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domenica 9 marzo 2014

Gian Maria e il suo doppio.

Dicono che ogni favola abbia una sua“morale”,
esplicita od implicita.
Quella esplicita? Non la conosco.
Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.


Gian Maria procedeva titubante verso l’appuntamento conviviale con i vecchi compagni di classe di tanto tempo prima...

...in ognuno di noi c'è un aspetto solare, 
chiaro, consapevole, a noi gradito ...  
quello che ci piace essere ....
(incisione di H. T. Hildibrand)

... e c'è un aspetto lunare, nascosto, 
non gradito ... 
a volte anche più vero ....
(incisione di H. T. Hildibrand)
... Gian Maria non sapeva nulla di tutto questo ... 
(Honoré Daumier, La veduta)
... e si recava all'appuntamento 
con i suoi vecchi compagni... 
(Samuel Palmer, Campo di grano al chiaro di luna)
Aveva accettato l’invito con fatica: erano anni che non li vedeva e chissà la faccia di tutti nello scoprire quanto il tempo aveva segnato ciascuno: barbe bianche, capelli laddove sopravvivevano, pance e pancette…

... la parte solare, consapevole, 
diceva .... 
(attribuito a Dürer)

"...che fine avranno fatto i trascorsi pseudo rivoluzionari? Finiti i trastulli della giovinezza, tutti a convertirsi (chissà se c’erano eccezioni!) al soffiar dei venti dei potenti di turno, ombrello protettivo dei propri affari e scalate sociali, politiche, culturali?". 

... e la parte lunare, 
nascosta, 
soggiungeva ....
"... ma poi erano giuste quelle divisioni così nette … tutto il bianco da una parte, tutto il nero dall’altra … forse anche lui non aveva ceduto a piccoli compromessi, 
piccole debolezze …?"




"Eh no, lui no, lui era rimasto puro, coerente con le sue idee di impegno sociale e travèt sino in fondo, aveva combattuto nel profondo per anni ogni giorno la sua battaglia. L’amore, l’amicizia, la famiglia, il lavoro, l'impegno per gli altri erano stati la sua vittoria". 



"Mah! Forse era un po’ patetico con questa sua soddisfatta vita da impiegato … non era un po’ borghese anche quella?"






"Beh no, i suoi valori erano sempre stati sinceri, genuini, non paragonabili in nessun modo alla maschera del perbenismo… 
... Basta con questi pensieri …" 



Si augurava di passare qualche ora lieta e nostalgica, se solo avessero tutti mantenuto almeno l’allegria sincera e compagnona di momenti indimenticati…

... passare qualche ora lieta ... 
ecco cosa desiderava ... 
(H. De Montaut, Dalla terra alla luna)

Gli altri erano già arrivati e si davano ai rituali convenevoli.  
 
"Mi domando perché non ci si può incontrare semplicemente, senza artifici? Perché dare tanto spazio alle convenzioni?"




Poi Silvano lo vide approssimarsi: “Ma guarda! C’è anche lui!” e si voltò a continuare la conversazione... 



"C’è anche lui!?? Non mi aspettavano! Con chi era tanto occupato Silvano? ah, doveva essere Valerio, lo riconosceva dal suo fare servile".  


Sorrisi smorzati quasi imbarazzati, niente abbracci, sguardi sfuggenti sorpresi, volti guardinghi, banali battute che a Gian Maria apparivano ipocrite: "Ehi, non sei affatto cambiato! Ma come fai?...". 
 
"Mi domando: che cosa ci divide? Possibile che sia soltanto l’appartenenza a una diversa classe sociale?"


  "Mi dicono che non sono cambiato ... Loro invece sì... tutti invecchiati dentro, anche se abilmente mascherati, tutti vestiti "casual", quello che costa da mille euro in su, e lui con la sua decorosa obsoleta “vestimenta” ancora odorosa di naftalina pluriannuale, unico a portare la cravatta, per di più viola, in un mondo in cui solo i travèt la portano ancora con dignità".
  
 
"D’accordo, il vestito … ma il vestito non fa il monaco. Non intendo proprio continuare a dividere il mondo in base al modo di vestire. E poi, mi dico, sei proprio sicuro di non aver mai desiderato quel bel vestito “casual”? Pensi di essere così estraneo a certi richiami?"

