La memoria come bagaglio statico in cui il passato è - rispetto al presente - totalmente passato viene contrapposta alla memoria come durata, valanga che si arricchisce di tutti i momenti successivi, andando a costituire tutto quello che noi siamo.
🖊 Post di Rosario Grillo
🎨 Tutte le immagini riproducono illustrazioni di Franco Matticchio (le didascalie in parentesi sono nostra libera invenzione con adattamento al contenuto dell'articolo). Per una breve presentazione dell'illustratore, con rimando a diversi link cliccare qui.
🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴🔴
|
Franco Matticchio,
(Stati psichici) |
“Io
constato anzitutto che passo di stato in stato. Ho caldo ed ho freddo, sono
lieto o triste, lavoro o non faccio nulla, guardo ciò che mi circonda o penso
ad altro. Sensazioni, sentimenti, volizioni, rappresentazioni: ecco le
modificazioni tra cui si divide la mia esistenza e che di volta in volta la
colorano di sé. Io cambio, dunque, incessantemente. Ma non basta dir questo: il
cambiamento è più radicale di quanto non sembri a prima vista. Di ciascuno dei
miei stati psichici parlo, infatti, come se esso costituisse un blocco: dico sì
che cambio, ma concepisco il cambiamento come un passaggio da uno stato al
successivo e amo credere che ogni stato, considerato per se stesso, rimanga
immutato per tutto il tempo durante il quale si produce.
|
Franco Matticchio,
(Valanga) |
Eppure, un piccolo
sforzo di attenzione basterebbe a rivelarmi che non c'è affezione,
rappresentazione o volizione che non si modifichi di continuo: se uno stato di
coscienza cessasse di cambiare, la sua durata cesserebbe di fluire. Il mio
stato d'animo, avanzando sulla via del tempo, si arricchisce continuamente
della propria durata: forma, per così dire, valanga con se medesimo. Se la
nostra esistenza fosse costituita di stati separati, di cui un Io impassibile
dovesse far la sintesi, non ci sarebbe per noi durata: poiché un Io che non
muti non si svolge, come non si svolge uno stato psichico che resti identico a
se stesso finché non venga sostituito dallo stato successivo” (Bergson, L'evoluzione creatrice).
🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕🌕
|
Franco Matticchio
(Tempo e scrittura) |
Si
avvicina la data della commemorazione della Shoah e inevitabilmente ci si
domanda se essa saprà prescindere dalle diatribe polemiche, che da qualche
decennio inesorabilmente la caratterizzano. La ragione scatenante è facile da
individuare: la commistione tra storiografia e politica. Gli italiani non sono
manifestamente un popolo propenso al sereno giudizio storico. Sono invece “pronti attori” di conflitti politici, succubi di una
tara ben insediata nel costume di popolo fin dal tempo degli Orazi e Curiazi. Lo
slogan nasconde la metafora di un viscerale antagonismo sociale che trascura di
andare a fondo alle reali connotazioni socio economiche, basilari motivazioni
della conflittualità. Orazi e Curiazi, più avanti guelfi e ghibellini, più
avanti ancora repubblichini di Salò e partigiani antifascisti sono stati il
sottinteso di diverse appartenenze sociali e/o opposti programmi di futuro
riscatto.
|
Franco Matticchio
(Uomo con bagaglio) |
Il brutto vezzo italico discende dalla scarsa cura della “memoria
storica” (e qui ho già scritto sulle conseguenze deleterie soprattutto nel
versante della formazione scolastica). In tanti, nel corso del tempo, hanno
rimproverato all’italiano questa deficienza. Io qui voglio piuttosto indagare
lo spettro degli inconvenienti, che a noi vengono a causa della distratta
considerazione della “memoria”. Per iniziare, direi che il difetto si insedia
non appena si considera, unilateralmente, la memoria come un bagaglio. Nel
senso letterale della parola: bagaglio come immobile deposito passivo di
conoscenze, comunque formate. Nemmeno il forte scossone impresso da quelle
dottrine ed esperienze culturali che tra la fine dell'ottocento e la prima fase
del novecento hanno di molto approfondito la ricca pregnanza della memoria è
riuscito a far breccia sulla tradizione italica. Dalla letteratura (romanzo, poesia teatro, pittura)
alla filosofia (fenomenologia, storicismo) alla psicanalisi: una messe di input
è partita per ripensare la natura della memoria.
|
Franco Matticchio
(Interruttore) |
Bergson (vedi sopra,
all'intestazione), che era disprezzato dal nostro neoidealismo, si è dilungato
sulla continuità della memoria e, forte di studi anche nel campo della
psicologia, ha avuto ben chiaro il rapporto tra il lato meccanico (materiale) e
il lato spirituale della memoria-coscienza. Il cervello, sul lato fisiologico,
è codificato alla funzione di un “interruttore elettrico”, ben lontano dallo “slancio
vitale”. Invece la memoria, congiunta con il polo della coscienza, vive, si
concentra e raggomitola, si dilata, vigila e si protende. Nel passato il
preziosismo della memoria era stato ben esplorato da Epicuro, allo scopo di
assistere l'uomo nel confronto con la paura. Era già ben conosciuto da Platone,
che recupera dall’oriente, dopo averla qualificata, la dottrina della anamnesi.
