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mercoledì 31 agosto 2016

Gianmaria Testa e la poetica della luna.

Post artistico musicale con brani di ascolto (si consiglia di mettere in pausa la musica del blog, posta sopra).
Di Rossana Rolando.
Immagine tratta dal video di Biancaluna, 
con i disegni di Altan,
nel libro-disco 
edito da Gallucci


Chi avvicina, ascolta e frequenta le canzoni di Gianmaria Testa (qui il sito) incontra spesso un soggetto poetico inserito tra le sue note ed è la luna. Grande, bianca, ballerina, scintillante, sola, vicina e lontana… sono questi alcuni degli attributi che accompagnano l’astro tanto caro al cantautore piemontese. Molteplici sono le linee evocative che il mondo lunare suggerisce: provo ad enuclearle associandole emblematicamente ad una canzone.


Biancaluna (nell'album “Lampo”) e la poetica dell’infanzia.
Partirei anzitutto da “Biancaluna”, la canzone scritta molti anni fa e ripresa nel 2014 nel libro disco edito da Gallucci e illustrato da Altan.  E’ una filastrocca per bambini, ma addita uno dei significati fondamentali della luna nell’immaginario del cantautore e forse anche un tratto del suo modo di essere e vivere: indica l’elemento giocoso, lo stupore infantile, l’emozione delle cose nuove (il tema del “Nuovo” cui è dedicata anche una canzone). Ma vuole dire soprattutto la forza del futuro raccolta nei grandi occhi dei bambini che guardano la luna.



Una lucciola d’agosto (nell'album “Altre latitudini”) e la filosofia della sottrazione.
In un’intervista rintracciabile su youtube Gianmaria Testa ha detto: “Credo che la semplicità (e non il semplicismo) sia una cosa che avvicina le persone. Il lavoro di sottrazione che ho cercato e cerco di fare è quello per tendere a quel tipo di semplicità che renda comprensibili le cose anche a me”
La luce lunare, rispetto a quella forte e accecante del sole, è un bel simbolo di questa operazione di sottrazione che ha descritto magistralmente Calvino in Lezioni americane (soprattutto con riferimento alla luna leopardiana): 
“La luna, appena s’affaccia nei versi dei poeti, ha avuto sempre il potere di comunicare una sensazione di levità, di sospensione, di silenzioso e calmo incantesimo” (p. 31).
Immagine tratta dal video di Biancaluna, 
con i disegni di Altan,
nel libro-disco 
edito da Gallucci
La poetica che Gianmaria Testa propone nei suoi brani è proprio quella del togliere peso (il peso del vivere). La luna ricorda la luce, la bellezza e l’incanto che alleggeriscono la terra, ma rimanda anche alla ricerca di uno stile nella comunicazione. A ben vedere, infatti, l’operazione del sottrarre non concerne solo il “cosa”, ma anche il “come”.
Levigare le parole
fino alla trasparenza
fino al limite sottile
di fragilità e di rischio
per sentirle finalmente suonare
al tocco delle dita
o tagliarvisi le labbra
o raccoglierne i cocci muti
e riprovare 
(Da questa parte del mare, Einaudi, Torino 2016, p. 89)
La leggerezza – anche quella dei testi cantati – è frutto di ricercatezza, di quel “riprovare” e “levigare” che rifiuta la parola scontata e logora come un  “coccio muto” per renderla trasparente, volta a toccare, emozionare, dire ciò che nella normalità del discorso rimane indicibile.
Immagine tratta dal video di Biancaluna, 
con i disegni di Altan,
nel libro-disco 
edito da Gallucci
“Volevo tenere per te
la luna del pomeriggio
volevo tenerla per te
perché è sola
com’è solo il coraggio
…”  
(3/4 è il titolo della canzone contenuta nell'album “Da questa parte del mare).
Gianmaria Testa non si è voluto definire un artista, si è considerato semplicemente un comunicatore alternativo. Anche il suo atteggiamento - potremmo dire - è modesto, dimesso, discreto, come quello della luce lunare. Ma il gesto artistico (in qualsiasi forma si esprima, fosse anche quella - considerata “minore” - della canzone d’autore) si misura dagli effetti, dalla traccia luminosa che è in grado di lasciare dietro di sé, nel buio.
E qui la canzone di riferimento potrebbe essere “Una lucciola d’agosto”: la storia di un esserino che brilla nella notte, espande la sua luce ed è felice di vivere portando con sé la luna.

Per ascoltare
Una lucciola d'agosto cliccare play:
 
 

Immagine tratta dal video di Biancaluna, 
con i disegni di Altan,
nel libro-disco 
edito da Gallucci
Comete (nell'album “Lampo”) e la 'sacralità' della luna.
Da sempre l’epifania lunare, nell’antica concezione cosmologica e nella letteratura, ha avuto una funzione mediatrice tra terra e cielo. Lontana e vicina insieme, la luna partecipa dei due universi – quello materiale e spirituale, terrestre e celeste – dividendoli e congiungendoli nello stesso tempo (T. Mann, Nobiltà dello spirito). Nelle canzoni di Gianmaria Testa non si trova in modo riconoscibile e autonomo l’elemento religioso: si avverte però un’inquietudine, un’attesa, un desiderio di Altrove che attraversa tutte le sue canzoni. I temi della bellezza del vivere e della responsabilità per la terra, di cui egli si fa cantore, si coniugano così con un bisogno di ulteriorità che trova nella luna una sua cifra: è la metafora di un cielo perduto, ma non dimenticato.
Immagine tratta dal video di Biancaluna, 
con i disegni di Altan,
nel libro-disco 
edito da Gallucci
Quanto meno
un’ombra
racconta
di una luce
(Gian Maria Testa, Da questa parte del mare, cit., p. 92)
Lo sguardo rivolto alla luna è la traccia di una postura – quella dell’uomo voltato all’insù – che non è più propria del sentire “contemporaneo” ma che rimane ancora presente nella figura dell’assenza, nella forma della nostalgia e della  speranza. La canzone è senza dubbio “Comete”. In particolare alcuni passaggi:
faccia attenzione signore
c’è una luna che cade stasera
e ci potrebbe colpire
lei sorride signore
ma io certe notti ne ho viste anche cinque
di lune cadere
e di altre ancora ho sentito soltanto parlare
da gente distratta alle cose di sempre
ma molto più attenta alle cose del cielo
di me


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4 commenti:

  1. Grande delicato uomo, sensibile artista.....un piacere ed una grande emozione ascoltarlo.

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    1. Sì, condivido gli aggettivi: delicato, sensibile… Certamente emozionante, ma anche capace di far pensare, attraverso la mediazione delle emozioni e dei sentimenti.

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  2. Che delizia amarognola rivedere il gomitolo di lana che la figura di casa dipana.....
    e seguirlo per i sempiterni calli.....
    La luce della luna rischiara... il testo e ci aggiunge compagnia.....

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    Risposte
    1. Grazie Gianni. Sempre gentile. Sì, "delizia amarognola": delizia perché è sempre bello ascoltare Gianmaria Testa, amarognola perché è andato via troppo presto.

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