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sabato 29 marzo 2014

Il sogno del polo scolastico.


Dicono che ogni favola abbia una sua “morale”, 
esplicita od implicita. 
Quella esplicita? Non la conosco. Quella implicita? Se c’è, chi legge la ricavi.

Una notte Gian Maria 
fu trasportato in un sogno ...
... sognò il polo scolastico ingauno ... 
per filo e per segno ...
Una notte Gian Maria, chissà perché, sognò il polo scolastico ingauno (chiamiamolo campus). Lo sognò nientemeno che nella ex caserma Piave, tra lo scorno di mille avvoltoi. Incredibile! Sognò che veniva inaugurato il primo settembre 2017, dopo che il/la nuovo/a sindaco/a eletto/a nel maggio 2014 senza perder tempo aveva riunito i capigruppo di minoranza e maggioranza ed aveva proposto di costruire tutti insieme un progetto condiviso. 
  
....il sogno si apriva... 
incredibile a dirsi ...
... con il polo scolastico collocato 
nella ex caserma Piave (!!!)...
Era nato un protocollo di massima ed in  consiglio comunale, tra polemiche ed accuse reciproche, vi era stato un susseguirsi di proposte, ripicche, aggiustamenti, miglioramenti, sino alla definitiva approvazione di cui ognuno rivendicava legittimamente ed orgogliosamente la paternità. Nessun  irenismo, nessun inciucio, nessun do ut des:  anzi spesso durissimi scontri, minacce di far naufragare tutto, seguite da faticose ricerche di accettabili mediazioni. Ma anche nessuna pregiudiziale contrapposizione, nessun insanabile conflitto: piuttosto l’inattesa sorprendente sperimentazione di un convivio delle differenze. 
 
... nel sogno succedeva... 
cosa inaudita ...

... che il consiglio comunale  ingauno, 
superando i conflitti ...
in men che non si dica  ...

E poi in tempi rapidissimi - altro fatto incredibile - i tecnici comunali avevano trasformato le scelte politiche in progetti realizzabili. I finanziamenti erano stati fortunosamente attinti dai fondi europei ed il campus, in meno di tre anni, era  fiorito ogni giorno: edifici pertinenti per i licei, l’iti, l’agrario, sotto un’unica presidenza (141 docenti, 22 bidelli, 13 amministrativi, 6 tecnici, 1341 alunni e 2682 genitori) con annessi e connessi laboratori, aree  e terreni da sperimentare ...
 
... il sogno era proprio esagerato ...
come se fosse semplice 
trovare finanziamenti ... 
... per costruire edifici adatti ai vari indirizzi 
di scuola superiore ingauna ...
(come nel progeto del campus 
di Novellara a Reggio Emilia)
... con tanto verde ...
(come nel progetto del campus 
al Ticinello di Pavia)
... e poi un auditorium  polivalente di 600 posti; palestre, campi sportivi di ogni tipo e dimensione (tutti regolamentari), piscine, piste per atletica, piste per pattinaggio; locali  di ristoro aperti a tutti; locali per ospitare sia master dell’Università  di Pollenzo e di varie facoltà di Agraria sia corsi residenziali, con annesso convitto, per gli ITS (istituti tecnici superiori) sponsorizzati dalla Piaggio e Spa dell’aeroporto di Villanova; e verde, tanto verde, un parco giochi, panchine in posti strategici, qualche timida pista ciclabile, ampi parcheggi interni ed esterni; dulcis in fundo, un’area da  adibire ad ippoterapia…. E c’era la passione da parte di tutti, in particolare dei genitori i cui figli erano ormai prossimi alle  superiori o a corsi post-diploma, ad andare a vedere, ad informarsi, sollecitare.



... con auditorium ... 
(come nel campus Lincoln di Palermo)

... con campi sportivi ... 
(come nel progetto del campus di Pastena, 
in provincia di Avellino)

Magistrati, polizia e carabinieri avevano per tempo bloccato ogni tentativo mafioso di intrufolarsi nel business. I raid dei finanzieri, in uffici studi laboratori opifici residenze, avevano indotto gli speculatori a girare alla larga…


... il sogno era chiaramente molto ingenuo ...
da paese delle favole ...
.... come se fosse possibile 
fare tutto in modo pulito ...
Era nato il  campus, aperto non solo all’istruzione e formazione  ma a tutti  i cittadini (associazioni  solidali, culturali, professionali, giovanili, femminili, società sportive, convegni, rappresentazioni teatrali cinematografiche musicali letterarie  artistiche …) in tempi ed orari flessibili regolamentati da rigide norme di accesso. Albenga finalmente si era posta in  dialogo con la contemporaneità e proponeva un’offerta  complessa, di grande respiro, interculturale, caratterizzata da una tecnologia in continuo auto-superamento, preoccupata di offrire possibilità di lavoro ai giovani sia in ambito locale sia nell’orizzonte della globalizzazione.

... era proprio un viaggio nella fantasia, 
senza alcuna aderenza alla realtà ...

