Romerie - erano così chiamati i pellegrinaggi a Roma - tra ieri e oggi.
🖊 Post e video di Rosario Grillo
🎨 Tutte le immagini riproducono opere di Gaspar van Wittel (1653-1736) pittore olandese naturalizzato italiano. Padre dell'architetto Luigi Vanvitelli (ideatore della Reggia di Caserta) ha inaugurato lo stile dell'arte “vedutista” che tanto ha influenzato personalità come Canaletto, da lui conosciuto a Roma.
Romei
erano chiamati i pellegrini, che, da varie parti, andavano a Roma per visitare
la città eterna con i suoi simboli cristiani. Romeria era denominato tale
pellegrinaggio.
🎨 Tutte le immagini riproducono opere di Gaspar van Wittel (1653-1736) pittore olandese naturalizzato italiano. Padre dell'architetto Luigi Vanvitelli (ideatore della Reggia di Caserta) ha inaugurato lo stile dell'arte “vedutista” che tanto ha influenzato personalità come Canaletto, da lui conosciuto a Roma.
Roma, Arco di Tito |
Gli
imperatori scendevano a Roma, consapevoli dell’importanza che la consacrazione per
mano del pontefice aveva, quando la Chiesa perfezionava la sua autorità con la
“Donazione di Costantino”.
Più
avanti, i mercanti riaprirono le vie e i circuiti della rete commerciale che,
passando per Lucca e Siena, portavano a Roma (via Francigena).
“Romam
caput mundi profitemur, romanam ecclesiam matrem omnium ecclesiarum testamur”
(Renovatio Ottone III ).
Roma, Castel Sant'Angelo |
È
certo che il Cristianesimo fu grande matrice della civiltà medievale!
Le
“romerie” continuano anche oggi, a dispetto dei Leghisti, che apostrofano Roma
“città ladrona”, simbolo per antonomasia di corruzione.
In
più tappe anch’io, durante gli anni, ho fatto le mie “romerie”.
La
penultima entrava nel contesto della celebrazione dei 150 anni dell’Unità
italiana, la quale, però, si calava in un contesto poco felice: alla luce del
disastro lasciato da Berlusconi, degli effetti della crisi dell’euro, della
paura di un crollo finanziario italiano, delle difficoltà sociali insorte con i
duri provvedimenti di rientro, decisi da Monti.
Roma, Veduta del Colosseo |
In
precedenza avevo guardato con superficialità questo luogo, simbolo di retorica
nazionalista, e prossimo a quel balcone (piazza Venezia), dal quale il duce
incitava la folla al mito imperialista.
Seguii,
dunque, il consiglio del presidente Napolitano e lo visitai esternamente ed
internamente.
Così -
meravigliosa sorpresa - vi ho trovato, tra le mostre dedicate al cammino
dell’unificazione, quella sull’emigrazione italiana (800/900), collocata in una
posizione di rilievo.
La
mostra celebrava a tutto tondo una vera epopea.
Roma, Il Tevere a Castel Sant'Angelo |
Era
un’intuizione geniale l’innesto nell’alveo del 150 anniversario ed era
sicuramente la sanzione indiscutibile del valore storico dell’emigrazione
italiana.
Tanti,
anche oggi, hanno modo di riflettere sulla “costante storica” della migrazione
dei popoli, segno del desiderio di progresso socioculturale-economico, crogiolo
del “diffusionismo” antropico e lievito della integrazione dei popoli.
Roma, Il Tevere vicino al porto di Ripa grande |
Necessità
occorre affinché si ripensi all’abitudine storica del flusso migratorio umano,
visto che, di questi giorni, è più corrente la “propaganda della paura”, ispiratrice
di psicosi e di contrasti sotto il segno del rifiuto dei diversi e dell’intolleranza.
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L’ultima
visita mi ha consentito di osservare i chiaroscuri della neonata
amministrazione Raggi; mi ha anche lasciato impresso il doppio volto della
cittadinanza romana, combattuta tra la volontà di riscatto (visibile in certi
giovani, che avviano modi intelligenti di intrattenimento turistico) e la
fatale tendenza ad affidarsi al caso, supinamente.
Roma, Piazza Navona |
Roma,
comunque, colpisce incessantemente con la sua magniloquenza di
città-stratificato di memorie antiche, di bellezze monumentali e... di
spiritualità.
L’apice della visita, dopo la commossa visitazione delle Fosse Ardeatine, è stato il momento dell’Angelus domenicale. L’incontro visivo con Papa Francesco, figura protagonista del rilancio missionario (nel senso autentico) della Chiesa, ha fatto vibrare con intensità le mie corde emotive.
✨✨✨✨✨✨✨✨✨✨
Piazza San Pietro,
diretta testimonianza dell'Angelus domenicale
(sospendere la musica del blog prima di avviare il video)
📟📟📟📟📟📟📟📟📟📟
L’apice della visita, dopo la commossa visitazione delle Fosse Ardeatine, è stato il momento dell’Angelus domenicale. L’incontro visivo con Papa Francesco, figura protagonista del rilancio missionario (nel senso autentico) della Chiesa, ha fatto vibrare con intensità le mie corde emotive.
Roma, San Pietro |
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Piazza San Pietro,
diretta testimonianza dell'Angelus domenicale
(sospendere la musica del blog prima di avviare il video)
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Nella mia giovinezza diciannovenne ho vissuto due anni a Roma: anni splendidi, incontri indimenticabili, allargamento, prima impensato ed impensabile, di orizzonti, momenti di tormento spirituale e di rinnovamento della fede.... Hanno segnato profondamente la mia vita. Con mia moglie ritorno spesso a Roma ed è sempre uno scoprire la vita, le sue contraddizioni, ma soprattutto l'amore (la misericordia di papa Francesco) e la bellezza.
RispondiEliminaCon Gian Maria condividiamo tante cose, tra cui l'amore per Roma e per Napoli. Condividiamo innanzitutto la fiducia in Dio e la speranza riposta in questo pontefice.
EliminaRoma resta, per simbolo, il luogo per eccellenza di un pellegrinaggio "lato sensu".
le "Romerie": non conoscevo questo termine , pur sapendo della figura del "romeo" ...Un articolo che è anche "attualità", se si pensa a tutto quanto si riferisca ai flussi migratori del nostro tempo!
RispondiEliminaLei ha colto l'intento implicito : tornare sul tema delle migrazioni, cercando di dimostrare che emigrazione ed immigrazione sono "corni" dello stesso problema, fatalmente esperiti dallo stesso popolo nel corso della storia. Grazie
EliminaProprio adesso vengo a conoscenza di una chiave mitologica : Maurizio Bettini mette a confronto il mito "ctonio", da cui discende la convinzione degli Ateniesi antichi circa la loro autoctonia ( con esclusione dei barbari ) ed il mito della fondazione di Roma " Al contrario di Atene, a Roma non era stata la terra a partorire gli uomini, ma gli uomini a fabbricare la propria terra.. Alla domanda ' chi è il vero romano ' dunque, il mito della fondazione di Roma forniva la risposta seguente: uno straniero, cresciuto in una terra lontana, che ne ha portato con se' una zolla per mescolarla con quelle degli altri , così come con gli altri si è mescolato lui stesso"
RispondiEliminaUn ulteriore motivo per celebrare Roma.