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giovedì 17 ottobre 2013

Perché non essere un "uomo ridicolo" ?






Il sogno di un uomo ridicolo.



Dostoevskij, il cantore  degli abissi umani imperscrutabili, in particolare a partire dalla svolta delle “Memorie del sottosuolo” ci  rivela l’uomo  nascosto ed ignorato, appunto del sottosuolo: verità ingrata e scomoda che non piace, che si vorrebbe far tacere. Tra gli  uomini del sottosuolo c’è “l’uomo ridicolo” de  “Il sogno di un uomo ridicolo” (1877). 


Una bambina gli corre dietro ...





Il protagonista, deciso a suicidarsi, in una notte stellata  si avvia a casa;   per strada una bambina gli corre dietro, lo afferra per il gomito, singhiozzante, e gli grida aiuto: ”Mammina, mammina!”. Pur  capendo che è successo qualcosa di grave,  preso dalla sua decisione, la  caccia via. Al rientro prepara tutto per il suicidio, ma improvvisamente riaffiora il pensiero della bimba. Rimorso, compassione e paura lo fermano. Sfinito,  si addormenta e sogna  di essersi suicidato,  di essere stato sepolto,  di uscire dalla bara, di compiere un volo  in un mondo paradisiaco,  una terra incontaminata  popolata da esseri innocenti, sereni, felici, che conoscono la verità e vivono l’amore totale, incondizionato, verso tutto e tutti.  


Il sogno


Ma la perfetta armonia di quegli esseri non dura. La corruzione dell’uomo venuto dalla  terra  ha il sopravvento; odio e  violenza  dilagano e con i primi omicidi  tutto si perverte e tutti si corrompono. L’angoscia  è tale da svegliare “l’uomo ridicolo”, che però si sente  liberato  dal velo delle menzogne: la verità dell’amore gli è stata rivelata ed egli si impone di  predicarla a tutti.



 L'amore totale verso tutti ...

“Ma come posso non crederci? Io ho visto la Verità, non me la sono inventata, l’ho vista, l’ho vista, e la sua immagine vivente ha colmato  la mia anima per sempre. […] Non importa che si tratti solo di un sogno, di un delirio, di una allucinazione, poco importa che il paradiso non sarà di questo mondo. […] Inizierò il viaggio e parlerò sempre, senza stancarmi mai, perché io ho visto con i miei occhi, anche se non riesco a raccontare bene  ciò che ho visto. Ma è proprio questo che chi ride di me non capisce: “è stato un sogno, un delirio, un’allucinazione”. Ma davvero vi sembra saggio dire questo? Un sogno? Ma che cos’è un sogno? La nostra vita non è forse un sogno? 


La nostra vita non è forse un sogno?

Dirò di più: va bene, ammettiamo pure che questo non si realizzi mai e che il paradiso non esista (vedete, questo io lo so!) - be’, io continuerò comunque  a predicare. […] La cosa principale è: ama gli altri come te stesso, ecco che cosa è importante, ed è tutto, non occorre proprio nient’altro: sarebbe subito possibile mettere tutto in ordine. 


Costruire un nuovo ordine fondato sull'amore.

Ma questa è soltanto una vecchia verità, che è stata ripetuta e letta un miliardo di volte, ma che non ha messo radici!”


L’uomo ridicolo, diversamente dagli altri personaggi del sottosuolo, esce dal suo egocentrismo e trasforma la sua vita in missione, in continua predicazione del bene e della verità. Non solo: egli ritrova la bambina piangente e va ad aiutarla. Un messaggio di speranza innocente e bellissimo.  
Resurrezione

Ecco una possibilità di incontrare il riso e la follia: uscire dal sottosuolo per predicare e praticare il bene e ricercare la verità, con il rischio di suscitare il dileggio dei benpensanti,  di apparire ridicoli, come “l’uomo ridicolo”, oppure - perché no? – idioti come il principe Miskin  ne “L’idiota”. 

F. Dostoevskij, Il sogno di un uomo ridicoloracconto fantastico.

Tutte le immagini riproducono opere di Marc Chagall.





2 commenti:

  1. Mi piace questo tipo di "ridicolaggine" e' quella dei piccoli, di chi sa leggere la realtà con occhi di bambino, con onestà e senza artifici

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    1. Sono felice di questo commento che coglie con acutezza l’intento più profondo di quello che vorrei comunicare: costruire insieme uno spazio di autenticità in cui ciascuno possa trovare e offrire spunti di riflessione.

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