Il profilo specifico del pellegrino, il suo spirito, oggi in gran parte smarrito, ci riportano al senso profondo del viaggio. Con riferimento a Paolo Rumiz.
Post di Rosario Grillo.
Immagini delle opere fotografiche di Jamie Heiden (qui il sito) per gentile autorizzazione.
Jamie Heiden |
Eppure una figura esemplare di pellegrino
manda ancora i suoi “diari di viaggio” e in tanti li leggiamo con interesse e
con amore.
Parlo di Paolo Rumiz, instancabile
“globe-trotter” sulle strade dell’Europa, dell’Asia, dell’Appia antica, dei
fronti della Grande Guerra, della rete delle abbazie medievali.
I suoi quaderni possiedono una pratica di
fabulazione non comune: hanno capacità miste di meraviglia, di scandaglio, di
denuncia, di amore frugale e di piena condivisione dei ritmi di un tempo. Senza
nostalgia retrò, con la consapevolezza dell’appartenenza al tempo presente.
Pellegrino: era un personaggio tipico del
periodo antico, in ispecie di quello medievale.
Va inteso non solo nell’orizzonte
religioso della spiritualità medievale, quando ci si moveva alla ricerca delle
reliquie Sante, con dentro una vaga voglia di allontanare la corruzione della
Chiesa e cercare la purificazione, con intenti di esplorazione e, alla
lontana, di rinascita.
Jamie Heiden |
Una recente visita del suddetto Rumiz ha
toccato Orval, monastero al confine tra la Francia e il Belgio. Luogo
emblematico dell’attività di “riconquista” portata avanti dall’ordine
benedettino sulla scia della regola di San Benedetto.
All’interno di un composito piano di
“riconquista cattolica”, quella promossa dai benedettini fu di rilevante
importanza economica e culturale.
Riconquista di suolo, di terra, di campi
da coltivare! Di un patrimonio culturale e, innanzitutto, avvio di una
integrazione dei cosiddetti “barbari”.
Esaltazione del nesso tra il lavoro e la
preghiera, segno di una relazione che ho già analizzato in un precedente post (1).
La preghiera attiva, che confida in Dio,
si esplica in un lavoro metodico ed armonico, consapevole del dono che
Dio ha disseminato nella natura.
Il silenzio che circondava questi luoghi
si accoppiava facilmente alla metodicità del lavoro e trovava conferma (grazia
divina?) nei frutti che riusciva a dare.
Jamie Heiden |
Rumiz mette in gran risalto inoltre la
composizione multiculturale, nel tempo avviata, e gelosamente conservata.
I monaci giungevano da ogni parte (ancora
oggi un cedro del Libano testimonia la fede di un monaco da lì giunto), dando
abbrivio ad una “communio” europea ,che è conclamata ufficialmente dall'appellativo di “patrono dell’Europa” assegnato a San Benedetto.
Segno anche questo del pericoloso
sviamento delle attuali istituzioni europee, che non sanno custodire la
vocazione e portarla avanti.
Anzi, a fronte del fenomeno delle attuali
migrazioni, agiscono con i divieti, con i confini, con atti di esplicita
disumanità.
Una domanda si impone: sono questi
immigrati i possibili Pellegrini del tempo presente?
Jamie Heiden |
Ma, si deve riconoscere, esso è causato
dalla ostilità che incontrano ed esso è quindi uno strumento di difesa,
che solo nei gruppi terroristi alimenta la “guerra santa”.
Si è sviluppata analoga reazione in molti
gruppi di pseudo cristiani, che, a dispetto dell’ecumenismo dell’attuale
pontefice, alimentano una risposta di chiusura, di neo integralismo, di assurda
difesa dei simboli.
La via dell’incontro, del dialogo è la via
maestra del magistero Cristiano, battuta con profitto fin dai tempi di San
Benedetto.
Si profila, altrimenti, alterata e
snaturata la figura del pellegrino di oggi. Mancando la curiosità spirituale e
culturale del viandante di allora, che facilitava la relazione, vagante senza
meta, risulta spinto solo da un movimento casuale ed inconsulto, inconsapevole
in sostanza, trasparente segno di smarrimento (2).
Note.
1. Vedi sullo stesso blog il mio Lavoro è preghiera.
2. Confronta Byung-Chul Han Fare zapping per il mondo. Egli riprende e commenta le notazioni di Z. Bauman, Da pellegrino a turista, in un suggestivo capitolo della sua opera, Il profumo del tempo.
1. Vedi sullo stesso blog il mio Lavoro è preghiera.
2. Confronta Byung-Chul Han Fare zapping per il mondo. Egli riprende e commenta le notazioni di Z. Bauman, Da pellegrino a turista, in un suggestivo capitolo della sua opera, Il profumo del tempo.
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Caro Rosario, traspira in ogni riga del tuo scritto la critica accorata a “questa” odierna e contraddittoria globalizzazione, dove non si è capaci di riconoscere se stessi e gli altri (il diverso, lo straniero, il migrante, gli altri indistintamente) come “ pellegrini”. Non solo riconoscere, ma praticare il pellegrinare (“la curiosità spirituale e culturale del viandante di allora”) nel senso da te descritto a proposito dei pellegrini di ieri e dell’emblematica figura di P. Rumiz. Hai ragione: la via dell’incontro, del dialogo è la via maestra: tutta in salita, con tempi lunghi, compito da assegnare alle nuove generazioni, l’unica che nell’odierno disastro italiano possa nutrire le nostre speranze.
RispondiEliminaQualcuno mi confida: siamo in fase di cambiamento...
EliminaCon-fidare ha radice nella Fede. Cambiamento: è segno di crescita, se si tengono saldi valori e principi.
Il punctum dolens è la massificazione, che invita ad acclamare populismo e leader forte.
L’invito alla Vita, alla con-versione è rivolto in Prima Persona e chiama in causa Responsabilità Amore e Speranza.
Simone Weil, che spesso ci è stata d’aiuto, raccomanda ATTENZIONE.
È l’augurIo che rivolgo a tutti. Grazie Gian Maria 🌈
Grazie di queste riflessioni del bellissimo breve video che riproporrò nel mio blog. Buon fine settimana.
RispondiEliminaGrazie della sua costante attenzione e della partecipazione!
EliminaSiamo caduti nella parte negativa del WEB: non si colloquia piú abbiamo paura del confronto, di guardarci negli occhi Grazie
RispondiEliminaÈ vero: abbiamo paura di guardarci negli occhi!
EliminaL’occhio è specchio dell’anima. Grazie!