La reciprocità [...]appartiene così essenzialmente alla natura del gioco
[...].
Perché ci sia gioco, non è necessario che ci sia sempre realmente qualcun
altro che
vi partecipi,
occorre però sempre che vi sia almeno qualcosa d'altro con cui il giocatore
gioca
e che risponde al suo movimento con un movimento simmetrico.
Così il gatto che gioca sceglie il gomitolo di lana, perché questo gioca
con lui ...
H.G.Gadamer, Verità e metodo, Bompiani, p. 137.
Gioco: una parola dai molteplici significati...
Il gioco ... termine polisenso ... Caravaggio, I bari. |
Quando parliamo di gioco rischiamo
di parlare di tutto e di niente: il gioco del lotto, della roulette (quella
russa magari)? I giochi elettronici che imperversano nelle case e nei bar, che
fanno ricche le lobbies parassitarie nascoste dietro le quinte, che
rendono i poveri ancor più poveri, che rischiano di impoverire i
comuni che si oppongono al loro proliferare? Giochi delle parti, giochi
maschili e femminili che sin dall’infanzia dividono i sessi? Il gioco
delle tre carte? I giochini dei politici, panem et circenses? Vivere la
vita per gioco e non sul serio? Il gioco come vizio o come virtù? Giocare
l’avversario? Giocare se stesso, giocarsi in una scelta che non ammette
ritorni? Ancora una volta ci si incontra o ci si scontra con
l’ambivalenza di una parola-chiave, polisemica, come tutte le
parole-chiave della vita.
... la sua importanza educativa.
... la sua importanza educativa.
Il gioco per crescere ... e imparare a relazionarsi con gli altri ... Adriaen van Ostade, Il maestro di scuola. |
Pensiamo all’essenziale importanza
educativa e formativa del gioco per i bambini (e persino per i cuccioli degli
animali). La psicologia conferma e sviluppa questa idea della centralità del
gioco. Winnicott asserisce che il gioco fa acquisire al bambino il
senso della realtà e dello sviluppo delle relazioni affettive:
distaccandosi dalla madre ed imparando a relazionarsi con gli altri,
entra nel mondo sociale della cultura. Erikson insiste sulla dimensione
sociale, sul carattere interattivo e preparatorio che il bambino nel gioco sviluppa:
tenacia dei propositi, iniziativa personale nella lotta contro i sensi di
colpa, crescita di identità ("sono ciò che posso immaginare di
diventare").
...tra natura e cultura.
...tra natura e cultura.
Gioco è ciò che accade senza sforzo ... Giochi di acqua ... di luce ... Monet, Stagno con le ninfee |
Huizinga intitola il suo libro “Homo
ludens”: il gioco è elemento costitutivo della cultura, primaria e
rilevante manifestazione sin dalle società primitive e arcaiche. L’uomo
insomma è fondamentalmente un animale che gioca.
Gadamer va ancora oltre: il gioco è una modalità di presentarsi della natura stessa: “giochi di luce”, “giochi d’acqua” non sono indebite espressioni ma fatti, fenomeni naturali che accadono “senza sforzo”, appunto per gioco. Se il lavoro - lo sforzo - è oggi ciò che caratterizza l’uomo in modo peculiare, il vero gioco è quello che, come la natura, “va da sé”.
La metafora del gioco della palla.
Gadamer va ancora oltre: il gioco è una modalità di presentarsi della natura stessa: “giochi di luce”, “giochi d’acqua” non sono indebite espressioni ma fatti, fenomeni naturali che accadono “senza sforzo”, appunto per gioco. Se il lavoro - lo sforzo - è oggi ciò che caratterizza l’uomo in modo peculiare, il vero gioco è quello che, come la natura, “va da sé”.
La metafora del gioco della palla.
Mural Tepantitla (Centro America) |
Metafora della nostra esperienza del mondo: ci confrontiamo sistematicamente con una realtà che non possiamo dominare e controllare completamente, che presenta sempre un elemento di imprevedibilità e per questo richiede, come nel gioco, flessibilità e prontezza di risposta. “Il fascino del gioco, l’attrazione che esso esercita, consiste appunto nel fatto che il gioco diventa signore del giocatore. Anche quando si tratta di giochi in cui ci si sforza di realizzare compiti che si sono scelti, quel che costituisce il fascino del gioco è il rischio, l’incertezza: se va, se riesce di nuovo. […] E’ il gioco che ha in sua balia il giocatore, lo irretisce nel gioco, lo fa stare al gioco” (idem)..
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RispondiEliminaReinserisco il commento. Leopardi, nelle "Operette Morali", raffigura Atlante ed Eracle che giocano a palla col mondo che il primo teneva sulle spalle. Almeno tre aspetti sono importanti, secondo me:
RispondiElimina- l'esser palla del mondo. Il mondo diviene il gioco per eccellenza: la palla;
- il fatto che il gioco diventi quasi un esperimento scientifico. L'osservazione della palla permette loro di costruire un dialogo sulla vita sulla Terra. Essa sembra "spenta", addormentata nella noia;
- la trasgressione delle regole: ad Atlante era impedito fare altro che tenere il mondo sulle spalle. Spesso ci è proibito, per mancanza di tempo e abbondanza di impegni, di giocare.
Dunque il gioco è sempre stato amato da Poeti e Filosofi come potente strumento conoscitivo!
La Sua esegesi sul grande Leopardi e su Atlante ed Eracle ci invita ad estendere lo sguardo su aspetti seducenti che Ella sottolinea: il gioco come esperimento scientifico e quindi, per il principio di eguaglianza, l’esperimento scientifico come gioco (se lo ricordi ,ingegnere!); gioco che poeti e filosofi amano per trans-gredire e conoscere; gioco che vince la noia e ci sostiene nella fatica diuturna di “tenere il mondo sulle spalle”…
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