Per parlare del
rapporto tra princìpi morali e politica…
“Il testo canonico
ancora una volta è Il Principe di
Machiavelli, in particolare il capitolo XVIII che comincia con queste fatali
parole: «Quanto sia laudabile in un principe mantenere la fede, e vivere con
integrità e non con astuzia, ciascuno lo intende: non di manco si vede per
esperienza, ne’ nostri tempi quelli principi avere fatto gran cose che della
fede hanno tenuto poco conto». La chiave di tutto è l’espressione «gran cose».
Se si incomincia a discutere intorno al problema dell’azione umana, non dal
punto di vista dei princìpi, ma dal punto di vista delle «gran
cose», cioè del risultato, allora il problema morale cambia completamente
aspetto, si rovescia radicalmente. Il lungo dibattito sulla ragion di stato è
un commento durato secoli a questa affermazione, perentoria e
inconfondibilmente veridica: che nell’azione politica contano non i princìpi ma
le grandi cose”.
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“Ho più volte
contrapposto la democrazia ai governi non democratici. Ritengo infatti che una
delle caratteristiche positive della democrazia, che ci induce a dire che essa
è la migliore, o la meno cattiva, delle forme di governo, è anche questa: la
democrazia è quel sistema politico che permette il maggiore avvicinamento tra
le esigenze della morale e quelle della politica”.
(Norberto Bobbio, Elogio della mitezza, Il Saggiatore, Milano 2010, pagg. 59; 96-97; 102)
La democrazia in Italia per rinascere ha bisogno della massima trasparenza e fiducia reciproca fra i cittadini, ha bisogno di bandire quanto è più possibile la simulazione e l’inganno. Bene. Avete presenti in questi giorni le reazioni deliranti alla sentenza della Cassazione da parte di una caterva di cittadini clonati e di politicanti asserviti? Dove ci porterà l’eventuale trionfo della strategia della menzogna ?
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