Battistero di Albenga |
Albenga:
estetica e funzionalità
Per secoli Albenga è
stata costruita su paradigmi estetici: era
un punto d’onore ed insieme una sottolineatura di appartenenza rendere la
propria città sempre più gradevole. Nei suoi spazi si infrangevano le varie
sfumature della bellezza: nelle chiese,
nelle torri, nei palazzi, nei vicoli tra le mura, in ogni piazza o piazzetta, luogo
della contrattazione e dello scambio.
L’Albenga moderna, come tutte le città italiane, è radicalmente
altro: i suoi paradigmi sono efficienza,
integrazione con il territorio extra urbano finalizzata alla produttività e rapidità delle comunicazioni,
degli spostamenti e dei trasporti..
Nel cosiddetto post-moderno la funzionalità ha vinto sulla bellezza. Oggi
le
forme estetiche tendono a risolvere questioni pratiche e non definiscono un proprio autonomo dominio
riferito al bello. Tutti abbiamo
sicuramente notato quanto sia anche ad
Albenga diffusa la tendenza perniciosa
di abbinare impunemente il linguaggio della tradizione e quello della modernità
con successivi indefiniti adattamenti. Ad Albenga poi specifiche questioni
pratiche collegate con le esigenze del restauro, con la vivibilità
degli ambienti, con la riconversione funzionale, con la riqualificazione degli
edifici, rischiano di manomettere continuamente il
linguaggio della tradizione in nome di una maggiore fruibilità. Eppure proprio
noi, che
abbiamo ereditato dalla nostra tradizione grandi esempi di bellezze
urbane, dovremmo fare i conti più severamente degli altri, utilizzando criteri rigorosi, rispettosi, debitamente resi
noti ai cittadini, che non alterino ulteriormente l’attuale precario equilibrio.
Esistono e sono applicati questi criteri? Sono noti ai
cittadini ingauni meno distratti del sottoscritto?
Purtroppo la situazione é quella delineata, con l`aggravante che sulla funzionalità spesso hanno fatto aggio interessi di parte, la speculazione, la gretta superficialità di chi sperpera il patrimonio del passato scambiando per una rendita una ricchezza non rinnovabile.
RispondiEliminaIn sintonia piena il fatto/convinzione che il patrimonio del passato non è “una rendita ma una ricchezza non rinnovabile” minacciata da “interessi di parte, speculazione, gretta superficialità di chi sperpera”. Più avanti espliciti saranno i post su questi temi.
Elimina