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sabato 20 febbraio 2016

Le parole del silenzio. Illustrazioni di Anna Forlati

Il prodigio del silenzio...
La perla nascosta
(Anna Forlati)
“Il prodigio del silenzio è giungere a parlare tacendo, a essere espressivi senza usare le parole, ad avere una vita silenziosamente eloquente. Il silenzio è un modo diverso di comunicare e, più in profondità, un modo diverso di essere… e di vivere”
S. Chialà, Silenzi - Ombre e luci del tacere, ed. Qiqajon, Com. di Bose, Magnano (Bi) 2010.

La geenna del rumore.
La conquista del silenzio 
(Anna Forlati)
Perché non provare nel bel mezzo di ogni giornata a sedersi in silenzio almeno per qualche minuto? So bene che non è semplice, presi come siamo da mille cose: famiglia, lavoro, spese, scadenze di ogni sorta, lezioni da preparare, libri da leggere, progetti e relazioni sociali da coltivare, problemi a non finire, casa da accudire, radio e  tv, internet, sms, mail, cellulare!!!... Insomma anneghiamo la giornata in tante cose (nessuna delle quali in sé negativa), nella frenesia di un attivismo o viceversa nell’inerzia di un’abulia che esigono come sottofondo la “geenna del rumore”, scudo di protezione dalla fatica di fermarci, o viceversa destarci, a pensare le questioni fondamentali: “Dove sono nella vita? Davanti ad ogni dramma dove mi colloco io? Dov’è il mio posto rispetto a mia moglie, alle persone che incontro ogni giorno, ai morti, ai vivi?”(1). 

Rumori 
(Anna Forlati)
Siamo immersi in un oceano verbale segnato da nebbie semantiche non casuali: frasi fatte, enunciati oscuri, vocaboli diventati ambigui come solidarietà, pace, ambiente, accoglienza, destra, sinistra…
E così la nostra vita quotidiana trascorre nella “galleria del vento di pettegolezzi e di chiacchiere”: baconiani “idòla fori” finzioni della nostra mente, pubblici dibattiti di gargarismi linguistici, parole fantasma consumate ed usurate dai media che ogni giorno ci confermano di vivere “nell’era della menzogna organizzata” (2).
Ma che cosa è il silenzio?

L'ambiguità del silenzio.
L'ascolto del silenzio 
(Anna Forlati)
Difficile rispondere senza tradire appunto il silenzio. Forse si può incominciare a dire che cosa  non è: non è solo assenza di rumore, non è affatto disamore per la parola. E’ indubbiamente, come ogni fenomeno umano, ambiguo: non ha una sola forma di espressione o un solo significato. Può comunicare assenso, empatia, concordanza, ascolto, raccoglimento...; oppure dissenso, rifiuto, rigetto o, peggio, metacomunicazione di indifferenza; può essere vile, complice, colpevole,  compiacente dell’ingiustizia e del male...

Il silenzio è la condizione della parola autentica.
La parola fiorisce nel silenzio 
(Anna Forlati)
Io penso al silenzio come ascesi della parola, precondizione necessaria ed imprescindibile perché ogni cittadino possa giungere al possesso della parola parlante e non parlata, che è la cultura. Scriveva Gadamer: “E’ compito della nostra propria tradizione culturale e un pegno della sua sussistenza quello di coltivare tra noi le forme per eccellenza della parola […]  parola della domanda, parola della poesia, parola del perdono che è come una prima e ultima parola” (3). Sono queste le parole che sgorgano dal silenzio.
Il dono del silenzio 
(Anna Forlati)



Il silenzio non prova, non disserta, non dimostra. Testimonia: ecco la sua forza. Mi è caro il silenzio di tutte le persone che ogni giorno testimoniano nella concretezza del loro lavoro, nella semplice trasparenza dei loro linguaggi non verbali, la possibilità di ristabilire le grandezze, ritrovare i centri di gravitazione e, in chi le incontra, dar senso e far crescere la speranza.


L'arte e l'infanzia.
L'infanzia  come simbolo
(Anna Forlati).
Anna Forlati è una giovane artista che si occupa di illustrazione per l’infanzia e che, in questo campo, ha già pubblicato con importanti case editrici italiane e collabora con editori anche stranieri. Le sue opere, di cui abbiamo qui riportato qualche esempio - con il suo consenso - e alle quali abbiamo liberamente attribuito un titolo, immergono chi le guarda in un’atmosfera onirica e fatata in cui l’occhio sembra perdersi e trovare riposo. La delicatezza dei colori, la levità dei soggetti, l’intreccio tra la presenza umana e la natura (l’erba, gli uccelli, il bosco) rimandano ad un mondo nuovo e pacificato che non è solo riconducibile all’età ingenua dell’infanzia, ma che prefigura un’età adulta capace di uscire dalle prigioni dell’inautentico per riconquistare spazi di consapevole e autentica riconciliazione. 
(Chi desidera visitare il sito di Anna Forlati può cliccare qui).

1. Cfr. Elie Wiesel (e Michail  De Saint Cheron), Il Male e l’esilio, Baldini & Castaldi, Milano, 2001, p. 214. 
2. Cfr. AA.VV. (a cura di M. Baldini), Il fascino indiscreto delle parole, Armando 1985 e AA.VV. (a cura di M. Baldini),  Il silenzio, La locusta 1986.
3. Cfr. H. Gadamer, Elogio della teoria, Discorsi e saggi, Guerini e Associati, Milano, 1990,  p. 27.

Post di Gian Maria Zavattaro
Iconografia e commento alle illustrazioni di Rossana Rolando.

4 commenti:

  1. In un mondo dove tutto "parla"... il silenzio è desiderio di ascoltare le trame più profonde di me stessa... mi chiama e mi invita a riconciliarmi con la mia" storia".. Un appuntamento a cui, da un po', non mi sottraggo più... Sento la fatica del "rimanere" in sua compagnia per imparare sempre di più ad "uscire"...
    Buona domenica

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  2. “Rimanere” in compagnia del silenzio di se stessi per poter davvero “uscire” da se stessi… il silenzio non come chiusura intimistica, ripiegamento nel privato, mutismo dell’incomunicabilità, ma condizione per una parola che attinga alla profondità del proprio essere e davvero “parli”… Grazie Nele Nele per il tuo pensiero che facciamo nostro. Buona domenica anche a te.

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  3. Ottime riflessioni accompagnate da illustrazioni suggestive. Grazie.

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