In questo racconto di Natale gli animali, come spesso accade
nelle favole di ogni tempo - da Esopo a La Fontaine -, assumono un significato
simbolico, antropomorfico, divenendo gli strumenti di un messaggio morale.
Essi, però, rappresentano anche un mistero nel loro
stesso esserci. La loro esistenza non è semplicemente finalizzabile all’uomo:
sono mute creature che ci accompagnano, che sentono e soffrono, che forse avranno,
come noi, un loro destino di salvezza …
Parigi, arazzo (La dama e l'unicorno). |
...Amate gli animali, Dio ha dato loro un principio di pensiero
e una gioia senza inquietudine.
Non li turbate, non li tormentate, non togliete loro la gioia,
non andate contro l'intenzione di Dio.
Uomo non ti esaltare al di sopra degli animali.
(Dostoevskij, I fratelli Karamazov)
Si racconta che....
Un angelo .... (Beato Angelico) |
... radunò tutti gli animali per scegliere i più adatti ad aiutare la Santa Famiglia ... (Edwuard Hicks) |
Per primo, naturalmente, si presentò il leone.
«Solo un re è degno di servire il Re del mondo», ruggì
«io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!».
«Sei troppo violento»,
disse l'angelo.
Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò:
«Io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!»
«Sei troppo disonesta»,
disse l'angelo.
Tronfio e splendente arrivò il pavone.
Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride:
«Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!».
«Sei troppo vanitoso»,
disse l'angelo.
Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono.
Invano.
L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene.
Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta.
L'angelo li chiamò:
«E voi non avete niente da offrire?».
«Niente»,
rispose l'asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie,
«noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!».
Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse:
«Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code».
L'angelo finalmente sorrise:
«Voi siete quelli giusti!».
«Solo un re è degno di servire il Re del mondo», ruggì
«io mi piazzerò all'entrata e sbranerò tutti quelli che tenteranno di avvicinarsi al Bambino!».
«Sei troppo violento»,
disse l'angelo.
... si presentò il leone ... (Edwuard Hicks) |
Subito dopo si avvicinò la volpe. Con aria furba e innocente, insinuò:
«Io sono l'animale più adatto. Per il figlio di Dio ruberò tutte le mattine il miele migliore e il latte più profumato. Porterò a Maria e Giuseppe tutti i giorni un bel pollo!»
«Sei troppo disonesta»,
disse l'angelo.
... porterò tutti i giorni un bel pollo... disse la volpe ... (Gerolamo Bassano) |
Tronfio e splendente arrivò il pavone.
Sciorinò la sua magnifica ruota color dell'iride:
«Io trasformerò quella povera stalla in una reggia più bella del palazzo di Salomone!».
«Sei troppo vanitoso»,
disse l'angelo.
... passarono uno dopo l'altro tanti animali, ciascuno magnificando il suo dono ... (Edwuard Hicks) |
Passarono, uno dopo l'altro, tanti animali ciascuno magnificando il suo dono.
Invano.
L'angelo non riusciva a trovarne uno che andasse bene.
Vide però che l'asino e il bue continuavano a lavorare, con la testa bassa, nel campo di un contadino, nei pressi della grotta.
L'angelo li chiamò:
«E voi non avete niente da offrire?».
... E voi non avete niente da offrire? .... (Bartolomeo Caporali) |
rispose l'asino e afflosciò mestamente le lunghe orecchie,
«noi non abbiamo imparato niente oltre all'umiltà e alla pazienza. Tutto il resto significa solo un supplemento di bastonate!».
Ma il bue, timidamente, senza alzare gli occhi, disse:
«Però potremmo di tanto in tanto cacciare le mosche con le nostre code».
L'angelo finalmente sorrise:
«Voi siete quelli giusti!».
.... potremmo cacciare le mosche .... (Giotto) |
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