All’indomani della morte di Zygmunt Bauman ricordiamo – tra le sue molte illuminanti parole – un monito fondamentale per l’oggi.
🖊Articolo di Gian
Maria Zavattaro del 2015.
🎨 Illustrazioni di Alessandro Giorgini (che gentilmente ci ha autorizzato alla pubblicazione delle sue immagini: qui il sito)
Una breve riflessione sull’intervista pubblicata da l’Avvenire (in occasione della presentazione del saggio Conversazioni su Dio e l’uomo, Laterza, 2014, dialogo con il teologo polacco Stanislaw Obirek). In essa Bauman - esplicitamente riferendosi alla convinzione cara a papa Francesco che “la verità è un incontro” - ribadisce con forza che “la verità abita negli incontri umani e non ha altro posto in cui manifestarsi”.
“Interdipendenza significa che non possiamo più
separarci dagli altri, siano essi stranieri, credenti in altra fede rispetto
alla nostra oppure sostenitori di modi diversi di vivere; essi non sono lontani
o sull’altra sponda rispetto a un confine controllato da qualche guardiano, ma
si trovano in mezzo a noi, li incontriamo ogni giorno sul lavoro, nelle scuole
frequentate dai nostri figli, nelle strade dove viviamo. La diversità umana ci
è accanto, anche nei posti più vicini. Imparare a praticare l’arte del dialogo
dovrebbe essere una delle scelte da inserire tra i compiti più urgenti con i
quali dobbiamo confrontarci. L’alternativa al prenderci in carico gli uni gli
altri è spararci a vicenda.” (Zygmunt Bauman, intervistato da Avvenire il
20.10.14).
Secondo
Bauman oggi per la prima volta nella storia “l'imperativo morale e
l'istinto di sopravvivenza” vanno nella stessa direzione: “o ci prendiamo cura
della dignità di ognuno, nel pianeta, o moriremo insieme”. Non è più
sufficiente tacitare le nostre coscienze offrendo in elemosina a
tutti cibo ed acqua necessari per sopravvivere.
La “modernità”
si è fatta conoscere in tre quarti del mondo: molte ingiustizie ed iniquità un
tempo ritenute tollerabili ed “inevitabili” sono oggi vissute come
inaccettabile offesa della dignità dei popoli e delle singole persone.
E
poiché “l'alternativa al prenderci in carico gli uni gli altri è spararci
a vicenda”, l'unica strada percorribile è il dialogo, quello vero,
quello “degno di questo nome” che consiste nell’aprirci al fatto della
diversità umana che possiede molte facce. Vuol dire cercare di accogliere
l’altro senza pretestuosi rifiuti o pregiudiziali preclusioni. Vuol dire cercare
di capire le ragioni dell’altro ed accettare di agire senza
pretendere di sapere tutto da subito ma convinti che da tutti si può
ancora imparare.
Vuol dire assumere sin dall’inizio un atteggiamento cooperativo e non combattivo, senza dividerci tra vincitori o sconfitti. Insomma il mondo complesso in cui viviamo ci chiede di stabilire ponti e non muri, includere e non escludere, accogliere (certamente secondo regole concordate e progetti condivisi) e non espellere a priori le persone o rifiutare le varietà di punti di vista.
“Un dialogo genuino e
degno di questo nome non consiste nel parlare solo con persone con cui ci piace
discutere, negando il diritto di intervenire e rifiutandoci di ascoltare. Il
dialogo consiste nell’aprirci, senza nessuna preclusione o pregiudizio, al
fatto della diversità umana che possiede molte facce; esso si esplica nel
cercare di capire le ragioni che stanno dietro all’attaccamento di qualcuno
a determinati argomenti; nell’accettare di agire non subito come un maestro ma
come un alunno; nell’assumere dall’inizio un atteggiamento cooperativo e non
combattivo, cercando di raggiungere alcuni benefici reciproci in saggezza ed
esperienza invece di dividere i partecipanti tra vincitori o sconfitti. Il
mondo complesso in cui viviamo ci chiede di stabilire teste di ponte tra
le varietà dei punti di vista e opinioni. Una tavola che aiuti a fissare i temi
discussi. La verità abita negli incontri umani e non ha altro posto in cui
manifestarsi. Se manca questo terreno, come diceva Buber, l’incontro diventa
sterile e privo di scopo.” (Zygmunt Bauman, intervistato da Avvenire il
20.10.14).
