Dicono che ogni favola abbia una sua“morale”,
esplicita od implicita.
Quella esplicita? Non la conosco.
Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.
Gian Maria procedeva titubante verso l’appuntamento conviviale con i vecchi compagni di classe di tanto tempo prima...
...in ognuno di noi c'è un aspetto solare, chiaro, consapevole, a noi gradito ... quello che ci piace essere .... (incisione di H. T. Hildibrand) |
... e c'è un aspetto lunare, nascosto, non gradito ... a volte anche più vero .... (incisione di H. T. Hildibrand) |
... Gian Maria non sapeva nulla di tutto questo ... (Honoré Daumier, La veduta)
|
... la parte solare, consapevole, diceva .... (attribuito a Dürer) |
"...che fine avranno fatto i trascorsi pseudo rivoluzionari?
Finiti i trastulli della giovinezza, tutti a convertirsi (chissà se c’erano
eccezioni!) al soffiar dei venti dei potenti di turno, ombrello protettivo dei
propri affari e scalate sociali, politiche, culturali?".
... e la parte lunare, nascosta, soggiungeva .... |
"... ma poi
erano giuste quelle divisioni così nette … tutto il bianco da una parte, tutto
il nero dall’altra … forse anche lui non aveva ceduto a piccoli compromessi,
piccole debolezze …?"
"Eh no, lui no, lui era
rimasto puro, coerente con le sue idee di impegno sociale e travèt sino in
fondo, aveva combattuto nel profondo per anni ogni giorno la sua battaglia. L’amore, l’amicizia, la famiglia, il lavoro, l'impegno per gli altri erano stati la sua vittoria".
"Mah! Forse era un po’ patetico con questa sua soddisfatta vita da
impiegato … non era un po’ borghese anche quella?"
"Beh no, i suoi valori erano sempre stati sinceri, genuini,
non paragonabili in nessun modo alla maschera del perbenismo…
... Basta con questi pensieri …" Si augurava di passare qualche ora lieta e nostalgica, se solo avessero tutti mantenuto almeno l’allegria sincera e compagnona di momenti indimenticati…
... passare qualche ora lieta ... ecco cosa desiderava ... (H. De Montaut, Dalla terra alla luna) |
Gli altri erano già arrivati e si davano ai rituali convenevoli.
"Mi domando perché non ci si può incontrare semplicemente, senza artifici? Perché dare tanto spazio alle convenzioni?"
Poi Silvano lo vide approssimarsi: “Ma guarda! C’è anche lui!” e si voltò a continuare la conversazione...
"C’è anche
lui!?? Non mi aspettavano! Con chi era tanto occupato Silvano? ah, doveva essere Valerio, lo riconosceva dal suo fare servile".
Sorrisi smorzati quasi imbarazzati, niente abbracci, sguardi sfuggenti sorpresi, volti guardinghi, banali battute che a Gian Maria apparivano ipocrite: "Ehi, non sei affatto cambiato! Ma come fai?...".
"Mi domando: che cosa
ci divide? Possibile che sia soltanto l’appartenenza a una diversa classe
sociale?"
"Mi dicono che non sono cambiato ... Loro invece sì... tutti invecchiati
dentro, anche se abilmente mascherati, tutti vestiti "casual", quello
che costa da mille euro in su, e lui con la sua decorosa obsoleta “vestimenta”
ancora odorosa di naftalina pluriannuale, unico a portare la cravatta, per di
più viola, in un mondo in cui solo i travèt la portano ancora con dignità".
"D’accordo,
il vestito … ma il vestito non fa il monaco. Non intendo proprio continuare a
dividere il mondo in base al modo di vestire. E poi, mi dico, sei proprio
sicuro di non aver mai desiderato quel bel vestito “casual”? Pensi di essere
così estraneo a certi richiami?"
"Non diciamo sciocchezze. La verità è che non sono più loro,
non li riconosco più.
