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sabato 20 agosto 2016

Preghiera contro allucinazione.

Post di carattere filosofico religioso che enuclea il vero significato della preghiera.
Post di Rosario Grillo.

Ferdinand Hodler, 
La Notte, particolare
La paura è un sentimento innato della natura umana, ben rappresentato dalla figura eroica del leggendario Ettore.
Mosè stesso fu costantemente accompagnato dalla paura ne l’atto delle scelte estreme (fuga da l’Egitto, ascesa al monte Sinai).
La figura emblematica di Uomo, assunta da Gesù, manifesta sulla croce, senza alcun velo, il terrore della morte.
I teologi, per ultimo Vito Mancuso, mettono in luce la relazione tra la preghiera e lo stato di paura, facendo notare la radice etimologica di quest’ultima (dal latino precor) e quindi rilevando che è l’intrinseca precarietà a spingere alla preghiera.
Ferdinand Hodler, 
Adorazione
Si sa, oltre tutto, che da questo presunto umanesimo debole si è dissociato un certo pensiero laico celebrante la forza espansiva de l’uomo (Illuminismo, Marx, Nietzsche).
In proposito, val  la pena di osservare che la preghiera non apre alla sottomissione a Dio, ma a l’incontro, alla comunione.
Per certi versi, già qualcuno ha osservato che nella preghiera non è l’uomo che va incontro a Dio, ma viceversa Dio cerca l’incontro con l’uomo.

A questo tessuto della relazione sono riservate: una pienezza di vita, una ricchezza di virtù, in una parola, lo stato di grazia. Grazia e’ supremamente capacità di dono.
Siamo davanti ad una rivoluzione spirituale, ed insieme antropologica.
De l’uomo si è, da più parti, sottolineata la spinta spontanea ad associarsi, a relazionarsi.
Ferdinand Hodler, 
Lo sguardo nell'infinito
Relazione, che il Cristianesimo declina nel segno della fratellanza, che, tutte le religioni universali, racchiudono nella cifra della “comunità di fedeli”. Assetto comunitario, che, nello stesso tempo che contraddistingue, rinvigorisce.
Il consumismo, frutto del dio-Mercato, circuisce la società attuale, i suoi membri umani, allentando i vincoli comunitari, disperdendo il segno distintivo della fratellanza, invitando ad elevare a pre-potenza l’io.
Esso è il fasto di un io ipertrofico all’inseguimento di un insaziabile desiderio, posseduto dalla logica dell’avere e dimentico dell’essere.
Ferdinand Hodler, 
Le anime deluse, particolare
M. Recalcati, sulla spinta della ricerca delle cause esplicative della crisi terrorista, impressa dalle recenti stragi, osserva che, dentro le personalità dei terroristi, agisce la carenza de l’accettazione de l’assenza.
Da Freud in avanti, infatti, la psicanalisi ha spiegato le allucinazioni – e quella dei terroristi ne è un esempio – come un frutto di una carenza.
Tale carenza spiega anche la debolezza del pensiero.
Il pensiero nasce altrimenti: come elaborazione sostitutiva della presenza reale de l’oggetto di piacere, ovvero come accettazione de l’assenza. Consente a l’uomo di costruire concetti astratti e, direi anche, di disporsi in stato di preghiera.
L’innesto e’ quindi identico.
Ferdinand Hodler, 
La preghiera 
nella cattedrale di Saint Pierre 
a Ginevra


Pur riconoscendo la genesi della preghiera nello stato di precarietà de l’essere umano, se ne è evidenziata, infatti, la pregnanza di forza spirituale ed intellettuale. Le sfaccettature possono essere filosofiche, metafisiche, scientifiche, etico-religiose.
E, soprattutto, evitano la trappola della Merce-Oggetto, entità divoratrice della Libertà del Soggetto creatore ne l’orizzonte di un Dio che intesse una creazione continua.



