Iconografia di Rossana Rolando
Arianna Papini, Abisso, quadro, 2007 |
Le società
umane, per naturale spirito di conservazione, hanno da sempre scelto la
sicurezza.
Il loro fine è stato raggiunto ogni volta, compatibilmente i nemici e/o i pericoli da tenere sotto controllo. Parzialmente o totalmente.
Gli strumenti utilizzati, passati per il crogiolo dei sentimenti e della ragione, possono classificarsi sotto l’etichetta dell’ostilità o de l’ospitalità.
Nella prima, chiaramente, vanno distinti l’offesa (attacco) e la difesa.
L’ospitalità, il più delle volte, nasce dall’accortezza di mitigare il pericolo ricorrendo alla diplomazia dell’adattamento fino al limite dell’accoglienza. Celebre in tal senso il realismo politico con cui gli imperatori romani distribuirono la cittadinanza ai popoli delle province per tenerli a bada e per averne appoggio, talvolta giungendo ad assimilarne alcuni caratteri.
Il loro fine è stato raggiunto ogni volta, compatibilmente i nemici e/o i pericoli da tenere sotto controllo. Parzialmente o totalmente.
Gli strumenti utilizzati, passati per il crogiolo dei sentimenti e della ragione, possono classificarsi sotto l’etichetta dell’ostilità o de l’ospitalità.
Nella prima, chiaramente, vanno distinti l’offesa (attacco) e la difesa.
L’ospitalità, il più delle volte, nasce dall’accortezza di mitigare il pericolo ricorrendo alla diplomazia dell’adattamento fino al limite dell’accoglienza. Celebre in tal senso il realismo politico con cui gli imperatori romani distribuirono la cittadinanza ai popoli delle province per tenerli a bada e per averne appoggio, talvolta giungendo ad assimilarne alcuni caratteri.
Arianna Papini, La guerra divora il mondo, 2013 |
Machiavelli
ha sintetizzato alla perfezione la delega necessaria che il cittadino deve
dare, in questa materia, al consorzio
sociale, di cui è parte, entro cui è riconosciuta, per il resto, l’autorità
istituzionale. “Sopra a che dico come, essendo questa [l’arte militare] una
arte mediante la quale gli uomini di ogni tempo non possono vivere onestamente,
non la può usare per arte se non una repubblica o uno regno, e l’una e l’altro
di questi, quando sia ben ordinato, mai non consenta ad alcuno suo cittadino o
suddito usarla per arte” (citato in M.Viroli - Scegliere. Il principe - Laterza).
Paradigmatico
l’argomento di Hobbes, che dalla paura
della morte fa originare lo scarto razionale finalizzato ad
unificare le volontà di tutti nella sottomissione al Leviatano.
Arianna Papini, Incanto, 2012 |
Nell’interpretazione
più riduttiva, le religioni sono state interpretate esclusivamente in questa
funzione: da qui la definizione di “ottativo dell’essere umano” (Feuerbach) e di “oppio
dei popoli” (Marx).
Gli studi
più profondi, ora d’impostazione teologica, ora da classificare nella
sociologia delle religioni, hanno allargato il numero dei moventi al sentire
religioso.
Tra questi moventi va annoverata la Libertà e, in particolare, dentro il
Cristianesimo, riconosciuta come la religione universale che, più di tutte, ha
contribuito a fortificare tale registro della condizione umana.
Non si
tratta di fare classifiche tra le religioni mondiali, né, tanto meno, di
celebrare la superiorità di qualcuna. Ormai il dialogo fra le religioni ha
fatto passi avanti decisivi e l’ecumenismo, con la spinta decisiva di papa Francesco, si muove dentro l’orizzonte de l’unico Dio, direi del bisogno
spirituale primario, inestirpabile dalla
natura umana.
Bisogna solo
trovare una conciliazione tra l’istinto
di sopravvivenza, proprio di tutti gli esseri della natura, e questo bisogno di relazione, distribuito con
proporzione geometrica dai piani bassi ai più alti, là dove si colloca l’essere
umano.
Qui potremmo
chiamare in causa la filosofia di Teilard de Chardin, ma non proseguo oltre
perché confesso la mia scarsa conoscenza.
In ogni
caso, è qui che s’incardina la libertà dell’uomo.
Quel nobile libero arbitrio che Pico della Mirandola esaltò ne l’Umanesimo, che è
narrato significativamente nell’episodio biblico della separazione dall’Eden.
Quale altro significato,
infatti, esso nasconde se non la facoltà umana di discernere il bene dal male,
e, stante i limiti dell’umana facoltà volitiva, di potersi decidere per il male
(ambiguità della natura umana).
La nobiltà,
la “degnità”, ricordiamolo, è
inscritta nella relazione che l’uomo cerca con i suoi simili e con tutti gli
esseri del Creato (Genesi,1,28 – Laudato sii).
Arianna Papini, Guerra!, quadro, 2013 |
Così sul
tema si esprime Vito Mancuso: “Mangiare il frutto dell’albero della conoscenza
significa giungere a Ek-sistere, non
ritrovarsi più nel circolo chiuso dell’esserci, sentire e capire che rispetto
al proprio esserci si sporge all’infuori, e che in questo sporgersi si può
anche precipitare, e la mente infatti talora avverte che se ne può andare via,
lontana dal proprio corpo, ed anche dalla propria psiche, e che può giungere a
non volere più essere nel senso di non
volere più ek-sistere, vuole mettere fine a questa sporgenza della punta più
alta della propria energia, vuole tornare a conciliarsi con l’essere muto, ed
essere come una cosa, come una pietra, non più ek-sistere, ma solo sistere, stare, e così vende la sua
libertà, la consegna e in questo senso la tradisce, oppure talora persino la
sopprime, uccidendosi. L’ek-sistenza libera è per definizione condizione
inquieta, drammatica, a volte anche tragica!. (Io e Dio, p.142)
Arianna Papini, La Fame |
Il “circolo amoroso” è vivere nello spirito
del “ prendersi cura” degli altri. Carità, solidarietà, misericordia: sono
facce dello stesso sentimento. Vi è acceso il fuoco che alimenta la nostra
energia di vita, di creatività, di bellezza, di prossimità.
Con essa
troviamo la forza e la ragione per superare il nostro ego, per andare verso l’altro.
Da questa
fonte dobbiamo prendere la motivazione e registrare il principio “regolativo”
per cercare sensatamente (cristianamente) sicurezza.
La vera
sicurezza si ottiene attraverso l’ospitalità e l’accoglienza, è dotata, essa,
della virtù della “cura degli altri”.
La radice della parola: se-cura, non vuol
indicare cura di sé, ma cura del Sé. Non una cura limitata egoisticamente al mio star bene, ma cura del Sé, dove il
Sé indica il comune di tutti noi:
modalità cosmico-universale.
Molto interessante e condivisibile.
RispondiEliminaGrazie del commento e della condivisione di idee.
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