🎨 Illustrazioni di Alessandro Giorgini (che gentilmente ci ha autorizzato alla pubblicazione delle sue immagini: qui il sito)
Una breve riflessione sull’intervista pubblicata da l’Avvenire (in occasione della presentazione del saggio Conversazioni su Dio e l’uomo, Laterza, 2014, dialogo con il teologo polacco Stanislaw Obirek). In essa Bauman - esplicitamente riferendosi alla convinzione cara a papa Francesco che “la verità è un incontro” - ribadisce con forza che “la verità abita negli incontri umani e non ha altro posto in cui manifestarsi”.
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Illustrazione per la Rivista austriaca "Datum" (Numero speciale del 2015 dedicato all'odio) |
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Illustrazione per la Rivista austriaca "Datum" (Numero speciale del 2015 dedicato all'odio) |
Illustrazione per la Rivista austriaca "Datum" (Numero speciale del 2015 dedicato all'odio) |
Vuol dire assumere sin dall’inizio un atteggiamento cooperativo e non combattivo, senza dividerci tra vincitori o sconfitti. Insomma il mondo complesso in cui viviamo ci chiede di stabilire ponti e non muri, includere e non escludere, accogliere (certamente secondo regole concordate e progetti condivisi) e non espellere a priori le persone o rifiutare le varietà di punti di vista.
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Illustrazione per la Rivista austriaca "Datum" (Numero speciale del 2015 dedicato all'odio) |
ho saputo della scomparsa di Bauman grazie a questo post che ho ricondiviso sul mio profilo. Grazie
RispondiEliminaUn caro saluto a te. Buon pomeriggio.
EliminaNumerosi e significativi i lasciti di Bauman, distribuiti in un largo raggio di discipline. Si potrebbe pensare che la "cifra etica" della sua analisi sociologica gli consentì di raggruppare dietro alla sociologia molte scienze umane ausiliarie. Gian Maria estrapola a ragione il suo messaggio "socratico"
RispondiEliminaGrazie, Rosario. Era per noi (tre) un atto oserei dire doveroso, riproporre il "monito" di Bauman, sintesi forte del suo impegno "umanistico", come tu ben sottolinei. Più volte sia nei miei interventi come preside sia in varie conferenze sia in questo blog l'ho riproposto, cercando prima di tutto di esser io coerente con questa testimonianza. E' un'eredità che tutti e tre raccogliamo volentieri.
EliminaGrazie, GianMaria, per questo ricordo bellissimo di Bauman..
RispondiEliminaGrande pensatore e uomo di apertura...
Mi è venuto in mente don Tonino Bello che trent'anni fa già auspicava "dialoghi" e non "convincimenti".
Un caro saluto a te e Rossana.
Grazie, GianMaria, per questo ricordo bellissimo di Bauman..
RispondiEliminaGrande pensatore e uomo di apertura...
Mi è venuto in mente don Tonino Bello che trent'anni fa già auspicava "dialoghi" e non "convincimenti".
Un caro saluto a te e Rossana.
Di don Tonino Bello voglio ricordare un passo (da Alfabeto della vita, ed. Paoline, Mi, 2010, pag.33): “…Non abbiate paura! Ho detto: non trinceratevi nell’angustia delle nostre sacrestie, perché è penoso vedere che il mondo sta passando da un’era geologica all’altra, sta facendo delle transumanze davvero abissali, straordinarie, e noi rimaniamo sempre impacchettati nel guscio delle nostre ritualità. Il bastone del pellegrino ci dice che dobbiamo metterci in marcia e confrontarci con gli altri, andare verso l’incrocio delle culture, non evitare la ressa, non fuggire dall’intasamento dei crocevia della storia, perché è pericoloso”. Grazie, gent.le nele nele. Buona serata.
EliminaOttima scelta quella di onorare la memoria del grande sociologo e filosofo scomparso con queste riflessioni. Grazie.
RispondiEliminaGrazie a lei, sempre attenta e gentile.
EliminaInvito a seguire questo blog "Persona e Comunità" per la competenza, l'originalità e l'attualità con le quali, i suoi fondatori, si prodigano per tenere vivo il "pensiero positivo" di cui oggi, in questi tempi "disturbati", c'è sempre più bisogno. Grazie Gian Maria e Rossana.
RispondiEliminaLa ringraziamo per il suo gentile e generoso apprezzamento. Ci è di stimolo per continuare nella nostra azione che, senza alcuna presunzione, vuole testimoniare che è possibile resistere e non arrendersi al pensiero negativo. Buona giornata.
EliminaGrazie per questi contributi.
RispondiEliminaGrazie a lei per il commento. Buon sabato.
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