Una bella favola? Un miracolo?
No, semplicemente il trionfo
(breve ahimè!)
del sentimento universale di fratellanza.
Il giorno di Natale del 1914 - primo
anno di guerra - i soldati tedeschi, inglesi e francesi disobbedirono ai
loro superiori e fraternizzarono con “il nemico”. I tedeschi innalzarono
alberi di Natale fuori delle trincee con le scritte “Buon Natale. Voi non
sparate, noi non spariamo.” A centinaia, da una parte e dall’altra
attraversarono la terra di nessuno cosparsa di corpi in decomposizione.
Cantarono i canti di Natale, si scambiarono le foto dei loro cari, condivisero
razioni e brindisi, si abbracciarono, accordandosi di “sparare alle
stelle in cielo” se i superiori li avessero obbligati a imbracciare le armi.
Uomini che solo poche ore prima cercavano di uccidersi!
Gli
Stati Maggiori di entrambe le parti fecero di tutto per nascondere
l'accaduto e cancellarne ogni traccia o memoria. Negli anni successivi furono
sempre ordinati assalti e cannoneggiamenti a ogni vigilia di Natale, per
evitare fraternizzazioni.
Pochi libri
di Storia menzionano l’episodio, anche se ormai sono emerse dagli archivi
militari di tutta Europa lettere-diari-foto, inequivocabili testimonianze della
“tregua”. La narrano un recente film (Joyeux Noel, 2005) e canzoni
quali Pipes of Peace di Paul McCartey (video del 1983) e “Christmas 1914” di Mike
Harding (“I fucili rimasero in silenzio […] senza disturbare la notte.
Parlammo, cantammo, ridemmo […] e a Natale giocammo a calcio insieme, nel fango
della terra di nessuno”. La partita in questione si svolse realmente fra
scozzesi e sassoni, il 25 dicembre 1914, nei pressi di Ipres, nella
“terra di nessuno”. La palla era di stracci e fungevano da porte
pile di cappotti. La notizia iniziò a circolare e giunse persino al New
York Times che comunicò addirittura il risultato: 3 a 2 per i tedeschi).
Gustatevi la visione del
video con tutte le emozioni connesse…
Si
consiglia di mettere in pausa la musica del blog prima di avviare il video.
P.S. “Buon natale, nemico!”: un episodio dal tono minore, ma altrettanto significativo, è documentato, per quanto concerne il fronte italiano, da E. Forcella e A. Monticone in Plotone d’esecuzione (Laterza, 1972, pag. 102). M. E, anni 23, incensurato, viene condannato ad un anno di reclusione militare per rifiuto d’obbedienza e conversazione con il nemico il 14 febbraio 1917. Andate a leggere sul libro citato le motivazioni della sentenza …
Chiedo perdono per non aver dato una scorsa al lungo e meritevole vostro cursus. Rossana e Gian Maria hanno vista lunga e fine! Non sfugge nulla alla loro volontà di rappresentare la Gloria del Bene.
RispondiEliminaLa guerra è la continua dimostrazione del " limite" dell'umano, segnato dall'egoismo che non può che sfociare nella violenza. Ma quanto conforta sentirci trascinati verso la fratellanza, verso la Pace!
Grazie, caro Rosario. Semplicemente approfittiamo di ogni occasione per sfogliare insieme all'amico il "nostro" album. Ieri, a Genova, un senegalese incontrato per strada mi ha chiamato "fratello" e ci siamo abbracciati...
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