema affascinante dal punto di vista fisico,
filosofico ed esistenziale, ripensato e tradotto ricorrentemente nelle opere di
Monica Pennazzi.
Nota.
Le citazioni tra virgolette sono
tratte dalla pubblicazione di Monica Pennazzi, Cunauta Sculture, Gangemi
Editore, Roma 2015.
Continua la "visitazione" di artisti meritevoli e di grande spessore portata avanti da Rossana, ora nel corredo iconografico del blog, ora come tema principale. In questo caso, abbiamo una completa rappresentazione della significanza universale de l'arte.
RispondiEliminaI soggetti proposti, mentre danno concretezza a l' unità del sapere (arte,filosofia,matematica e fisica che si intrecciano), comunicano l'arcano de l'amore e de l'Origine.
Grazie Rosario per l’acutezza con cui sai andare al cuore della “cosa”. Buona giornata, Rossana.
EliminaSempre interessantissimi i tuoi post,Gian Maria Zavattaro! Sei una delle pochissime persone, nel "social" che propone temi da essere,assolutamente, approfonditi! Mi prendo il tuo post,per ulteriori riflessioni!
RispondiEliminaGrazie per il gentile e gradito apprezzamento. Anche i tuoi post “musicali” e non solo sono molto interessanti. Buona giornata!
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