Aristotele, grande naturalista, ne suggella il fondamentale rapporto con il
tempo, con il divenire, consegnando un tesoro di spunti per l'elaborazione
futura (Agostino).
|
Franco Matticchio
(Memoria) |
“Ogni
memoria è con il tempo… si sente che si è visto, udito, appreso in precedenza,
anteriormente. Ora, il prima e il dopo sono nel tempo”. (Aristotele, Fisica).
Un erede di questa lunga tradizione, Paul Ricoeur, ne trae le conseguenze,
ingaggiando un confronto dialettico con il grande Heidegger, autore di Essere e Tempo, documento-scrigno di
tale tematica. Le precisazioni ricoeuriane permettono di mettere a fuoco la
questione poliedrica dell'identità, nella cifra della memoria individuale e in
quella della memoria collettiva. Il rapporto tra le due memorie è essenziale
per sfuggire all'insidia del solipsismo (narcisismo) per l'una, e del
nazionalismo per l'altra. Serve, allo scopo, tenere presente il ruolo
dell'oblio insieme a quello del ricordo. L'oblio, dice Ricoeur, nell'opera Ricordare, dimenticare, perdonare, serve
alla “politica della giusta memoria” che non sarebbe altro che “resistere
all'universale rovina che minaccia le tracce stesse lasciate dagli eventi: per
conservare radici all'identità e per mantenere la dialettica di tradizione e
innovazione” (p.82). È qui indicata una
via di salvezza per noi italiani: la “via del recupero del senso storico”, dell'atteggiamento
per partecipare serenamente alla commemorazione presente e futura della Shoah.
|
Franco Matticchio,
(Memoria storica) |
Molto bello l'articolo e bellissimi i disegni. Grazie e buon sabato!
RispondiEliminaGrazie a lei! Contraccambiamo l'augurio di un buon sabato!
RispondiEliminaParlando della " memoria " le illustrazioni di F. Matticchio ne fanno una chiara elementare illustrazione.....mi soffermo proprio su di esse......
RispondiElimina1 ...la tastiera del pianoforte non è completa...il pianista " noi " è perplesso non ricorda più come terminare ....
2 ... quanto alla valanga ....cerchiamo di non lasciarci soffocare da tanti pensieri....ricordi....la memoria non è attiva. .
3 ....la sveglia....utile per renderci desti .... bellissima....oggi purtroppo non è più di moda averla....ma possiamo sostituirla con un diario...anch' esso segna il tempo....
4 .....la valigia ...pesante bagaglio ....meglio non caricarla di " memorie " che fanno perdere l' equilibrio.....
5 .... interruttore....? Non siamo " English men " tutti d' un pezzo ....per trovare una perfezione.......
L' interruttore può svelare il bello e il meno bello ....la memoria in tal caso dovrebbe armarsi anche della " ragione "
6 ....prendere un retino...? La memoria vaga nell' aria....tra le nuvole....non può trovare certezze....
7 ....l' ultima illustrazione è la più valida per la memoria.....essa deve sempre recuperare il senso storico della nostra vita.....segni del passato che aiutano a costruire " quadri " che saranno conosciuti fino ai confini umani e terreni.....
Opto quindi ad un continuo.... leggero bagaglio della memoria....senza lasciarmi troppo condizionare dalla filosofia....o da altre scienze che posso studiare ma per essere me stessa...
La vita è un percorso da fare pedalando e scegliere ciò che giova alla mente
Delle illustrazioni intelligentemente proposte da Rossana scelgo l'ultima.
RispondiEliminaIntimamente fedele al messaggio, che ho cercato di mandare : la memoria, continuamente attiva, salda sulle radici, trasmette linfa ( dinamiche progettuali) ai rami intrecciati tra loro ( relazione ).
Il vostro blog è davvero un gioiello. Qualora fosse necessario, lo dimostrano anche queste riflessioni, arricchite da una sapiente scelta di immagini. Grazie. Buona domenica.
RispondiElimina@mari da solcare. Grazie a lei per le parole gentili e per l'attenta visione di testo e immagini. Come lei sa, è una stima che ricambiamo.
RispondiEliminacon "slancio vitale", grazie, questo articolo è stupendo
RispondiElimina