"Persona e Comunità" è un blog di riflessione culturale, filosofica, religiosa, pedagogica, estetica. Tutti gli articoli sono scritti da: Gian Maria Zavattaro, Rossana Rolando, Rosario Grillo.
Perché non provare nel bel
mezzo di ogni giornata a sedersi in silenzio almeno per qualche minuto? So
bene che non è semplice, presi come siamo da mille cose: famiglia,
lavoro, spese, scadenze di ogni sorta, lezioni da preparare, libri da leggere,
progetti e relazioni sociali da coltivare, problemi a non finire, casa da
accudire, radio e tv, internet, sms, mail, cellulare!!!... Insomma
anneghiamo la giornata in tante cose (nessuna delle quali in sé negativa),
nella frenesia di un attivismo o viceversa nell’inerzia di un’abulia che
esigono come sottofondo la “geenna del rumore”, scudo di protezione dalla
fatica di fermarci, o viceversa destarci, a pensare le questioni fondamentali:
“Dove sononella vita? Davanti ad ogni dramma dove mi colloco io? Dov’è il mio
posto rispetto a mia moglie, alle persone che incontro ogni giorno, ai morti, ai
vivi?”(1).
Rumori (Anna Forlati)
Siamo immersi in un oceano verbale segnato da nebbie semantiche non casuali: frasi fatte, enunciati oscuri, vocaboli
diventati ambigui come solidarietà, pace, ambiente, accoglienza, destra,
sinistra… E così la nostra vita quotidiana
trascorre nella “galleria del vento di pettegolezzi e di chiacchiere”:
baconiani “idòla fori” finzioni della nostra mente, pubblici dibattiti di
gargarismi linguistici, parole fantasma consumate ed usurate dai media che ogni
giorno ci confermano di vivere “nell’era della menzogna organizzata” (2). Ma che cosa è il silenzio?
L'ambiguità del silenzio.
L'ascolto del silenzio (Anna Forlati)
Difficile
rispondere senza tradire appunto il silenzio. Forse si può incominciare a
dire che cosa non è: non è solo assenza di rumore, non è
affatto disamore per la parola. E’ indubbiamente, come ogni fenomeno
umano, ambiguo: non ha una sola forma di espressione o un solo significato.Puòcomunicareassenso, empatia, concordanza, ascolto, raccoglimento...; oppure dissenso, rifiuto, rigetto o, peggio, metacomunicazione di
indifferenza; può essere vile, complice, colpevole, compiacente
dell’ingiustizia e del male...
Il silenzio è la condizione della parola autentica.
La parola fiorisce nel silenzio (Anna Forlati)
Io penso al silenzio come ascesi della parola,precondizionenecessariaed imprescindibile perché ogni
cittadino possa giungere al possesso della parola parlante e non parlata,
che è la cultura. Scriveva Gadamer: “E’ compito della nostra propria
tradizione culturale e un pegno della sua sussistenza quello di coltivare tra
noi le forme per eccellenza della parola […] parola della domanda, parola
della poesia, parola del perdono che è come una prima e ultima parola” (3).
Sono queste le parole che sgorgano dal silenzio.
Il dono del silenzio (Anna Forlati)
Il silenzio non prova, non disserta,
non dimostra. Testimonia: ecco la sua forza. Mi è caro il silenzio di
tutte le persone che ogni giorno testimoniano nella concretezza del loro
lavoro, nella semplice trasparenza dei loro linguaggi non verbali, la
possibilità di ristabilire le grandezze, ritrovare i centri di
gravitazione e, in chi le incontra, dar senso e far crescere
la speranza.
1. Cfr. Elie Wiesel(e
Michail De Saint Cheron), Il Male e l’esilio, Baldini &
Castaldi, Milano, 2001, p. 214. 2. Cfr. AA.VV. (a cura di
M. Baldini), Il
fascino indiscreto delle parole, Armando 1985 e AA.VV. (a cura di M.
Baldini), Il
silenzio, La locusta 1986. 3. Cfr. H. Gadamer, Elogio della teoria, Discorsi e saggi, Guerini e Associati,
Milano, 1990, p. 27.
Post di Gian Maria Zavattaro Iconografia e commento alle illustrazioni di Rossana Rolando.
In un mondo dove tutto "parla"... il silenzio è desiderio di ascoltare le trame più profonde di me stessa... mi chiama e mi invita a riconciliarmi con la mia" storia".. Un appuntamento a cui, da un po', non mi sottraggo più... Sento la fatica del "rimanere" in sua compagnia per imparare sempre di più ad "uscire"... Buona domenica
“Rimanere” in compagnia del silenzio di se stessi per poter davvero “uscire” da se stessi… il silenzio non come chiusura intimistica, ripiegamento nel privato, mutismo dell’incomunicabilità, ma condizione per una parola che attinga alla profondità del proprio essere e davvero “parli”… Grazie Nele Nele per il tuo pensiero che facciamo nostro. Buona domenica anche a te.
In un mondo dove tutto "parla"... il silenzio è desiderio di ascoltare le trame più profonde di me stessa... mi chiama e mi invita a riconciliarmi con la mia" storia".. Un appuntamento a cui, da un po', non mi sottraggo più... Sento la fatica del "rimanere" in sua compagnia per imparare sempre di più ad "uscire"...
RispondiEliminaBuona domenica
“Rimanere” in compagnia del silenzio di se stessi per poter davvero “uscire” da se stessi… il silenzio non come chiusura intimistica, ripiegamento nel privato, mutismo dell’incomunicabilità, ma condizione per una parola che attinga alla profondità del proprio essere e davvero “parli”… Grazie Nele Nele per il tuo pensiero che facciamo nostro. Buona domenica anche a te.
RispondiEliminaOttime riflessioni accompagnate da illustrazioni suggestive. Grazie.
RispondiEliminaIl grazie è reciproco. Buona giornata.
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