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sabato 6 dicembre 2014

Il Natale, per tutti e per nessuno. Video.



Giotto, Presepe di Greccio, 
Basilica superiore di Assisi.

Se l’Avvento è l’attesa della Redenzione segnata quasi 2000 anni fa dal paradosso dell’Incarnazione, il Natale è l’inizio di una rinascita, l’avvio della speranza nella fiducia della Promessa.

Presepe di St.Wendel 
Missionhaus.

Ma è per tutti il Natale? Penso di no: forse, come ogni anno ed ancor più quest’anno, è per tutti e per nessuno. Per tutti: coloro che sperano in una rinascita propria e di ciascuno; coloro che, credenti e non, pensano che ci si debba spendere per gli altri; coloro che hanno fame di giustizia e di pace; coloro che non lo conoscono o non potranno celebrarlo perché vittime di innumerevoli violenze, giovani disoccupati, periferie del mondo in rivolta, uomini e donne trattati come schiavi e schiave, fuggitivi che continuano a morire nel Mediterraneo, bambini sfruttati, affamati ed assetati d’amore. Per nessuno: carnefici  degli altri e di se stessi che si perdono nei deliri delle loro atrocità; corrotti e corruttori, scoperti e nascosti; ciechi e sordi  che si stordiscono nello spreco del consumo e nell’ipocrisia di giorni dove ognuno indossa la sua maschera carnevalesca per recitare insensati auguri con ritualità compulsiva, tutti genuflessi all’altare del consumismo e del mercato. 

Presepe croato.
E come si festeggeranno le festività natalizie? Penso che tutto sia legato al  modo di concepire il tempo di Natale. La risposta non è comunque semplice.

Presepe provenzale.
Le festività natalizie sono nel segno della speranza, della memoria e della rinascita, della gioia, dell’autenticità. E così si dovrebbero vivere  come momenti di incontro, di ospitalità, di accoglienza, di solidarietà. Dunque tempo privilegiato di gioiosità: “kairos” delle relazioni, offerta che si dona a se stessi, agli altri e, per il credente, a Dio.

Presepe napoletano.
Ed anche tempo di  convivialità dove, non più stranieri ma ospiti gli uni gli altri nella gioia sorridente dell’incontro agapico di ciascuno con tutti, si parla, si canta,  si assapora il piacere di comunicare, si gustano insieme i frutti della terra, pur nella velata consapevolezza che il dolore continua e continuerà a dilaniare il mondo.

Presepe peruviano.
Questa è la festa che auguriamo a tutti. Questo è il significato che attribuiamo al video che abbiamo scelto, in cui non a caso non ci sono poesie o musichette natalizie, ma sfilano invece i volti dei bambini e delle nuove generazioni  sparse per la terra, da oriente ad occidente. Se le prime sequenze sono segnate dalle lacrime per l'ingiustizia e la ferocia di guerre insensate, le ultime sono inondate dalla luce dei sorrisi di bimbi di ogni etnia che invocano fraternità. Per  tutti, credenti e non credenti, bianchi e neri, orientali  ed occidentali, la verità segreta del Natale è la rinascita di comunione di gratuità tra gli uomini, nell'ospitalità reciproca, annuncio di un possibile mondo nuovo come casa di tutti.

Prima di avviare il video si consiglia di mettere in pausa la musica del blog.



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3 commenti:

  1. Dopo la famiglia la comunità è il primo gruppo sociale dove un individuo si può esprimere ed alla quale si lega e se deciderà di cambiarla si legherà ad un'altra...Da qui l'esigenza di tutelarla e di rimetterla al centro della realtà politica in un Paese che non sarebbe stato niente senza se le sue città e Comuni....
    Josseph Gary (www.comunitainfermento.wordpress.com)

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  2. NATALE: festa per l'Occidente, riconosciuta sotto l'imperatore Giustiniano(527-567 d.c.) "giorno della nascita. Il Natale di tutti, ma non per tutti. Il Natale che dovrebbe splendere sotto la stella della bontà, della fratellanza e della solidarietà, è invece offuscato dall'egoismo, la cupidigia, l'arroganza, l'immoralità. Il Natale alle cui soglie si consumano delitti efferati contro l'umanità, le donne i bambini: gli inermi.Questo, per alcuni, è il Natale dove i ricchi saranno sempre più ricchi, i disperati sempre più miseri. Per la maggior parte dei credenti, ma non solo, è Il Natale della speranza. La speranza dell'umanità per una solidarietà globale. "La grande famiglia"; La razza umana. La speranza che in un non lontano domani, gli abitanti di questo pianeta, riescano a parlarsi e capirsi, avere il necessario per il proprio sostentamento, senza doverlo elemosinare, vivere nel proprio Paese, senza doverne fuggire. Non deve essere il Natale dell'abbandono - ma - della riconciliazione, dell'accoglienza. Il Natale della famiglia, con e per la famiglia. Il Natale dove ciascuno sia qualcuno nel proprio Paese.

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  3. Caro Franco, vorrei solo aggiungere una piccola riflessione, non mia, sulla speranza che Ti anima così vivamente: “Quando piangeremo con coloro che piangono perché è morto un bimbo che poteva non morire, perché un uomo mutilato poteva non esserlo, perché un uomo ha passato in carcere venti anni che avrebbe potuto non passare, allora forse, sapremo sperare.”(M. Delbrel, Noi delle strade, Gribaudi ed.,1995, p. 274)

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