Genova e il ponte crollato. 14 agosto 2018.
Perché senza quel ponte come si fa?
Ogni volta che lo guardiamo, che precipitiamo in uno di quegli svincoli “micidiali”, come diceva il cantante (De Gregori),
quel ponte ci terrorizza.
Perché è insieme tragico e bello.
E' qualcosa di spropositato che attraversa la valle
(Maurizio Maggiani, qui).
Genova, 14 agosto 2018 (composizioni fotografiche di Rossana Rolando) |
La morte assurda di tante
persone sconosciute che ci ha colpito rinvia al
mistero della vita e della persona umana, scuote le nostre abitudini e ci
obbliga ad interrompere le nostre corse frenetiche e a domandarci per
quanto tempo ci ricorderemo delle vittime scomparse (e di
tutte le innumerevoli vittime di ogni dove e di ogni tempo), per quanto tempo
saremo disposti a guardare all’essenziale, per quanto tempo
assumeremo la precarietà del nostro esserci nel mondo e soprattutto
per quanto tempo veramente assumeremo la sofferenza e la solitudine - per dirla
con Montale - di chi sopravvissuto (padre, madre, figlio/a , nipote
amico/a) - “è sfuggito attraverso la maglia rotta della rete che ci stringe quando
la sera si fa lunga e non c’è nessuno a cui consegnare la propria vita”.
Rossana Rolando.
Il 14 agosto eravamo a Genova. Sotto
un nubifragio, per gran parte del tempo. Abbiamo saputo del ponte, verso l’una.
Ammutoliti, sospesi, affranti. Il pensiero rivolto a tutto l’immenso dolore di vite e di affetti spezzati. Al destino
di questa città tanto amata.
Tra le molte considerazioni ascoltate in
questi giorni ho sentito particolarmente vicine le parole di Renzo Piano, nell'intervista rilasciata a Francesco
Merlo su Repubblica del 15.08.2018 (in questo sito l'articolo intero). Ne riporto alcuni brevi passi:
« Ho pensato subito alle vittime, e
solo dopo alla mia città ferita, a Genova e alle sue catastrofi. Ho immaginato
quella gente che passava di là a metà agosto, i camion e i furgoncini per
lavoro, gli altri per vacanza, le famiglie allegre e innocenti, ho pensato agli
occhi che, quando si passa su un ponte, sono ancora più aperti, perché c’è
l’alto e c’è il basso, c’è la sospensione nel mezzo cielo. E invece proprio il
ponte, che accorcia le distanze, dà ordine e bellezza al paesaggio e mette
allegria, è crollato di botto.
… I ponti sono anche simboli. È orribile che crollino e che il crollo uccida. Ma un ponte che crolla, con quella fisica ha sempre una dimensione simbolica e dunque, quando crolla, è come se crollasse due volte».
… I ponti sono anche simboli. È orribile che crollino e che il crollo uccida. Ma un ponte che crolla, con quella fisica ha sempre una dimensione simbolica e dunque, quando crolla, è come se crollasse due volte».
Già, si alzano i muri e crollano i ponti (aggiunge
Francesco Merlo).
Genova 14 agosto 2018 (composizioni fotografiche di Rossana Rolando) |
Mail di Rosario Grillo.
Cari amici miei,
voglio esprimervi la mia prossimità
in occasione di questo grave sciagura che ha colpito Genova.
Innanzitutto spero che il vostro
rientro si sia concluso nel migliore dei modi.
Forse tra le vittime ci saranno anche
altri connazionali, ma senza dubbio Genova, i genovesi, i liguri sono i
principali colpiti. La ferita non è solo fisica (e mortale), è anche morale.
Genova viene martoriata ogni volta ...e non è solo effetto della delicatezza
della sua posizione geografica.
Oltretutto Genova è simbolo di noi
tutti, prima nel bene, nella fede politica, purtroppo anche nei difetti, che
talvolta fanno premio sulle virtù.
L’augurio è che il fatto diventi
stimolo per ribaltare la situazione è per restituire a Genova la sua qualifica
con la serenità.
Un affettuoso abbraccio.
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Genova per noi.
RispondiEliminaGenova oggi simbolo del dolore improvviso imprevisto assurdo.
Le responsabilità sono sempre umane.
Cura al posto dell'incuria.
Attenzione in luogo della distrazione.
Coscienza invece che disumanità.
Le uniche strade che dobbiamo percorrere, tutti noi.
Grazie per questo post!
RispondiEliminayo pasé por ese puente en autocar turístico en 1979 cuando visité vuestra querida ITALIA .Y me llamó la atención esa suspension en vuelo. Toda obra pública debe garantizar su seguridad y el servicio que ofrece y presta.Me duele vuestro dolor y os acompaño en el sentimiento.Un abrazio!
RispondiEliminaLe parole non vanno sprecate! “In principio era il Verbo” : da lì tutto comincia!
RispondiEliminaQuindi la Parola è cura !
Chi offende Genova con le parole, con le contumelie, con invettive di rancore ed odio, colpisce ancora Genova, mortalmente.
Il con-dolore, la solidarietà e il “rimboccarsi le maniche” è l’unica risposta.
www.scrivere.info/images/users/5168/376735.jpg
RispondiEliminaun abbraccio a Genova
Un immenso dolore, le vite umane falciate dal crollo. Mi sono sentita quasi in colpa di essere in vacanza e stare bene. E che tristezza le polemiche populiste ... Mio figlio ingegnere mi ha spiegato che - per ragioni legate all'usura dei materiali - quasi tutti i viadotti/ponti costruiti in Italia negli anni '60 sono a potenziale rischio di crollo. E' difficile trovare i fondi per controllare e ristrutturare tutto. Speriamo che si faccia, comunque. Intanto bisognerebbe ringraziare tre volte al giorno per il dono della vita.
RispondiEliminaGrazie a tutti voi che siete intervenuti, leggendo questo post, e avete lasciato un pensiero. Grazie per la partecipazione al dolore di Genova e per la vicinanza affettuosa.
RispondiElimina....non ho potuto prima di adesso. amo Genova. Genova, ti amo. sei bellissima
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