Autorità
è una qualità che connota il potere: coloro che ne sono investiti (persone e
strutture) occupano un ruolo di dominanza nei confronti degli altri che non soltanto si conformano di fatto, ma – ciò che è più importante – “sentono” di
doverlo fare per aderire consensualmente a precise norme
condivise di natura etica, culturale o giuridica.
Il potere come mano invisibile. (Escher, Mano con sfera riflettente) |
Autoritarismo
invece è il complesso dei fenomeni di potere ogni qualvolta si trasforma in controllo assoluto e
pervasivo sulle attività dei cittadini, riduce fortemente i margini di scelta
fra alternative di comportamento,
seleziona gli interessi funzionali al mantenimento dello stutus quo, espelle o
reprime quelli ostili nonché i soggetti
che ne sono portatori. “Simula” democrazia per legittimarsi ma
“dissimula” la propria forza costrittiva penetrando e occultandosi nelle
organizzazioni reticolari della società.
Come
nella metafora del “Panopticon” di Bentham, diventa “macchina” di governo, a un
tempo invisibile e onniveggente, fondata sul principio del massimo di coazione e del minimo di
libertà.
Il Panopticon: vede senza esser visto. (Escher, Autoritratto). |
La metafora del Panopticon.
Immaginate una costruzione così: celle, in cui sono rinchiusi prigionieri,
disposte su più piani intorno a una torre centrale. In essa vige una struttura asimmetrica: vi sono uomini non visti che possono
osservare ciò che accade in ogni cella; i prigionieri si sentono costantemente
controllati anche quando non lo sono. “Il detenuto non deve mai sapere se è
guardato, nel momento attuale; ma deve essere sicuro che può esserlo
continuamente” (Foucault, Sorvegliare e
punire). Ecco il PANOPTICON: una costruzione carceraria progettata da J.
Bentham nel 1791 e ripresa da Foucault come metafora del potere nella società
contemporanea.
Non accorgersi di essere controllati. (Escher, Oblò). |
La
figura del Panopticon ha ispirato il grande fratello di G. Orwell, ma
soprattutto richiama il diffuso controllo odierno su ogni cittadino attraverso
tabulati telefonici, tracciati elettronici, uso di internet ecc.
Interrogativi:
Siamo
ancora consapevoli ed in grado di riconoscere come estraneo un potere diventato
gradualmente invisibile? Non è forse diventato un sistema “ideale” che per
funzionare non ha bisogno di strutture “reali”, dal momento che viene interiorizzato dai cittadini sin dall’infanzia attraverso
processi che di fatto sono una sorta di
“addestramento”?
Tracciati elettronici ... (Escher, Corteccia). |
La
rete Internet può essere considerata
come il Panopticon ed al limite usata per controllare chi la
utilizza? I gestori dei provider, o dei
social network possono accedere alle informazioni degli utenti senza che lo
sappiano o abbiano a loro volta la possibilità di controllare. In questa
asimmetria chi controlla Internet?
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