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martedì 1 ottobre 2013

IL PANOPTICON.




Autorità è una qualità che connota il potere: coloro che ne sono investiti (persone e strutture) occupano un ruolo di dominanza nei confronti degli altri che  non soltanto si conformano di fatto,  ma – ciò che è più importante – “sentono” di doverlo fare  per  aderire consensualmente a precise norme condivise  di natura etica, culturale o giuridica.



Il potere come mano invisibile.
(Escher, Mano con sfera riflettente)
Autoritarismo invece è il complesso dei fenomeni di potere ogni qualvolta    si trasforma in controllo assoluto e pervasivo sulle attività dei cittadini, riduce fortemente i margini di scelta fra alternative  di comportamento, seleziona gli interessi funzionali al mantenimento dello stutus quo, espelle o reprime quelli ostili nonché i soggetti  che ne sono portatori. “Simula” democrazia per legittimarsi ma “dissimula” la propria forza costrittiva penetrando e occultandosi nelle organizzazioni reticolari della società.
Come nella metafora del “Panopticon” di Bentham, diventa “macchina” di governo, a un tempo invisibile e onniveggente, fondata sul principio  del massimo di coazione e del minimo di libertà.

Il Panopticon: vede senza esser visto.
(Escher, Autoritratto).
La metafora del Panopticon. Immaginate una costruzione così: celle, in cui sono rinchiusi prigionieri, disposte su più piani intorno a una torre centrale. In essa vige  una struttura asimmetrica:  vi sono uomini non visti che possono osservare ciò che accade in ogni cella; i prigionieri si sentono costantemente controllati anche quando non lo sono. “Il detenuto non deve mai sapere se è guardato, nel momento attuale; ma deve essere sicuro che può esserlo continuamente” (Foucault, Sorvegliare e punire). Ecco il PANOPTICON: una costruzione carceraria progettata da J. Bentham nel 1791 e ripresa da Foucault come metafora del potere nella società contemporanea.

Non accorgersi di essere controllati.
(Escher, Oblò).


La figura del Panopticon ha ispirato il grande fratello di G. Orwell, ma soprattutto richiama il diffuso controllo odierno su ogni cittadino attraverso tabulati telefonici, tracciati elettronici, uso di internet ecc.


Interrogativi:

Siamo ancora consapevoli ed in grado di riconoscere come estraneo un potere diventato gradualmente invisibile? Non è forse diventato un sistema “ideale” che per funzionare non ha bisogno di strutture “reali”, dal momento  che viene interiorizzato  dai cittadini sin dall’infanzia attraverso processi  che di fatto sono una sorta di “addestramento”?


Tracciati elettronici ...
(Escher, Corteccia).


La rete Internet può essere considerata  come il Panopticon ed al limite usata per controllare chi la utilizza?  I gestori dei provider, o dei social network possono accedere alle informazioni degli utenti senza che lo sappiano o abbiano a loro volta la possibilità di controllare. In questa asimmetria chi controlla Internet?

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