... un campus aperto a tutti i cittadini ... 
centro di irraggiamento culturale ...  
(come il campus scolastico di Lallio, 
in Lombardia).

Era nato il campus: al servizio della città e del comprensorio, centro di irraggiamento culturale, forte richiamo a città vicine e lontane, area di fruizione e produzione culturale che, con la scuola non seconda a nessuno, si apriva alle esigenze di tutti e  colmava croniche mancanze e lacune.

... poi, alla vigilia di Natale del 2017...

Poi, alla vigilia del Natale 2017, successe quel che successe. Ma questa è un’altra storia, pardon, un altro sogno...

C’è una morale? Forse sì, forse no. Chi lo sa! 
Ad ognuno di noi trovarla…

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9 commenti:

  1. Finchè ci sarà qualcuno che ci crede i sogni potranno diventare realtà!! Se si perde la speranza si perde anche la bellezza della vita... Comunque è davvero un bel sogno!!

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  2. Caro Matteo, per quanto mi riguarda raccolgo volentieri il tuo invito a continuare a sognare: di notte ad occhi chiusi, secondo le regole di Freud, facendo i conti con tutte le mie censure e rimozioni; di giorno ad occhi aperti, sempre e solo secondo le regole della speranza, i dettami della libertà, la voglia di vita e di bellezza.

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  3. Solo una domanda a Gian Maria: " Ricordi da quale porta sei uscito? Da quella di corno o da quella d'avorio...?"

    Ne parlavo proprio pochi giorni fa con Nicolò... " Sunt geminae Somni portae..." Eneide, VI - vv. 893-897

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    1. Cara Fausta, non so risponderti, anche perché a me, profano, facilmente chiunque potrebbe far passare per prezioso avorio (sogni falsi) il più prosaico corno (sogni veri) e viceversa. Può aiutarci a sciogliere l’enigma la paziente e fedele Penelope (Odissea, XIX, 562-567)? Non so, rimango convinto che la risposta debba essere lasciata al singolo lettore… In ogni caso, mi sembra stupendo che tu sia riuscita a trovare la porta, non di uscita ma di entrata, di questo blog...,

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  4. Buongiorno, La ricordo ai consigli d'istituto. Ero rappresentate degli studenti dell'isituto Agrario. Mi fa piacere vedere che non si è dimenticato di noi e ha sognato una parte da destinare ai convegni dell'università di Agraria. La ringrazio come se fossi ancora rappresentante degli studenti. Grazie davvero. Mara

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    1. Gent.le Sig.a Mara, il Suo intervento mi è risultato di irresistibile simpatia. Ricordo benissimo quei consigli di istituto, nell’ultimo anno della mia reggenza presieduti dal suo papà, di cui ho conservato un’immutata stima. I convegni, i master delle varie facoltà di Agraria (noti il plurale: avevo in mente almeno Genova e Torino), le aree ed i terreni sperimentali non potevano mancare nel sogno, perché l’Agrario è stato per me una piacevole scoperta, un mondo bellissimo e nuovo, come i suoi studenti. Rammento ancora quattro o cinque formidabili ragazzi/e che ho avuto la ventura di conoscere purtroppo poco, tra i quali Mara Pertuso (gli altri magari - chissà - li citerò una prossima volta …). Un caro saluto.

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  5. si riferisce forse alla cittadella scolastica che è stata inaugurata assieme al centro giovanile-cinema-teatro.sala prove dell'ex Astor, al parco della Gallinara ed al polo fieristico?

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  6. scherzi a parte a volte sogno anch'io. ad esempio sogno che quando i cittadini proprietari attraverso lo stato di un'area o un immobile, ad esempio una caserma, decidono di non utilizzarlo più, e gli stessi cittadini decidono che vogliono usarlo, magari attraverso il comune o la provincia per farne una scuola non devono intavolare una trattativa di 7 anni con se stessi...
    un sogno davvero strano... c'era persino gente che non giocava a disfare di notte quel che faceva di giorno, ed è stato allora che ho capito di avere sbagliato porta

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    1. Sig. Luca, che piacere leggere le sue riflessioni, al solito argute, da par suo! Ciò che scrive – ahimè – corrisponde alla realtà, alla verità-falsità di una politica che tesse e disfa (qui Penelope non c’entra niente …), si avvolge su stessa, divorando come Saturno le proprie creature, producendo nulla se non esasperazione e distruttive insofferenze: “il partito della paralisi”. Anche ad Albenga. Non so Lei, ma io, non più giovane da tempo, sento fortissimo il desiderio di rompere questo meccanismo improduttivo, respirare aria diversa, incoraggiare scelte coraggiose al limite dell’incoscienza (come sta succedendo a livello nazionale e qualcuno forse pagherà caro questo affronto ai politichesi), magari rischiando di sbagliare, ma dissolvendo il cinismo ed il disincanto, nel rifiorire, non di tutte, ma di qualche speranza. Così continuerò a sognare, di giorno, ad occhi ben aperti...

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