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martedì 27 ottobre 2015

Maritain e Mounier.



Emmanuel Mounier 
(1905-1950)
Jacques Maritain
(1882-1973)


















Lascio alla letteratura specialistica la trattazione esaustiva del tema annunciato nel titolo.  Metto semplicemente in evidenza che sotto certi aspetti Maritain e Mounier sono molto vicini: entrambi cattolici dichiarati con fitta corrispondenza tra i due. Per altri versi invece differenti ed anche distanti: Maritain ripresenta il tomismo sotto forma ritenuta adatta ai tempi ed in una esplicita metafisica sistematica;   Mounier,  più giovane di 23 anni, apprezza il tomismo ma ne è fuori e, molto  più coinvolto nel dialogo con la cultura contemporanea, in particolare con l’esistenzialismo, rivolge  la sua filosofia “militante” all’impegno, “engagement”.


La rivista
Esprit.
Tra il '30 ed il '35 è evidente l’influsso di Maritain, convinto sostenitore di Esprit sin dal primo numero.  Ma a partire dal '33 i cammini si fanno “paralleli”: diverso soprattutto il modo di valutare il rapporto tra Cristianesimo e civiltà, risultato poi palese nel '49 durante “la settimana degli intellettuali cattolici”.
Sono affini, ma non del tutto convergenti, il reciso rifiuto del “mondo borghese” ed alcune forti prese  di posizione avverso  Mussolini, Franco ed il nazismo. Differenti  invece le sensibilità su problemi non marginali: l’“Umanesimo integrale” del primo è orientato verso una democrazia liberale, pluralistica, rappresentativa, ricostruita nei suoi fondamenti ideali; la “Rivoluzione personalista e comunitaria” invece è protesa verso un socialismo umanistico e vuole favorire l’incontro tra cattolici  e la cosiddetta sinistra. Non senza condizioni: che i cattolici  recidano ogni legame con il “disordine costituito”; che la sinistra abbandoni le pregiudiziali antireligiose,  il dogmatismo ideologico, il mito dello Stato etico.

Jacques Maritain 
e il suo Umanesimo integrale
Emmanuel Mounier 
e la sua Rivoluzione personalista 
e comunitaria
Mounier  patì l’arresto e la prigione sotto Vichy e fu inviso agli ambienti retrivi e conservatori della curia romana, tanto che Maritain – peraltro anch’egli non sempre ben visto - si sentì in dovere di intervenire  a sua difesa per impedire una formale stupida condanna del personalismo. 

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