"Non diciamo sciocchezze. La verità è che non sono più loro, non li riconosco più.
Ecco Silvano: allora già riconosciuto leader della classe, oggi onorevole pluridivorziato (si diceva che la sua “fidanzata”, una biondona russa o ucraina o polacca, avesse l’età della nipotina) con una carriera politica invidiabile e di fatto invidiata". 


 

"Non sono troppo severo con questo Silvano? Può anche darsi che abbia molto sofferto … Che diritto ho di giudicare?"


 
Poco distante, ma non troppo discreta, la scorta di 4 persone attente al via vai della gente.  


"Già - se ne era dimenticato - era il nuovo sottosegretario, con la sua faccia da madonnina infilzata, tutto preso dalla sua fantasia di essere onnipotente ombelico del mondo". 
 


"Perché lui non aveva mai ceduto al proprio ego? Davvero pensava di essere libero da se stesso nei suoi rapporti con gli altri?"


"Renato - lo ricordava mite e silenzioso - lo abbrancò e con scandalosa logorrea da affermato presentatore della tv..."



Lo trasse in disparte e gli disse: “Girava la voce che non saresti venuto… sai …per tuo figlio… Hai fatto bene a venire: in questi casi – lo so bene io – bisogna dissimulare, camuffare, portare una bella maschera alla faccia di tutti…”.

"Sì, dissimulare era la via più breve…  Perché i rapporti con gli altri non sono semplici, limpidi, autentici?"




E si allontanò per lasciare il posto a Valerio...



"...compagno passato armi e bagagli dall’estrema sinistra all’estrema destra, degno emulo dannunziano, dirigente di non so quale importante azienda pubblica, che subito cercò di piacere – era proprio un vizio! -, di dirgli le cose che desiderava sentire, in una forma di avvicinamento affettivo, quasi di sottomissione, riflesso condizionato dei suoi abituali intensi sforzi all’identità gregaria del “sono come tu mi vuoi”, pur di essere accettato dagli altri e fare carriera. Aloisio invece, quello che aveva vinto il posto all’università grazie al papà, passeggiava su e giù lungo il marciapiede, insofferente, attaccato al suo cellulare, sbraitando contro qualcuno o qualcuna. Dove era finita l’allegria contagiosa di un tempo?"
 

"Desiderio di piacere, di avere successo... non lo avevano mai tentato? O forse sì, più di quanto se ne fosse veramente reso conto?".



"E no…le sue scelte lui le aveva pagate tutte, a caro prezzo, soprattutto con ben nette rinunce a qualsiasi genere di carriera".



 … Tutti parevano in attesa di qualcosa.


"Ma che cosa vogliono? Che anch’io reciti come loro la mia parte? Quella del perdente non riuscito? Ma guardali: ognuno sta presentando l’immagine di sé che desidera vedersi confermare dagli altri. Guarda, guarda! L’espressione, le parole, i gesti, la postura, persino la pettinatura!".
 
 
"So benissimo che è difficile non recitare, chi più chi meno … è difficile non cercare la conferma degli altri …"



 
"Beh, io non intendo proprio recitare... cercare conferme ..."






"Siete tutti miei ospiti, forza, divertiamoci, non perdiamo tempo perché fra tre ore esatte devo essere a Montecitorio". Il pranzo a 6 stelle (o 7?) era stato prenotato e offerto ovviamente da Silvano.

 ... Gian Maria stava attraversando la strada, rigorosamente sulle strisce, quando improvviso, a velocità pazzesca, gli piombò addosso un bolide rombante e … zac! 


******* 
Si risvegliò dal sogno, ansante, incupito, ma subito risollevato. Respirò l’aria della veglia.
Si rese conto che quelle persone erano per lui del tutto sconosciute. Gli passarono davanti agli occhi i veri volti dei suoi amici. Si rasserenò.

... capì che era stato tutto un sogno ...
(H. De Montaut, Dalla terra alla luna)


C’è una morale? Forse sì, forse no. 
Chi lo sa! Ad ognuno di noi trovarla…

Il racconto è frutto di una nostra elaborazione.

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