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domenica 26 gennaio 2014

Non dite di non volerne più sapere ...



Ricordare non sia un vuoto rituale ...




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Le scritte non firmate sono di  Marta Ascoli, ex deportata, contenute in Auschwitz è di tutti, ed. LINT, Trieste 1999, pag. 71.

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Chi desidera intervenire può consultare il post del 22/10/13 oppure semplicemente andare qui sotto su "commenta come", nel menù a tendina selezionare "nome/URL", inserire solo nome e cognome e cliccare su continua. Quindi può scrivere il proprio contributo sul quale rimarrà il suo nome ed eventualmente, se lo ritiene opportuno, può lasciare la sua mail.  

4 commenti:

  1. Su facebook è apparsa ieri un bella ed argomentata riflessione del sig. Andrea Osti al post del 24.01 “Kaddish per le vittime dell’Olocausto. Video”, pienamente condivisa dal sottoscritto. Per 26 anni ho fatto il preside e per altrettanti anni nelle scuole che dirigevo testardamente ho sempre voluto e cercato di far vivere ai miei studenti “la giornata della memoria”, costruita da loro, dai loro convincimenti, più che suggerita dalla legge del 2000. L’obbligatorietà imposta per legge rischiava e rischia di essere controproducente e risolversi in un retorico rituale “dovere della memoria”, a volte mistificante, spesso vissuto come alibi da alcune istituzioni. E’ quanto pone in evidenza il pamphlet di Elena Loewenthal “Contro il giorno della memoria”, in questi giorni nelle librerie. Credo però che nel corso degli anni sia gli studenti che hanno partecipato in tutta Italia a questa giornata sia le migliaia che hanno avuto come “premio” l’occasione di visitare i lager, difficilmente dimenticheranno. Questa è la forza dei giovani e la nostra speranza. Condivido pienamente la preoccupazione del sig. Osti: la memoria non serve agli Ebrei ed a tutte le altre Vittime sterminate, serve a noi tutti, giovani ed anziani; serve a fare i conti con il nostro passato e le nostre responsabilità (la Shoah è anche un crimine italiano, basta pensare alle fascistissime leggi razziali del 38 ed alle loro implicanze); serve a fare i conti con le stragi del presente, per non sottostarvi con la nostra indifferenza ed il nostro silenzio.

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  2. Un altro studente, che ha avuto il piacere di conoscerLa come preside- e il dono di avere una docente di storia e filosofia che mi, ci, ha reso partecipi di quanto studiavamo, condivide le riflessioni espresse in questo post da Lei e quanto riporta scritto dall'amico Andrea Osti.
    Io propongo alla Sua attenzione, in calce, un celebre brano musicale più che mai attuale, con questa postilla "L'odio è morte, l'Amore è Resurrezione... Anche oggi siamo chiamati ad impegnarci ad essere testimoni ed artefici della "civiltà dell'amore" (Questa canzone, non a caso, piacque al grande Papa della "civiltà dell'amore")
    http://www.youtube.com/watch?v=yqMvHD1gNxc

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  3. Grazie a te Marco, sono io ad essere grata per avervi avuto come alunni ... Soprattutto è bello vedere intatto, da parte di molti ex allievi del Liceo, il gusto della ricerca, del pensiero critico, della profondità che scava oltre la superficie … insomma quello per cui ha senso ancora oggi frequentare un Liceo … e che diventa, una volta raggiunta l’età adulta, ricchezza per tutti. Come è per noi, oggi, il dono di questo tuo intervento.

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  4. "Dio è morto", cantata da I Nomadi, ha accompagnato la mia generazione anche quando, canto incompreso, era stata avversata da molti che non avevano inteso il suo profondo significato, sia nell'ermeneutica puramente laica sia nell lettura religiosa che noi facevamo e che Lei, sig. Marco, così opportunamente ha rilevato in questo giorno di memoria imperitura.

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