Corruzione, corrotti e corruttori... |
Di fronte agli scandali ed alla corruttela romana,
emblema di una corruttela tremendamente più vasta e radicata (con
l’eccezione di Albenga?), rimane lo sgomento e l’impotenza.
... come fare?... |
Sono convinto che
ci si possa difendere da questi predatori dei beni comuni, da questi ladroni
del futuro dei nostri figli, da questi tagliagole delle nostre vite, da
questa piovra dai mille tentacoli che sta infestando tutto e tutti, da questa
ragnatela intessuta da voti di scambio, libri-paga, reciproci ricatti e
vicendevoli omertà.
... di fronte a questo mostro che ci divora... |
... immagine comparsa su facebook in questi giorni ... |
Forse in senso stretto
la politica è la capacità di una persona, specializzata nel campo delle responsabilità
e delle decisioni, di operare con successo secondo le regole della conquista
del potere, della formazione del consenso e della soluzione dei conflitti.
Ma
se la concepiamo in modo più aperto, perché riteniamo che si diventa
persone solo se realizziamo la nostra identità sulla strada
della partecipazione di tutti al potere ed alle responsabilità sociali, allora
non incontriamo la politica solo quando un bel giorno decidiamo di farla o
quando votiamo o diamo vita ad un’associazione.
... la politica, in senso stretto, è esercizio del potere ... |
... ma la politica, in senso lato, riguarda la vita di ciascuno... |
La politica è il
nostro stesso difficile mestiere di vivere, maturare, crescere; è un
aspetto di ogni situazione e istituzione (famiglia, gruppo, scuola, impresa,
sindacato, partito, stato…) che fa parte della nostra vita quotidiana, perché
in essa trascorriamo la nostra vita intera. Insomma la politica è dentro ognuno
di noi, è inevitabile. Dire “la politica non mi riguarda” è affermazione
discutibile, anzi proposizione falsa.
... la politica è cosa di tutti... |
Per costruirci come persone e
costruire la comunità non bastano sdegno ed indignazione morale, occorre
incidere concretamente sui processi decisionali, assumerci le nostre
responsabilità, com-promettersi, uscendo dalla comoda paratia del “piove governo ladro”. La comunità non si costruisce a parole, ma solo se
le persone sono attive nelle situazioni che quotidianamente vivono. Se la
politica abita anche nelle situazioni che quotidianamente viviamo, questa
scomoda consapevolezza ci obbliga ad una quota relativa di responsabilità in un
mondo sempre più interdipendente: le mie azioni buone o cattive e le mie
omissioni ricadono sugli altri anche se in tempi e distanze che non so
prevedere. La politica è la consapevolezza dell’unicità
del nostro destino: siamo interdipendenti e non possiamo esimerci dal prenderci
cura degli altri.
... la politica è consapevolezza della nostra interdipendenza... |
Dando per scontato l’ovvio dovere-impegno da parte di
ciascuno di noi di non lasciarsi irretire e di denunciare qualsiasi connivenza,
anche apparentemente insignificante, provo invece ad individuare percorsi insieme praticabili immediatamente, o quasi.
...perciò è necessario individuare percorsi praticabili ... |
A. Occorre, oggi più che mai, impegnarsi e
tornare nei luoghi dove si decide l’andamento e il futuro della società - la
politica l’economia la finanza la scuola - per non lasciare il posto
vuoto “alla mercé di cattivi coppieri”.
B. Occorre perciò formare gli adulti
(impresa quasi disperata e disperante), i giovani e le nuove generazioni
a pensare la politica ed il potere come “diaconia”, gratuito amore per gli
altri. Perché ad Albenga non creare, nella gratuità e nel dono reciproco, una
scuola di formazione e di autoformazione all’impegno sociale e politico,
gestita da giovani adamantini ed adulti credibili, rivolta a tutti ma
soprattutto ai giovani, dove utopia e speranza si radicano in un realismo
senza illusioni?
... a ripensare la politica come bene comune ... |
... perché non partire anche da Albenga? |
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Qualche anno fa un conoscente che vive in un comune del savonese mi chiese se conoscessi una certa persona che si candidava a sindaco in quel paese. gli risposi che era un mio amico e che lo consideravo una persona seria, ma di prendere anche altre informazioni e poi di decidere. qualche tempo dopo lo incontrai nuovamente, attraversò la strada rischiando di farsi investire e mi apostrofò duramente: "non mi freghi più. io l'h votato il tuo amico, ma lui non ha fatto niente...". Non vivendo più quella realtà, non avevo esperienze dirette, ma gli dissi che per quello che ne sapevo alcune cose interessanti le aveva fatte. mi guardò con un'aria un po' compassionevole, come si guarda chi non ha capito niente. "ma io parlo delle cose che contano - rispose -: gli ho chiesto un lavoro (ndr: non che non ne avesse già uno, forse un po' faticoso) e non me l'ha dato".
RispondiEliminaNon ricordo cosa gli risposi io. quel sindaco (poi rieletto, presumibilmente senza il voto del mio conoscente) dette la risposta più corretta ad una domanda sbagliata. altri avrebbero magari mantenuto un voto dando la risposta sbagliata. migliorare la qualità delle domande potrebbe avere influssi insperati sulla qualità delle risposte, anche da parte della politica
Ho una vaga idea di chi possa essere quel sindaco di cui Ella parla, che conosco, ammiro e stimo. Ho invece una precisa idea della infinita serie di clientes, mendicanti di favori, in un mondo dove, in un gioco senza fine senza principio ed unità, si dice tutto ed il contrario di tutto, non ci si riconosce sottoposti a nessuna coerenza etica, si vive tranquillamente la convertibilità degli opposti ed ogni proprio atto è giustificato perché mai contraddittorio rispetto al nulla. Terreno fertilissimo per risposte politiche di corruttela e di ladrocinio organizzato. Ha ragione: non resta che ricostruire e “migliorare la qualità delle domande”. Ogni uomo è la sua speranza.
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