La pazienza è
“non meno attiva che passiva,
e non meno passiva che attiva”
(Kierkegaard)
L’amore è la
forza che trascina il mondo.
Ma è, insieme,
una lunga pazienza
(Theillard de Chardin)
La pazienza! Uno pensa subito alla figura emblematica di Giobbe,
alla sua straordinaria sfida con Dio, alle sue reazioni al male sopportabile, alla
sua ribellione al male insopportabile, alle repliche e sorprese di Dio.
Suggestione e spaesamento della pazienza, dell’impazienza e della speranza. ...
L’atteggiamento paziente è un
gomitolo che si dipana gradualmente nel tempo, ben
diversamente dall'alt della caparbietà o della tenacia che designano ostinazione a
non cedere ed a tener duro.
... ma è insieme una lunga pazienza ... William Blake, Illustrazioni al libro di Giobbe. |
E tuttavia non è cedimento o resa o
abdicazione, ma “accordo con la realtà”, per gestirne i conflitti in serena
convivenza e nella consapevolezza delle difficoltà e delle costrizioni
che essa comporta; non è triste o stoica rassegnazione, perché volutamente affronta
sofferenza, ingiustizia, abbandono. Sorretta dalla speranza e nutrita
di empatia sociale, accetta il rischio di centrarsi sugli altri e sui
loro atteggiamenti alternativi, pur non
condividendoli. Non a caso per
Aristotele e Tommaso d’Aquino è zoccolo
duro della fortezza.
... sopporta scacchi anche immeritati ... William Blake, Illustrazioni al libro di Giobbe. |
Non c’è pazienza
verso gli altri se prima non la si vive nell’accettazione di sé e della propria finitezza. Pazienza è lealtà
verso se stessi nel riconoscere i propri limiti, senza pretendere troppo e rassegnarsi troppo in fretta, nel contempo
impegnando fino in fondo tutte le
proprie energie; è sopportare sofferenze,
malattie, disgrazie, delusioni dolorose, fallimenti e scacchi anche
immeritati; è non rassegnarsi al dolore né mascherare la sofferenza con ipocrite
panacee, ma ritrovare il coraggio di affrontare la vita e la via
del perdono.
... è irrinunciabile per la madre, il padre, l'educatore... William Blake, Illustrazioni al libro di Giobbe. |
La pazienza verso gli altri è irrinunciabile
per la madre ed il padre, per l’insegnante, l'educatore, per chi svolge una funzione sociale soprattutto nel rapporto con le persone più deboli, malate o
anziane. Chi non ce l’ha o non la vuole acquisire cambi mestiere. Ma ogni nostra relazione interpersonale e sociale, come l’amore e l’amicizia, porta la cifra della pazienza, perché la convivenza e l’intreccio
dei rapporti sociali comportano inevitabilmente problemi, incomprensioni,
conflitti, perché ognuno ha diritto ai suoi errori e debolezze ed in insieme ha
bisogno dell’attenzione dell’altro, della sua disponibilità ad accettarlo, a
dargli tempo, a condividere i suoi
problemi e sofferenze.
Non c’è crescita e maturazione reciproca senza pazienza vicendevole, tanto più davanti ad una persona ostile od antagonista, verso la quale solo un atteggiamento empatico rende possibili la comprensione e l’accoglienza, scevri da condanne pregiudiziali.
...in ogni relazione interpersonale... William Blake, Illustrazioni al libro di Giobbe. |
Non c’è crescita e maturazione reciproca senza pazienza vicendevole, tanto più davanti ad una persona ostile od antagonista, verso la quale solo un atteggiamento empatico rende possibili la comprensione e l’accoglienza, scevri da condanne pregiudiziali.
... perché sia possibile l'accoglienza... William Blake, Illustrazioni al libro di Giobbe. |
Si può essere oggi pazienti? Penso
proprio di sì, purché si facciano i conti da una parte con gli atteggiamenti incompatibili
(risentimento, invidia, indifferenza, disattenzione, presunta superiorità…); dall’altra con l’enorme pressione della corsa al successo ed
alla competizione cui ognuno di noi è sottoposto. La fretta soprattutto gioca un ruolo decisivo:
se il tempo è denaro, se non ho tempo di pensare a me stesso e agli altri non
potrò mai sperimentare la virtù di fuoco della pazienza.
... nella calma del pensiero ... William Blake, Newton. |
A questo punto non sarebbe male
l’elogio della lentezza.
Chi
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La pazienza è una grande virtù. Tuttavia noi moderni abbiamo ereditato, probabilmente dai Romani, il rifiuto della pazienza. I Romani ci hanno insegnato la pragmaticità e l'immediatezza. La più grande frase di Cicerone è forse quella in cui egli afferma che Catilina ha abusato della pazienza del Senato. Anche qui la pazienza è finita. Solo con l'avvento del Cristianesimo essa vive la rinascita. Santa Monica è paziente con suo figlio Agostino (sant'Agostino!), ad esempio. Il Santo di oggi è Tommaso d'Aquino, che scrisse sulla pazienza annoverandola tra le virtù, anche se non tra le più importanti.
RispondiEliminaConcludo con una nota di filosofia orientale. Sun Tzu (VI-V sec. a.C.), filosofo del periodo cinese Primavere e Autunni, sostiene che prima di vincere il proprio nemico sia necessario vincere se stessi. Ecco la pazienza: non possiamo pretendere di ottenere tutto subito, ma dobbiamo saper preparare il nostro animo a ciò che desideriamo!
Sono convinto anch’io che la pazienza sia una “virtù” teorizzata e praticata in tutte le culture: da quella greca (l’Odissea, i tragici greci, i filosofi come Socrate, Platone, Aristotele, i cinici, gli stoici …) a quella più “impaziente” romana, sino all’universo delle culture orientali da Lei citate. Indubbiamente il Cristianesimo opera una “rinascita” ed un coronamento. “Santa pazienza!” era un intercalare usuale dei miei nonni che rivelava la matrice cristiana sottesa e le sue radici bibliche. Nella fede cristiana la virtù della pazienza trova il suo significato profondo nella Croce e la sua motivazione ultima nella speranza e nell’attesa escatologica di tutto l’universo per i nuovi cieli e la nuova terra (S. Paolo, Rom. 8,19). Ma il fondamento della “santa pazienza” rimane l’amore che ”Tutto scusa, tutto crede, tutto spera, tutto sopporta” (1 Cor, 1-13).
Eliminagrazie delle parole e della immagini...della sapienza in esse contenuta,,, e del sottofondo musicale...condivido su fb
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