Cattedrale di Trani |
Così si legge in un bar situato nella zona del Gargano:
Non ci sarebbe motivo per
scrivere di un viaggio su questo blog se si trattasse di comunicare aspetti
personali, importanti per chi li vive, ma certamente non rilevanti in un
discorso che vuol essere in certo modo pubblico. Invece c’è qualcosa che va al
di là del privato e forse merita di essere raccontato.
La Puglia è tante cose:
antichi borghi, biancore accecante delle case, spiagge libere e mare ovunque,
sud laborioso, distese di ulivi secolari, chiese straordinarie barocche –
Lecce! – e romaniche – Trani! -, un’armoniosa compresenza di arte e natura.
Ma la vera cifra della nostra
esperienza in Puglia è stata l’incontro.
Vogliamo ricordare quattro
volti.
Il Professore e la moglie. Nardò. Soggiorniamo in un’antica dimora.
Ci colpisce la cura per il bello in ogni sua forma e, in particolare, la
bellezza delle stanze, con il gusto filologico della ristrutturazione e
dell'arredamento; poi l'ospitalità che va ben al di là del dovuto, per cui si
ha l'impressione - pur nella discrezione e nella libertà - di essere davvero
accolti in una casa, per esempio apprezzando una colazione a base di prodotti
tipici accuratamente scelti e offerti; infine l'autenticità dell'incontro con
Giuseppe e la moglie, che sono senz'altro persone di cultura, quella vera, che
sa fare del sapere ricchezza umana, capacità di relazione, sguardo attento all'essenziale.
Il monaco. Ostuni. Facciamo visita ad un monastero. Esso ospita una
piccola cellula della Comunità di Bose ed è immerso nel silenzio assolato e incantato
degli ulivi. Veniamo accolti da Sabino, monaco con cui parliamo della vita
monastica in questa meravigliosa e feconda terra del Salento e di amici comuni.
Compriamo alcuni dei suoi libri, avvertiamo una sintonia che è frutto di scelte
e di percorsi interiori molto diversi, ma di comuni orizzonti.
Il giovane intraprendente. San Michele al Monte. Ci prendiamo un
caffè al bar. Sollecitata da una nostra domanda ha inizio una conversazione con
il giovane gestore del locale. Ci racconta la sua storia, i suoi progetti e i
suoi sogni. Ed è un’esplosione di vita, di idee, di estro. La freschezza della
sua vitalità ci comunica allegria.
Don Tonino Bello. Molfetta. Entriamo in una chiesa, incontriamo un
sacerdote e gli chiediamo se sa dirci che ne è di Don Tonino Bello, della sua
figura e del suo insegnamento. Ci racconta in modo accorato e sofferto chi era
Don Tonino nella sua esperienza diretta: il suo lungo ritirarsi nel silenzio,
il suo spendersi totalmente per gli altri senza orari fino allo sfinimento, la
sua ardua e dimenticata eredità forse – speriamo - raccolta altrove.
Ecco quattro volti, quattro
momenti d’incontro.
Certo “l’incontro” si dice in
molti modi, con intensità e valore diversi e la vita insegna che gli incontri
veri sono difficili e rari. Eppure, nonostante la fugacità di un’esperienza di
viaggio, ci colpisce questa terra capace di donare la possibilità di incontri
improntati alla semplicità, alla naturalezza, con una immediatezza che sembra
rimandare ad una originarietà e ad un’innocenza perdute.
(Post pensato e scritto da ROSSANA ROLANDO)
Ciao Rossana, anche questo tuo post si può decisamente definire un incontro.
RispondiEliminaUna curiosità: il mosaico pubblicato nel post del 3 agosto fa parte degli splendidi mosaici della cattedrale di Otranto? Se non erro ci dovrebbe essere rappresentato anche Re Artù che combatte contro un felino.
Proprio così: si tratta di un particolare dello splendido mosaico della cattedrale di Otranto. C’è anche Re Artù come hai ben ricordato (aggiungiamo l’immagine sul blog).
EliminaGrazie per la finezza e la delicatezza dei tuoi contributi che apprezziamo sempre più. Rossana.