4 commenti:

  1. Buon giorno Gian Maria, e grazie per questo post. Condivido quando affermi che "il consumismo circuisce la società attuale, i suoi membri umani, allentando i vincoli comunitari, disperdendo il segno distintivo della fratellanza, invitando ad elevare a pre-potenza l’io" .
    L'io ipertrofico, gonfiato a dismisura ,è il segno distintivo di questa nostra società globalizzata, dove impera un certo tipo di "uguaglianza": individualmente, infatti, ci illudiamo di essere completamente liberi nelle nostre scelte, quando in realtà quasi tutto ciò che possiamo scegliere ci è imposto subdolamente dalla moda, dai modelli educativi, dai messaggi battuti a tamburo battente dai mass media, con il risultato che il "raggio d'azione decisionale" risulta molto compresso. Tutto ciò che posso scegliere è cosa prevista e/o prevedibile, sempre in funzione delle logiche di mercato.
    Qualcuno (la Q maiuscola qui è solo perché siamo dopo il punto a capo!) dell'elite oligarchica trans-nazionale che tesse le fila dell'economia globale ci vuole "uguali" nel senso di UNIFORMATI nei gusti, perché ciò serve al mercato. La vera preghiera, rapporto di amicizia Dio, sfugge al "controllo" ed è da sempre invisa a chi detiene il potere, perché amplia lo sguardo sul mondo, e genera una vera libertà interiore (e quindi anche esteriore). E questo "fa male" alle logiche di mercato. Per questo è incentivato il "relativismo etico": in apparenza a tutti è data la possibilità di professare la religione che vuole (basta che non nuoccia al prossimo) o di fare le scelte che vuole, in realtà ad essere "liberato" è solo e soltanto l'Ego, che ci porta all'individualismo esasperato, allo scollamento comunitario. Puoi fare "tutto quello che ti pare" entro i limiti dei desideri indotti dal mercato: casa, successo, soldi, potere, quest'oggetto piuttosto che quell'altro, divengono così idoli a cui si sacrifica l'anima dell'uomo. Tutto questo é idolatria perché l'uomo è "sete" d'infinito, e si illude quando pensa di poter placare questa sete con cose molto più piccole di ciò per cui è stato creato: veramente pensiamo di poter placare questa nostra sete con la carriera, con i soldi, con l'ultimo modello di fotocamera, o con l'abito griffato? Tutto ciò crea solo ansia, e le soluzioni a quest'ansia che il "mercato globalizzato" trova sono solo altri "tamponi" temporanei, che alla fin fine generano solo altra maggiore ansia (anche gli ansiolitici non sfuggono a questa logica). Pregare veramente, dunque, è un atto rivoluzionario, proprio perché dona pace e armonia. E proprio l'armonia con il creato e con il prossimo, non può essere accettata dai capi delle multinazionali, che vogliono prosperare sviando la nostra sete d'infinito e facendola puntare sui loro prodotti, generando in ultimo una enorme, immensa, mole di sofferenza. Chiudo qui Gian Maria, scusa per la mia prolissità, ma ci tenevo a "condividere" questi stimoli suscitati dal tuo articolo. Ti ringrazio tanto, e sappi che leggo sempre le proposte del tuo blog, sempre interessanti, anche quando non metto +1. Buona giornata. Maurizio

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    1. Grazie di cuore Maurizio per questo tuo intervento sui contenuti proposti nell’articolo del professor Rosario Grillo che da qualche tempo collabora nel blog e che è in perfetta sintonia con noi. Le tue riflessioni sono certamente d’aiuto e ci arricchiscono. Ci fa molto piacere che tu ci legga costantemente. Viviamo tutti in quel che San Bellow amava definire “l’inferno della stupidità”: è il mondo che tu hai descritto. Il compito quotidiano di tutti coloro che amano pensare in libertà e vivere con responsabilità mi pare oggi splendidamente espresso nella preghiera del Pater noster: “et ne nos inducas in tentationem”. Buona giornata.

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  2. Post commovente, in senso etimologico: che "muove" cuore e mente insieme. Preghiera - come riconoscimento del limite insito alla nostra creaturalità - riflessione e studio e relazione come apertura all'alterità sono senz'altro antidoti efficaci alla paura che altrimenti mortifica l'umanità. Molte belli anche i dipinti. Grazie!

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  3. @mari da solcare.
    E’ molto bello il passaggio che Rosario Grillo ha messo in luce: dalla preghiera come segno di un “umanesimo debole” che “mortifica” e nullifica la forza espansiva della vita togliendo all’uomo quello che proietta in Dio (penso a Feuerbach e Marx) alla preghiera come movimento di Dio verso l’uomo e quindi come promessa di una pienezza di vita altrimenti impossibile alle forze umane. Dal Dio dei desideri al Dio delle promesse (Bonhoeffer).

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