Ecco Silvano: allora già riconosciuto leader della
classe, oggi onorevole pluridivorziato (si diceva che la sua “fidanzata”, una
biondona russa o ucraina o polacca, avesse l’età della nipotina) con una
carriera politica invidiabile e di fatto invidiata".
"Non sono
troppo severo con questo Silvano? Può anche darsi che abbia molto sofferto … Che
diritto ho di giudicare?"
Poco distante, ma non troppo discreta, la scorta di 4 persone attente al via vai della gente.
"Già - se ne era dimenticato - era il nuovo
sottosegretario, con la sua faccia da madonnina infilzata, tutto preso dalla
sua fantasia di essere onnipotente ombelico del mondo".
"Perché
lui non aveva mai ceduto al proprio ego? Davvero pensava di essere libero da se stesso nei suoi rapporti con gli altri?"
"Renato - lo ricordava mite e
silenzioso - lo abbrancò e con scandalosa logorrea da affermato presentatore
della tv..."
Lo trasse in disparte e gli disse: “Girava la voce che non saresti venuto… sai …per tuo figlio… Hai fatto bene a venire: in questi casi – lo so bene io – bisogna dissimulare, camuffare, portare una bella maschera alla faccia di tutti…”.
"Sì, dissimulare era la via più breve… Perché i rapporti con gli altri non sono semplici, limpidi, autentici?"
E si allontanò per lasciare il posto a Valerio...
"...compagno passato armi e bagagli dall’estrema sinistra all’estrema
destra, degno emulo dannunziano, dirigente di non so quale importante azienda
pubblica, che subito cercò di piacere – era proprio un vizio! -, di dirgli le cose
che desiderava sentire, in una forma di avvicinamento affettivo, quasi di sottomissione,
riflesso condizionato dei suoi abituali intensi sforzi all’identità gregaria del “sono come tu mi vuoi”, pur di essere accettato dagli
altri e fare carriera. Aloisio invece, quello che aveva vinto il posto
all’università grazie al papà, passeggiava su e giù lungo il marciapiede,
insofferente, attaccato al suo cellulare, sbraitando contro qualcuno o
qualcuna. Dove era finita l’allegria contagiosa di un tempo?"
"Desiderio di piacere,
di avere successo... non lo avevano mai tentato? O forse sì, più di quanto se ne fosse veramente reso
conto?".
"E no…le sue scelte lui le aveva
pagate tutte, a caro prezzo, soprattutto con ben nette rinunce a qualsiasi genere
di carriera".
… Tutti parevano in attesa di qualcosa.
"Ma che cosa vogliono? Che anch’io
reciti come loro la mia parte? Quella del perdente non riuscito? Ma guardali:
ognuno sta presentando l’immagine di sé che desidera vedersi confermare dagli
altri. Guarda, guarda! L’espressione, le parole, i gesti, la postura, persino la
pettinatura!".
"So
benissimo che è difficile non recitare, chi più chi meno … è difficile non
cercare la conferma degli altri …"
"Beh, io non intendo proprio recitare... cercare conferme ..."
"Siete tutti miei ospiti, forza, divertiamoci, non perdiamo tempo perché fra tre ore esatte devo essere a Montecitorio". Il pranzo a 6 stelle (o 7?) era stato prenotato e offerto ovviamente da Silvano.
... Gian Maria stava
attraversando la strada, rigorosamente sulle strisce, quando improvviso, a
velocità pazzesca, gli piombò addosso un bolide rombante e … zac!
*******
Si
risvegliò dal sogno, ansante, incupito, ma subito risollevato. Respirò l’aria
della veglia.
Si rese conto che quelle
persone erano per lui del tutto sconosciute. Gli passarono davanti agli occhi i veri volti
dei suoi amici. Si rasserenò.
... capì che era stato tutto un sogno ... (H. De Montaut, Dalla terra alla luna) |
C’è una morale? Forse sì, forse no.
Chi lo sa! Ad ognuno di noi trovarla…
Il racconto è frutto di una nostra elaborazione.
Chi
desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure
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